29)RITORNO

154 34 279
                                    


Pov Maddalena

Sabato 11 febbraio
Tre settimane dopo...

Sono trascorsi ventiquattro giorni da quando Mattia mi ha chiesto scusa, e da allora ogni messaggio che ricevo da lui è come un prezioso tesoro che conservo gelosamente. Ogni parola, ogni emoji, ogni battito del cuore che traspare dalle sue parole mi riempie di gioia e speranza.

Ero sola nella mia camera quella sera, non ero in vena di stare con Daniel. Stava diventando difficile nascondere la mia infelicità, nonostante lui fosse sempre carino e tenero con me. Non volevo farlo soffrire né farlo arrabbiare, ma non ero proprio dell'umore di affrontare una serata insieme, fingendo di essere felice quando in realtà il mio cuore era altrove.

Con le lacrime agli occhi, ho letto il suo messaggio e la gioia mi ha travolto. Ogni parola era una carezza per l'anima, e nell'intimità della mia camera, ho creduto ad ogni singola espressione. Ho sentito il calore del suo affetto avvolgermi, sapendo che in quel momento, più che mai, mi voleva bene. Non ho lasciato trascorrere nemmeno un minuto prima di rispondere.

- Non immagini quanto mi sento sollevata. Ho temuto di perderti e non potrei sopportarlo. Lo sai quanto sei importante per me. Non devi temere, io non vado da nessuna parte, la mia casa è a Milano. Come potrei sopportare le giornate senza un tuo saluto, un tuo abbraccio... questi ultimi cinque giorni sono stati i peggiori della mia vita. Mi manchi tanto. Torna presto. Buonanotte Matty ❤️ ."

Mi sono sentita improvvisamente sollevata, e con un sorriso sulle labbra, mi sono affrettata a cambiarmi, togliendo il pigiama e scegliendo un abito più adatto per uscire. Senza esitazione, sono scesa di casa di corsa e mi sono diretta verso il Blue Moonlight, sapendo che Elia e Angelica sarebbero stati là. Ero impaziente di condividere la mia gioia con loro, di raccontare loro quanto mi sentissi meglio e di poter finalmente sorridere di nuovo.

"Un Gin Lemon!" ho gridato alle spalle di Angelica, che era seduta al nostro solito posto privilegiato al bancone. Il mio sorriso era contagioso, come se avessi appena vinto alla lotteria. L'espressione di mio fratello mentre stillava una birra invece era impagabile, divertente quanto una scena comica.

"Come mai questa improvvisa apparizione? Avevi detto che non saresti venuta."
Mi ha chiesto incuriosito, mentre Angelica ha gridato un sorpreso "Madi che ci fai qui!"

"Beh, ho cambiato idea. La vita è troppo breve per sprecarla chiusa in camera da sola."
Ho risposto, con un sorriso che illuminava il mio viso, lasciando che mi scrutasse con uno sguardo arguto, puntandomi il dito prima di scoppiare in un sorriso.

"Sei troppo felice... dimmi che è vero?"

Non sono riuscita a trattenere la mia gioia, e il mio sorriso si è allargato ancora di più. La voglia di gridare al mondo che Mattia mi aveva scritto era così forte che sentivo il desiderio di farlo davvero.

"Sììì..." ho lanciato un urlo saltellando come una bimba stringendo i pugni.

"Lo sapevo che non avrebbe resistito di più."

Mi ha abbracciato e ci siamo messe a ballare al ritmo della musica "Blinding Lights" di The Weeknd gridando a squarciagola.

Ero felice. Eravamo tutti felici. Avevo voglia di divertirmi finalmente, ed anche se lui era lontano, lo sentivo vicino a me, ed è così che deve essere.

Mentre ci godevamo il nostro momento di svago, ci spuntò alle spalle Samuel, con il suo solito fare introverso, intrufolarsi dietro il bancone per consegnare le chiavi del garage dell'appartamento a mio padre, che utilizza come magazzino. Si stava trasferendo da qualche giorno, e naturalmente non aveva voluto l'aiuto di nessuno, se non del professor Manenti che gli ha prestato la macchina per trasportare le sue cose. Si è limitato allo stretto indispensabile, perché è deciso a tornare a riprendersi casa sua.

MadRedFire Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora