Cap. 15

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                           Pov. Jungkook

Mi trovo nel Bar con Hobi vicinino alla sua accademia di danza, siamo seduti comodamente su due graziose poltroncine vellutate color petrolio, l’arredo del locale è moderno e il nostro solito tavolino, dove siamo seduti anche ora, è nascosto da qualche vaso di piante sparse qua e là dalle foglie larghe e di un bel verde intenso, ci piace questo posto perché regala più privacy essedo appartato.

Ho deciso di confidarmi col mio amico, dopo l’ultimo avvistamento di Jimin fuori dal locale sento di doverne parlare con almeno uno dei miei migliori amici, tamburello le dita nervoso sulla superficie in vetro del tavolino e poi mi butto di getto nel racconto dei miei dubbi sul ragazzo estremamente meraviglioso che è entrato nella mia vita senza preavviso, del suo modo inquietante di approcciarsi a me e gli presento le mie strane sensazioni che mi dà ogni volta che c’è l’ho intorno, di come in questo periodo mi sento costantemente osservato e diverso e tutto il mio dilemma di queste ultime settimane, gli dico anche di ciò che vagamente ricordo nel nostro incontro in tenda della notte del campeggio.

Hobi mentre parlo mi guarda con occhi sbarrati tenendo la sua tazza di caffè bollente e fumante davanti alle sue labbra a forma di cuore e di tanto in tanto capisco che non si è pietrificato perché se la porta alle labbra per darci qualche sorso.
Non proferisce parola mi ascolta attento ed in silenzio per tutto il tempo, quando concludo e lo guardo aspettandomi una consiglio da parte sua sembra piano piano prendere di nuovo vita dopo un attimo di silenzio fatto solo di sguardi, deglutisce e appoggia con delicatezza la tazzina bianca nel suo grazioso piattino in porcellana che a questo gesto rilascia un leggero tintinnio, raddrizza con un tocco elegante delle dita il cucchiaino al suo fianco e poi mi guarda serio e incomincia a dar voce ai suoi pensieri rompendo quel silenzio pesante e carico di tensione che si è creato <<Ascolta Kook, le cose sono due… o è uno Stalker, oppure nasconde qualcosa di ancora più losco>> io tengo lo sguardo basso sulla mia mano appoggiata al tavolino e ne massaggio il dorso nervoso con l'altra poi  prendo un sorso del mio latte macchiato, commentando con un semplice e vago <<Mmmh…>> Hobi mi prende la mano rimasta appoggiata sulla superficie del tavolino e la stringe leggermente, io alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi, mi sorride per darmi conforto poi si fa di nuovo serio <<Quando… quando vi siete incontrati in tenda… per quello che ti ricordi… hai detto che aveva un tatuaggio?>> io lo guardo interrogativo, possibile che con tutto quello che gli ho appena raccontato lui si sia soffermato sul tatuaggio?! Mi scurisco in viso e gli rispondo un po’ seccato <<Si ero stranamente fuori di me ma il tatuaggio del ciclo lunare lo ricordo bene… mi ha attratto molto>> il mio amico mi sorride, devo essere risultato buffo per il mio atteggiamento stizzito, però poi si fa subito serio <<Ti ricordi tua zia Soo-Yun>> lo guardo ancora più interrogativo, o non è caffè che sta bevendo in quella tazzina oppure è improvvisamente impazzito del tutto <<Certo, è da una vita che non la vedo… "La Chiromante" la chiamano… ma che cavolo centra adesso??>> lui ride di nuovo, è chiaramente impazzito… poi si ricompone e si avvicina al mio viso bisbigliando <<Si esatto, lei quando ero bambino e venivo da te a volte mi raccontava storie strane come ben tu sai… e mi ricordo che aveva un libro… con il simbolo del ciclo lunare e mi raccontava storie in merito, magari potrem->> lo interrompo scoppiando in una sonora risata stizzita <<Ti prego Hobi non ricominciare con ste storie strampalate… lo sai che la gente la chiama anche “la pazza”… e sai che anche con me da quando ero un bambino è sempre stata strana… tant’è che non l'ho più vista da anni>> il mio amico si riposiziona sulla sua sedia appoggiandosi con la schiena nello schienale e guardando il vuoto pensieroso per poi riprendere la sua tazza di caffe tra le mani e finirla in un sorso <<Beh io ti volevo dire la mia idea… poi tu fai ciò che vuoi, ora devo andare a lezione>> improvvisamente sento l’eczema sul collo bruciare fortissimo come se gli stessero passando sopra un accendino e quindi mi porto istintivamente la mano al collo facendo un verso di dolore, Hobi mi guarda stranito <<Ehi Kook che hai?!>> io aspetto che il dolore diminuisca leggermente e poi lo guardo <<Non lo so… questo coso si è messo a bruciare da morire… la crema che mi ha dato il medico sembra non fare effetto>> Hobi mi guarda scuotendo la testa e alzandosi dalla sedia, capisco il suo disappunto anche se rimane in silenzio… riprendo a parlare <<Ok…. Hai vinto… mi accompagni tu domani da mia zia? Però non so più dove abita... >> lui mi guarda con occhi felici mentre si sta mettendo il suo elegante cappotto marrone scuro per uscire dal locale annuisce con il capo contento che ho accettato la sua idea e conclude prima di dileguarsi velocemente fuori dal Bar << Ok stasera le scrivo io, sarà felice di vederti dopo così tanto tempo, Ah Kook grazie per il caffè!>>.

Mi lascia li tra le piante del Locale pieno di nuovi dubbi e insicurezze… rimango in silenzio e ripenso al nostro dialogo avuto poco fa, l’eczema sul collo continua a bruciare e mi fa emettere un sospiro irritato… perché quel ragazzo mi interessa così tanto e costantemente invade i miei pensieri se nemmeno so nulla di lui?!... perché ho l’angosciante sensazione che questo segno sul mio collo centri qualcosa con lui… molte domande invadono la mia mente come lampi in mezzo ad una oscura tempesta, alla quale però al momento non so darmi risposte… io non sono uno che crede nell’occulto… sono una persona razionale… per quello mia zia non mi è mai andata a genio… avrò fatto bene a volerla di nuovo incontrare? Non lo so proprio… mi alzo e pago il conto alla gentile ragazza del Bar e me ne torno a casa, ho maledettamente bisogno della crema da mettere su quel dannato segno… anche se non fa molto leggermente sollievo all’inizio lo dà, sento il bisogno impellente di mettermi un attimo a riposare mi sta venendo un gran mal di testa, così esco dal locale incontrando il freddo dell’inverno, mi accorgo però di uno strano particolare, non mi sembra più di essere costantemente osservato, come se quel peso sul mio petto che in queste settimane mi faceva sgradita compagnia si fosse dissolto nel nulla all’improvviso.

[…]

Sono arrivato al mio appartamento, digito il codice d'accesso sul tastierino per aprire la porta blindata che si trova a fianco ad esso, la serratura scatta con un sonoro “CLAK”, la spingo sbuffando non vedo l’ora di farmi una doccia e mettermi a dormire, le foto alla quale sto lavorando le riprenderò più tardi… non avrebbe senso per me lavorare senza un briciolo d'ispirazione, e fortunatamente il mio lavoro me lo permette anche se ovviamente ho scadenze rigide da rispettare.

Dopo la calda doccia che mi ha rigenerato la muscolatura indolenzita mi spalmo la crema sul mio segno dolente guardandomi allo specchio, infilo un paio di mutande pulite e mi dirigo veloce nel mio comodo letto matrimoniale, mi butto tra le morbide coltri e sospiro portandomi una mano sul viso massaggiandolo nervosamente, mi gira la testa, chiudo gli occhi e mi abbandono finalmente a quella forte sensazione di sonno che mi ha pervaso da quando Hobi mi ha lasciato al bar.

….… mi trovo nella stessa foresta innevata dagli alti alberi e dalla fitta nebbia, deglutisco e mi guardo subito attorno, noto una famigliare figura nera incappucciata in lontananza come al solito di quell'entità si vedono solo le labbra ma questa volta non mi sembrano con il solito sorrisetto squadrato, sembrano increspate in un broncio indispettito, sento la solita mano che mi prende la spalla e mi volto di scatto… Jimin toglie il cappuccio dal suo capo e mi osserva in silenzio, mi sembra diverso… non ha il solito ghigno malefico e seduttore… sembra… dolorante… e dallo sguardo triste, porta uno strano gioiello prezioso e argentato al collo, ma è lo stesso sempre molto bello… provo a parlare e questa volta ci riesco <<Jimin… perché continuo a sognarti cosa vuoi da me?>> lui abbassa lo sguardo e lascia che un leggero sorriso si dipinga sulle sue labbra carnose che prima erano continuamente tirate da una smorfia di dolore, per poi rispondermi bisbigliando <<Non lo so neanch’io, avevo bisogno di vederti…>> corrugo le sopracciglia non capendo… non sento più quella strana sensazione di oppressione al suo fianco, mi sembra quasi... fragile?… senza pensarci lo abbraccio forte tra le mie possenti braccia e lui inaspettatamente lascia scivolare qualche lacrima dai suoi occhi… il suo viso ha un’espressione di sorpresa, come se assolutamente non si aspettasse una reazione così da parte mia, la figura in lontananza lo richiama <<Jimin, dobbiamo andare>> lo dice con tono duro… Jimin mi guarda negli occhi e mi sussurra un ultima cosa <<Il bosco che hai visitato... ti è piaciuto molto vero? Sai che più in alto tra le rocce e la fitta nebbia c’è un bellissimo castello? >> poi mi bacia le labbra delicatamente, senza più quella spavalderia delle volte precedenti, hanno un sapore buonissimo e anche salato per via delle sue lacrime, tutto diventa confuso e si mischia in un turbine di colori ………

Apro gli occhi ansimando e mi siedo di colpo in mezzo al letto, sono tutto sudato, le gambe mi tremano e mi sento confuso, l’ho ancora sognato… ma perché questa volta mi è sembrato così diverso e fragile?... devo parlare con quella strampalata di mia zia Soo-Yun … a questo punto la mia mente non riesce più a trovare scuse razionali al mio costante stato.

I WANT YOUR BLOOD /Jikook/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora