35) INIZIO

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Pov Maddalena

Mercoledì 15 febbraio

Entrando in casa, papà, che si sta alzando dopo una nottata di lavoro al Blue Moonlight, mi accoglie con uno sguardo preoccupato. In un istante, capisce subito cosa è successo. Senza dire una parola, si avvicina e mi abbraccia, stringendomi con forza contro di sé.

"Principessa, andrà tutto bene." mormora, la voce intrisa di amore e conforto.

Mi colpisce come mi conosca così bene da non dovermi chiedere nulla. Forse lo sperava, forse ce l'ho scritto in viso, ma ha capito che io e Daniel ci siamo lasciati, e soprattutto che sono stata io a fare il passo. La sofferenza che mi legge negli occhi per averlo fatto soffrire è maggiore della sofferenza che mi avrebbe afflitto se fosse stato lui a lasciarmi. Di questo lui ne è sempre stato consapevole, perché forse prima di me ha capito che in fondo non lo amavo veramente.

"Sono una persona orribile!" sussurro, sentendomi soffocare dal peso del rimorso.

"Sei solo umana..." risponde papà, avvolgendomi ancora di più nel suo abbraccio. "...ed hai capito in tempo che stavi facendo un errore!"

Le sue parole mi arrivano dritte al cuore, un conforto inatteso che mi fa sentire meno sola nel mio dolore. Sì, ho commesso un errore, ma riconoscerlo è il primo passo per poter andare avanti, e non voglio commetterne altri. Devo vedere Mattia.

"Posso solo chiederti cosa ti ha fatto prendere la decisione?"
"Un sogno, che sogno non era. Celine me lo ha confermato."

Papà mi guarda curioso e stranito.
"Prima devo chiamare Mattia, poi vi racconterò tutto. Spero di non sbagliarmi!"

Non so cosa abbia detto di strano, ma papà mi sorride.
"Tesoro, non puoi sbagliare due volte. Mat può solo che confermartelo."

Anch'io soffoco un sorriso sul suo petto, convinta che si riferisca al fatto che Mattia crede in me e in tutto quello che faccio al punto di confermarmi che non sbaglio in ciò che faccio o voglio fare.
Mi bacia la fronte e mi asciuga le lacrime con la mano.

"Fai colazione con me?"
"Non offenderti papà, ma ho una cosa più importante da fare."
"Ovvio principessa. Hai aspettato anche troppo!"

Lì per lì non capisco il senso della frase.
Mi chiudo in camera e chiamo Mattia, ma non risponde. Tento e ritento più volte, ma niente. La sua assenza mi pesa, riempiendomi di un'ansia crescente. Prendo dalla mia borsa il biglietto fatto a pezzi e ricomposto, leggendolo e rileggendolo. Le sue parole sembrano danzare davanti ai miei occhi, colmandomi di una dolce agonia.

Piango ancora, ma ora sono lacrime di speranza. Speranza che tutto possa sistemarsi, che Mattia possa capire e, soprattutto, che mi risponda. Ogni parola sul biglietto è un richiamo alla mia mente, un invito a non arrendermi. Lo stringo tra le mani, cercando di trovare conforto in quelle frasi scritte con tanto affetto. Vado in bagno a risciacquarmi il viso, prendo le chiavi della macchina e mi dirigo verso casa sua.

Quando arrivo, lui non c'è , e il pensiero che sia ancora a Cortina mi accompagna. Controllo sotto lo zerbino e trovo la chiave di scorta. Entro, ma l'appartamento è vuoto, nessuna traccia della sua presenza, e questo me ne dà la conferma. L'ambiente è impeccabile come lui, ordinato e pregno del suo profumo. Sauvage, il mio preferito da sempre. L'aria è pervasa da quella fragranza familiare, che mi fa sentire la sua presenza anche se non è qui.

Mi permetto di entrare in camera sua. L'ordine perfetto dell'armadio, ogni camicia, ogni maglione sistemati con cura, mi parlano di lui e sorrido. Mi avvicino e sfioro i suoi vestiti, sentendo un nodo in gola. Ogni cosa è intrisa del suo essere, del suo modo di vivere e di ciò che è: la perfezione.

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