MadRedFire

28) NON DIRE STRONZATE

Pov Mattia

Mercoledì 18 gennaio
Londra

Sono cinque giorni che sono a Londra, eppure mi sento come se un martello stesse battendo dentro il mio cranio ogni giorno. Sembrava una banale caduta invece sono ancora ko. All'inizio ho cercato di ignorarlo, ma è solo peggiorato. Forse ho sottovalutato la botta, o forse quel martellamento è esaltato dai miei pensieri.

Con le tempie pulsanti e la testa che sembra pronta a esplodere, mi sforzo a raggiungere l'armadietto dei medicinali. Afferrando una confezione di analgesico, ne prendo uno e lo ingoio con un sorso d'acqua sperando che il sollievo arrivi presto.

Mi guardo allo specchio, cercando di nascondere la fatica e l'incomodo di questi ultimi giorni chiusi in casa. Una doccia veloce, una vestizione accurata per nascondere la stanchezza, e sono pronto per l'incontro con il cliente.

Sì, perché non è che ci fosse poi così tanta fretta di lasciare Milano per Londra. La decisione è stata più una questione di necessità che di dovere come ho lasciato credere a tutti. Sentivo il bisogno di allontanarmi, di scappare via per un po' per mettere a tacere i pensieri che continuavano a tornare su Maddalena.

Mi è costato dirle quelle parole, come mi costa non chiamarla o mandarle messaggi. Mi ritrovo continuamente e in modo involontario a digitare su whatsapp, ma poi cancello tutto e ripongo il telefono. Mi manca da morire, ma è per il suo bene e per il bene della mia salute mentale che devo mettere un po' di distanza.

Deve concentrarsi sul suo matrimonio e non voglio combinare casini, cosa che se fossi rimasto a Milano, avrei potuto fare. Non di proposito, ma sento che il sentimento che è riemerso dai miei più profondi scrigni mentali, possa diventare ingestibile e rovinare la nostra amicizia. Posso sopportare di non poterla amare come voglio, ma non potrei mai perderla. Si tratta di pochi mesi, e conto durante questo periodo di sopprimere nuovamente i miei reali sentimenti per lei e continuare a vivere come ho fatto negli ultimi sette anni.

Dopo la scomparsa di mia nonna Emily, fondatrice della F.E.L. Incorporate, papà ha deciso di passare il comando della stessa nelle nostre mani: Brando e mia sorella Isabel si sono presi carico del settore della sicurezza mantenendo il collegamento con la Sco.techcyber. Nel frattempo, io mi sono dedicato al nuovo settore del design, poiché come vi ho già detto, abbiamo ampliato le nostre attività, ed è proprio qui a Londra che abbiamo deciso di stabilire la mia base operativa per questo nuovo ramo dell'azienda, dove mi avvalgo di collaboratori per la realizzazione e divulgazione delle mie opere.

La struttura della sede della F.E.L. Incorporate, che abbiamo rinominato Sco. Tech& Art design, è situata nel cuore di Londra e riflette l'essenza dell'innovazione tecnologica, combinando elementi della Sco.tech Cyber di Milano, ma con un tocco distintivo britannico. Recentemente ristrutturato, l'edificio imponente presenta linee pulite e moderne che si fondono armoniosamente con dettagli architettonici contemporanei. Le vetrate riflettenti catturano la luce del sole, creando un ambiente interno luminoso e accogliente.

Lo scorso anno, il mio contributo è stato fondamentale nel trasformare la nostra sede, aggiungendo elementi di design innovativi e riflettenti della nostra visione futuristica. Le nuove aggiunte hanno reso l'ambiente più accogliente e stimolante, promuovendo la creatività e il senso di appartenenza tra i dipendenti. Questa nuova direzione ha reso la Sco. Tech & Art Design non solo un punto di riferimento nel campo della sicurezza informatica, ma anche un luogo all'avanguardia del design e dell'estetica contemporanea che si respira ovunque si volga lo sguardo.

Bene, chissà che tutto questo non mi riporti a ricomunicare a vivere con entusiasmo concentrandomi sul mio lavoro.

"Vai Mat, abbiamo una vita da riprendere sotto controllo."
Mi dico attraversando la hall fino alla reception dove la segretaria mi accoglie con un sorriso.