22)PROPOSTA DI LAVORO

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Pov Angelica

Giovedì 12 gennaio

Nonostante la sua aura autoritaria da uomo d'affari, il viso di papà si illumina di gioia quando mi vede entrare. Si sta preparando per l'appuntamento con il cliente, ma fa una pausa per accogliermi con un abbraccio affettuoso.

"Tesoro, che sorpresa!"
"Pranzo con mamma, ma non potevo non salutare il papà migliore del mondo!"
"Sei arrivata ora?"
"Sì. Ho avuto un contrattempo."
Evito di nominare Samuel, non vorrei pensi stia tornando a quel periodo di ribellione. Lui non lo conosce, ma ha sentito i commenti dei ragazzi su come fosse lui ad influenzarmi.
Insieme, ci dirigiamo nell'ufficio di mia madre, ancora intenta e concentrata su qualche decriptazione, ma quando ci vede, stoppa immediatamente, qualcosa di più importante ha la priorità: noi.

"Ciao mamma."
"Ciao tesoro. Ti stavo aspettando."
"Guarda chi ti ho portato?"
annuncio con un sorriso, godendomi il momento di gioia familiare con entrambi i miei genitori, che come al solito mettono in scena un bel separietto.

"Ci conosciamo? Sono sicura che se così fosse, non avrei mai potuto scordarmi di un uomo tanto affascinante..." si alza e con le sue movenze invidiabili si avvicina porgendogli la mano.
"...Piacere il mio nome è Vittoria."
"Incantato. Liam Scott!..." Interviene mio padre, entrando nel gioco.
"...Una donna come lei ... impossibile scordarla. Spero voglia accettare un mio invito stasera per approfondire la nostra conoscenza, so che ora ha un impegno con questo angelo, e purtroppo anch'io devo incontrare un cliente."

"Io dovrei studiare più tardi, vediamo di darci una mossa. Baciatevi a fatela finita!"

Entrambi si mettono a ridere guardandomi, poi tornano seri fissandosi negli occhi e so benissimo che la mia presenza sta intralciando un approccio molto più intrigante di una stretta di mano.

"Sarà un piacere cenare con lei!"

Papà si trova lì, con uno sguardo intenso, la sua gola inghiottisce saliva nervosa mentre i suoi occhi brillano di un'intesa sottile con mia madre. Il suo respiro sembra sospeso per un momento, come se il tempo stesso si fermasse in quell'istante carico di tensione. Ma sono abituata a tali atteggiamenti; l'amore tra i miei genitori è sempre stato viscerale e genuino allo stesso tempo. Con un sorriso leggermente inclinato, annuisce, confermando l'invito a cena con un'aria di misteriosa anticipazione.

"Per quanto creda sia possibile, non immagina quanto."
Il sorriso accattivante di mio padre dice tutto, si porta la sua mano alla bocca sfiorandola con un bacio con molta galanteria, ma nessuno mi toglie dalla testa che questi due fanno faville quando non hanno noi tra i piedi. Si stanno mangiando con gli occhi.
Cavolo. Quanto vorrei incontrare un ragazzo che mi facesse provare una minima parte di quell'amore che leggo in loro.

"Mi spiace disturbare, ma sono le 14 meno cinque, il mio stomaco brontola e Robert ti aspetta. Non hai un appuntamento?"

"Sì..." risponde sconsolato di non potersi unirsi a noi.
"...Andiamo, scendo con voi!"

Mi porta un braccio sulle spalle tirandomi a sé per un dolce bacio sulla testa.
"Sei un'adorabile guastafeste!"

"Signor Scott, durante le ore di lavoro non deve amoreggiare, se la vedessero i suoi dipendenti, potrebbero credere che dietro alla corazza arrogante che mostra, ci sia un cuore."
Ironizzo salendo in ascensore sotto gli sguardi curiosi della segretaria, poco abituata a vederlo sorridere.

"Vichi, tua figlia ti somiglia in tutto e per tutto. Bella e impertinente!"
"Hai dimenticato intelligente."
Aggiunge fiera mia madre.

"Sai Angy, dopo quasi trent'anni posso allentare le redini, ho già istruito i tuoi fratelli ad incutere soggezione e rispetto, cosa che dovrai fare anche tu."
"E se non volessi lavorare per te?"
Chiedo cercando di stare più seria possibile, alche lui si incupisce dubbioso.

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