5• 🅃hanks for making me a 🄵🄸🄶🄷🅃🄴🅁

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-So you say I'm complicated
That I must be out my mind
But you've had me underrated.

ANASTASIA POV:
❤️‍🔥

La notte precedente l'ho passata nel dormitorio, senza uscire. Non me la sentivo di rischiare con tutto quello che sta accadendo e gli allenamenti sempre più duri, ho preso sonno subito appena toccato il cuscino.
Mi è sembrata la cosa più bella che avessi fatto dopo un sacco di tempo.

Siamo già pronte per l'addestramento, ci è stato comunicato che saranno anticipate nuove tecniche.
Tra cui il tiro con l'arco, l'allenamento con i coltelli e la pratica con le armi da fuoco.
Stiamo aspettando il Comandante per iniziare la lezione, non ho idea di chi possa essere.

Le guerriere sono state convocate nel campo base dove solitamente si allenano i Neutralisti. Sono emozionata, ho il corpo in fibrillazione.

Siamo in 2.345 considerando tutte le aree e zone, è veramente un complesso dispersivo e grande. A volte ci impegniamo anche mezz'ora o più a piedi per andare da un'area all'altra del campo.
Ci troviamo dentro a una grande sala con il pavimento color terracotta, di un rosso scuro intenso.
Le pareti sono bianche e nella parte più alta si trovano grandi finestre da cui entra la luce mattutina.

La porta si spalanca e ci mettiamo tutti in posizione. In questi tipi di allenamenti tutte le reclute sono convocate, non divise come capita solitamente.
Tengo lo sguardo fisso di fronte a me, qualcuno si sta avvicinando con passo lento e controllato.

«Riposo, soldati.»
La voce mi giunge roca, come quella di un fumatore incallito.

Mi giro nella sua direzione e non ci posso credere, un mormorio basso si fa strada nelle mie orecchie.
La sorpresa non deve essere solo da parte mia.

«Non pensavo fossero proprio i generali a farci la lezione.» dice il ragazzo al mio fianco.
Nemmeno io, e chi se lo immaginava.

Si avvicina con fare intimidatorio, ha una figura possente. Deve  avere sulla cinquantina d'anni.
I capelli brizzolati tirati all'indietro con quintalate di gel e una leggera traccia di barba, come se l'avesse fatta da qualche giorno.

«C'é qualche fighetta che ha paura di fare sul serio qui?» cammina avanti e indietro con aria intimidatoria.

«No, signore!» rispondono tutti in coro.

«Non ho sentito bene.» lo urla ancora più forte per incitarci ad alzare il tono di voce.

«No signore! Siamo pronti a sacrificarci per il nostro paese.»

Io non sapendo cosa dire sono rimasta in silenzio, lui mi punta subito i suoi occhi color ghiaccio addosso.
Sento freddo, mi congelano all'istante.

Si avvicina e i suoi scarponi sono appoggiati con la punta ai miei.
Si abbassa per raggiungermi, sento il suo respiro pesante addosso, mi ricorda un bisonte imbufalito.
Il suo odore conferma la mia ipotesi, puzza come una ciminiera.

«E tu chi saresti?» lo chiede scrutandomi attentamente.

« Faccio parte delle guerriere, Signore. Anastasia Mary Jhones. »

«Jhones,hai detto?» Annuisco, tenendo la testa alta. I suoi occhi si assottigliano in due fessure, sta per dire qualcosa ma la porta viene spalancata di colpo.

Si stacca da me e io tiro un lungo sospiro di sollievo, i miei polmoni rilasciano l'aria trattenuta.
Si gira verso il rumore di passi che ci sta raggiungendo in modo sicuro e controllato.

«Guarda chi abbiamo qui,il ritardatario.» c'è un mezzo ghigno divertito nel suo viso.

«Ho avuto dei problemi Generale Hathcock, ora sono qui.»
Oddio!
Lo riconosco subito e che faccia tosta, il ragazzo al mio fianco sussulta spalancando gli occhi.
Vorrei dirgli che è sempre così spocchioso.

яєвιятнDove le storie prendono vita. Scoprilo ora