23• The 🄶host of yo🅄

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-That if I can't be close to you
I'll settle for the ghost of you

ANASTASIA POV:
❤️‍🔥

È sera e mi sto dirigendo nuovamente al quartier generale, oggi sono in vena di fare scemenze.

Sento delle voci provenire dalla palestra, riconosco quella di Alexander e mi dirigo verso il rumore.

Sbircio attraverso lo spiraglio e non posso credere ai miei occhi.
Spalanco di colpo la porta, sussultano presi alla sprovvista e le loro facce cambiano immediatamente.

«Non è come credi!» il suo viso è allarmato, il suo tono di voce agitato e i suoi occhi sono sgranati.

Tutte le sicurezze che avevo racimolato con il tempo e la fatica si sgretolano in un istante, passo lo sguardo da una parte all'altra come una biglia impazzita e il mio corpo si blocca sul posto.

Alexander è in piedi al centro della stanza, leggermente piegato su una tavolo e tiene aperta una cartina che non riesco a vedere, sembrerebbe quella del campo, ma non ne sono sicura.

Con lui c'è anche il generale King, deve essere una faccenda privata perché è sera tardi e non dovrei sicuramente trovarmi qui e lo confermano le occhiate che si scambiano e gli sguardi preoccupati che puntano su di me. Nessuno parla.

«Non ho trovato molto da mangiare, ce lo faremo andare bene!» mi congelo sul posto, dei passi sicuri provengono dal corridoio alle mie spalle.

Mi giro lentamente e non mi capacito del ragazzo che mi trovo davanti, alto, cammina con la testa bassa esaminando quello che tiene nelle mani, ma i capelli ricci e dorati mi rivelano all'istante di chi si tratta.

Nella stanza regna il silenzio, troppo e lui solleva lo sguardo, posandolo su di me, le pupille si allargano e lascia cadere tutto a terra.
Il mio cuore sussulta.

«Mary...» il sussurro che esce dalle sue labbra carnose mi riempie gli occhi di lacrime.

Tutto questo tempo senza avere una spiegazione, sentendomi abbandonata dal mio migliore amico, la mia spalla, l'ancora di salvezza, tutta questa mancanza sfociata poi in rabbia.

«Max...» fatico anche a pronunciare il suo nome, li vedo i suoi occhi che si velano per l'emozione.

Sono passati mesi dall'ultima volta che l'ho visto, ha il viso ancora più scavato, i capelli che una volta erano morbidi e gonfi sono più corti e spenti.

Una stretta al cuore, un pugno nello stomaco e i miei piedi iniziano ad indietreggiare, l'armatura che ho costruito in questi mesi si attiva e io arresto le lacrime, come se fosse del tutto normale e qualcosa si accende dentro di me.
L'ira più totale.

Mi giro in direzione di Alexander, è ancora in piedi con le braccia conserte che ci guarda senza proferire parola.

«Ti è piaciuto lo spettacolo?» assottiglia gli occhi, non mi sfugge nemmeno lo sguardo che gli riserva Mat del tipo "sei nei guai" alza le mani e si allontana, uscendo dalla stanza.

«Perché dovrebbe essermi piaciuto?» il tono impassibile con cui pronuncia queste semplici parole mi fa alterare ancora di più.

«Sapevi tutto! Hai visto come stavo in questo periodo, sapevi che tanto del dolore che portavo dentro era dovuto alla sua mancanza, mi sono confidata sui miei stati d'animo» fa dannatamente male.

яєвιятнDove le storie prendono vita. Scoprilo ora