Cap. 13

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Pov. Jungkook


Mi sollevo stiracchiandomi dal mio comodo letto e mi dirigo verso il bagno del mio appartamento.

Sono passate due settimane dal nostro campeggio in montagna, la mattina dopo ero stato risvegliato da Namjoon e Hoseok perché da solo non ero proprio riuscito a farlo, non ho ricordi nitidi di quella notte, mi ricordo vagamente di aver provato una forte eccitazione contrastata però da una sensazione angusta e oppressiva, ovviamente i miei amici mi hanno parecchio preso in giro per il fatto di non ricordarmi bene l’andamento della nottata con i due ragazzi, facendomi notare con fare ammiccante i segni inequivocabili che campeggiavano per tutto il mio collo, soprattutto l’eczema che inspiegabilmente era maggiormente marcato sulla mia pelle in un inquietante segno, da quella notte non ho più visto Jimin… e neanche suo fratello, ma da quel giorno ho iniziato a maturare nel mio animo una costante sensazione di essere sempre osservato, e a volte non nego che me lo ritrovo dentro i miei sogni insieme a quel Taehyung.

[…]

Sono davanti alla scuola di danza dove insegna il mio migliore amico Hobi, tra poco dovrebbe staccare per una pausa ed io mi trovavo giusto in zona, quindi gli ho chiesto di bere un caffè insieme nel bar qui vicino alla struttura, oggi c’è un tempo da lupi, sicuramente nevicherà… mi appoggio di schiena ad una parete di un alto edificio e mentre aspetto decido di accendermi una sigaretta, non ce l’ho di vizio… so che non è salutare… ma ogni tanto ne sento proprio la necessità.

Mi porto lentamente alle labbra il cilindro nocivo accendendolo facendo brillare la sua estremità con il mio accendino in acciaio, mi perdo nei miei pensieri, sto lavorando ad un progetto fotografico sulla natura, dovrei tornare in quel bosco di proprietà degli strani fratelli, potrei raccogliere altro materiale interessante… aspiro il denso e velenoso fumo per poi lasciarlo uscire dalla mia bocca liberandolo nell’atmosfera, lo guardo distrattamente mentre si dissolve attorno alla mia faccia finché non lo vedo, Jimin… è dall’altra parte della strada che mi fissa morbosamente con un ghigno inquietante, i suoi capelli corvini ricadono a coprirgli parzialmente il viso e i suoi splendidi orecchini brillano accanto alle sue guance, si trova abbandonato di peso con il busto su un muretto relativamente basso tanto da permettergli di rimanere comodamente ripiegato su di esso, fa passare il suo voluminoso anello dalla pietra nera tra le dita delle mani in un movimento estremamente ripetitivo, sussulto sul posto schiudendo leggermente le labbra tanto da far cadere la sigaretta ai miei piedi, nonostante il gran freddo che mi avvolge improvvisamente sento molto caldo e mi sento sudare, mi pervade nuovamente uno stato di malessere, gli osservo le braccia a penzoloni su quella parete fredda e grigia ricoperte da lunghi guanti di pelle nera, e alla fine un pensiero si fa spazio con insistenza dentro la mia testa, questo ragazzo è tanto bello quanto inquietante.

<<Ehi Jungkook!!!>> mi volto sorpreso in direzione del suono e inquadro nel mio campo visivo Hoseok che mi sta venendo incontro correndo con un braccio che sventola eccitato verso di me in un saluto e una mano sul petto <<Eccomi! Scusa l’attesa ma un mio allievo mi ha chiesto di...>> si interrompe guardandomi dritto negli occhi poi riprende parola <<Ehi che hai? sembra che hai visto un fantasma>> riporto il mio sguardo su quel muretto difronte alla scuola di danza ma di Jimin non c’è traccia <<No, niente… mi sembrava di aver visto qualcuno… ma mi sbagliavo>> pesto il cilindretto fumante ai miei piedi per spegnerlo per poi gettarlo in un vicino bidone dei rifiuti, Hoseok mi osserva stranamente taciturno sembra lievemente preoccupato <<Sicuro di sentirti bene? Sembri strano ultimamente>> Mi volto e sorrido al mio amico cercando di rassicurarlo per quanto possa provare, in realtà ha ragione, non mi sento a mio agio e non so nemmeno io se sto impazzendo oppure no mi sento diverso... <<Tranquillo Hobi, solo troppi pensieri per la testa... vieni andiamo a berci un caffè>>.

Pov. Jimin


Ebbene sì… lo stavo spiando quell'umano… ma appena ho visto la testa rossa del suo amico ballerino mi sono dileguato usando la mia straordinaria velocità, mi ha leggermente ossessionato, lo seguo da quella sera… ed entro ad infestare i suoi sogni con l’aiuto di mio fratello Taehyung, non mi capacito del fatto che riesca a ribellarsi ai miei poteri da incantatore, non è mai successo… sto forse perdendo il mio tocco?
Questa cosa mi manda fuori di testa e me lo fa desiderare con più ardore, ma Yoongi è stato chiaro,  "stagli alla larga Jimin" così aveva esordito prima di partire per il convegno delle congreghe dei Vampiri… qualcosa di grosso sta per accadere se lo hanno convocato… non potete nemmeno immaginare… non siamo proprio liberi di fare ciò che vogliamo, abbiamo delle regole anche nella nostra comunità, forse più rigide di quelle umane, affinché possiamo sopravvivere… soprattutto io, io non sono libero…  io sono legato da quando esisto ad un ignobile profezia… che non so nemmeno se sia vera… ma questo comunque pesa sulla mia libertà e se devo essere sincero io odio sottomettermi, non mi piace per niente, quindi la maggior parte delle volte faccio ciò che mi pare e quando mi pare, facendo arrabbiare non poco la mia famiglia e Yoongi soprattutto… che è a capo della nostra piccola congrega.

Sospiro infastidito… e sento un’improvvisa aria gelida alle mie spalle, <<Ciao Seokjin… che ci fai in città di giorno?>> dico con un sorriso beffardo sulle labbra, lui mi guarda severo, lo so anche se sono girato di spalle <<Questa domanda la faccio io a te…>> lo dice con un tono molto duro tenendo la mascella tesa e i suoi denti stretti.

Mi limito a ridere, una risata profonda e silenziosa dal tono schernitore, facendo sobbalzare le mie spalle, Jin prontamente mi afferra bruscamente una spalla stringendola con molta forza causandomi un lancinante dolore e facendomi voltare di forza verso di lui <<Non provocarmi Jimin, lui è tornato, ti vuole vedere, Ora>> molla la presa facendomi emettere così un sospiro di sollievo da quel improvvisa sofferenza provata, questa condizione aimè tanto conosciuta, mi fa segno di seguirlo, tenendomi la spalla dolente chino leggermente il capo in un piccolo inchino e mi ricompongo leggermente, cerco di sorridere di nuovo, sento improvvisamente tensione al pensiero di doverlo affrontare…
<<Togliti quel ghigno dalla faccia Jimin, perché non sembrava molto contento di non averti trovato a casa>>

I WANT YOUR BLOOD /Jikook/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora