🄿🅁🄾🄻🄾🄶🄾

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"𝙼𝚒 𝚜𝚎𝚍𝚎𝚝𝚝𝚒, 𝚙𝚛𝚎𝚜𝚒 𝚕𝚊 𝚖𝚒𝚊 𝚝𝚎𝚜𝚝𝚊 𝚏𝚛𝚊 𝚕𝚎 𝚖𝚊𝚗𝚒. 𝙶𝚞𝚊𝚛𝚍𝚊𝚒 𝚗𝚎𝚕 𝚟𝚞𝚘𝚝𝚘, 𝚖𝚒 𝚜𝚎𝚗𝚝𝚒𝚒 𝚙𝚊𝚛𝚝𝚎 𝚍𝚒 𝚎𝚜𝚜𝚘 𝚎 𝚙𝚒𝚊𝚗𝚜𝚒."

Quattro mesi prima

Vuota.

Così mi sentivo da un po', era questa la sensazione che non riuscivo a spiegare quando mi chiedevano come stessi.

Ero seduta sul materasso di camera mia da mezz'ora, fissando il letto sfatto di mio fratello Maxwell.
Attendevo in silenzio il momento in cui sarebbe rientrato nella stanza con il solito sorriso contagioso.
Con una frase del tipo «Eccomi, ero andato a prendermi le patatine fritte con la salsa bbq nel bistrot in fondo alla strada. Cos'è quella faccia? Sono stato via per poco.»

Avevo finito le lacrime, sentivo la pelle delle guance tirare da quanto avevo pianto.
Persa e sola, il mio porto sicuro mi aveva abbandonata in mezzo a questo mare di falsità.
Lui stesso si era rivelato parte di essa.

Mentre cercavo di tenere sotto controllo il mio urlo disperato, sentivo mia madre al piano di sotto che combatteva con l'impulso di scaraventare al suolo tutto quello che le capitava sotto mano.

Era fuori di sé e non faceva che strillare addosso a mio padre, come se il dolore fosse solo suo.
Potevo capirla.

L'unica differenza era che io mi sentivo immobile, incapace anche solo di parlare, me ne stavo lì, zitta, a stento sbattevo le palpebre.
Implodevo e mi logoravo.

Mi alzai con tutta la forza rimasta e appoggiai la mano sulle lenzuola chiare, erano fredde, mi sdraiai lasciando che le ultime lacrime bagnassero il cuscino.

Perché non mi ero svegliata?
Potevo fargli cambiare idea, anzi sicuramente lo avrebbe fatto, mi avrebbe ascoltata.

Lo avrebbe fatto.
lo avreb...

Le prima cosa che sento quando riapro gli occhi é il freddo, mi accorgo di essermi addormentata nel letto di Maxwell.
È pomeriggio, la luce entra attraverso le tapparelle semiaperte.

Dobbiamo andare, mi alzo controvoglia e recupero il foglio che avevo lasciato sopra alla scrivania.

~Siamo lieti di comunicarti che sei stata ammessa all'accademia Graham Area, in Texas.
La tua candidatura è stata valutata con attenzione e siamo convinti che tu possieda le capacità necessarie per avere successo presso la nostra istituzione.~

Mi decido a scendere in soggiorno, mia madre mi raggiunge togliendosi il grembiule da cucina e mi attira in un abbraccio confortante, mi bacia sulla fronte e mi dice: «Andrà tutto bene, non essere nervosa.»

Faccio la doccia più lunga della mia vita, perdo molto tempo a insaponarmi il corpo con il bagnoschiuma alla lavanda e mi lavo anche i capelli lunghi, tutto per perdere più tempo possibile.
Ho paura, ma niente ripensamenti.
Sono convinta della scelta che ho fatto, non si torna più indietro.

Lo faccio per la mia anima fragile, per diventare forte e per spegnere queste emozioni amplificate.
Voglio essere una combattente.

Mi guardo le mani che tremano, serro i pugni  per farle smettere.
Mi conficco le unghie sui palmi, trattengo una smorfia di dolore.

Il dolore aiuta a volte.

Sono forte.
Forse non ora, ma lo diventerò.

~•~Buon inizio di lettura!  📚Vi aspettiamo su tik tok e ig: stormyysbooks

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