1• 🄱urning flames or 🄿aradise

955 92 169
                                    

"ηση тємρ ριù ℓα ραυяα є ηση ℓє
ρєямєттєяò ԃι ɕσηтяσℓℓαямι.
ℓα ραυяα ιмραяєяà α тємєяє мє ."

ANASTASIA POV:
❤️‍🔥

L'ambiente che mi circonda puzza di muffa, sudore e di altre sostanze che sinceramente non voglio neanche sapere.

È soffocante e dovrei averci fatto l'abitudine ormai, sono mesi che mi trovo presso il campo di addestramento Graham in Texas.

È un'accademia di formazione per giovani reclute che prevede una disciplina rigida e una serie di attività; fisiche e teoriche, per diventare membri ufficiali delle forze armate dei Neutralisti.
Un gruppo di soldati altamente qualificati che si impegnano a proteggere lo stato da varie minacce.

Mia madre alla mia età, era una delle guerriere più conosciute, forte e talentosa, era già stata mandata come supporto nei campi di battaglia.

Lei é uno dei miei più grandi punti di riferimento; una donna forte, con le palle, si può dire?
In ogni caso una vera forza della natura, potrebbe cascare il mondo e lei lo schiva senza fare una piega.

Vivo costantemente con la paura di deludere le persone che amo, i miei punti di riferimento.
I miei genitori, anche mio fratello lo era.
Ora non lo so più, mi prudono le mani solo al suo pensiero.

Per quello ho deciso di fare richiesta per entrare in questo campo di addestramento, non me lo ha chiesto nessuno e non mi è stato imposto.
Solo, ne sentivo la necessità.

Di fare qualcosa per me, lontano da tutti, nuova aria.
Nuova gente.

Mi ritrovo ogni notte ormai a sgattaiolare fuori dal dormitorio delle ragazze guerriere.

Fatico a dormire e l'unica cosa che mi riesce è girovagare per le varie aree, senza essere scoperta ovviamente.
Dettaglio importante.
Sono molto severi, con tanto di coprifuoco e tutto il resto.

Devo orientarmi al buio perché le luci sono spente da qualche ora, alzo il cappuccio della mia felpa nera oversize sopra alla testa, meglio non farsi beccare subito.

Porto lo sguardo sulla finestra che affaccia nel cortile, una leggera luce entra dall'esterno, la scavalco e con un salto sono fuori.

Vedo John, il sorvegliante, come sempre nel suo posto di controllo ma da questa distanza non capisco se si sia addormentato o se stia giocando a scacchi nel telefono.

Poco mi importa, mi aquatto e metto in atto la mia tecnica "passare inosservata senza fare casini" finché riesco a raggiungere l'altra parte della cabina, ritrovandomi alla fine dell'area A, ovvero il campo base.

Mi rimetto in piedi e pulisco con le mani i leggings sporchi di terriccio e sabbia rossastra.
Mi ritrovo davanti al bacino idrico e anche l'unico spazio verde del campo.

Mi sembra di tornare a casa quando vengo qui, dove abito io c'è il mare, il vento e l'aria pulita.

Mi dirigo a passo spedito verso il mio posto, l'ho denominato così.

C'è un masso sotto ad un albero rinsecchito, mi siedo, mi ricorda le giornate che passavo con mio fratello Maxwell al mare sotto casa.

Lui é più grande di me di cinque anni, io ne ho 23, ma questa differenza di età non l'abbiamo mai sentita, era il mio migliore amico.
Mi manca terribilmente, anche se ho sofferto per lui in questi mesi.
Sarei una bugiarda se dicessi il contrario.

Non sono quel tipo di persona che si fa prendere dall'emotività anzi, non più, cerco di reprimere questi sentimenti.

Il mio motto é: il dolore di ieri é la forza di oggi.
Prendo un sassolino e inizio a lanciarlo nell'acqua, mi piace il rumore che emette, soprattutto mi distoglie dal frastuono che fanno i miei pensieri.
Cerco di rimanere il meno possibile da sola con la mia mente, i ricordi fanno male.

Non so di preciso quanto tempo sia passato ma inizio a vedere i primi raggi dell'alba, il blu che si fonde con l'arancione e il giallo.
Devo tornare prima che il capo area Evans detto il tricheco per via dei suoi denti sporgenti, venga a svegliarci. Non voglio poi ritrovarmi a fare mille piegamenti sulle braccia come punizione.

Mi alzo e inizio a sbadigliare, perché devo cominciare ad avere sonno a quest'ora?

Inizio a correre per tornare al dormitorio quando senza accorgermi vado a sbattere contro una sagoma dura come una roccia, è la prima volta che incontro qualcuno qui fuori.

Mi faccio prendere dal panico e l'unica cosa sensata che mi viene da fare è mettere le mani sul suo petto e spingerlo con tutta la forza che ho nel laghetto.

Sento un gran tonfo e schizzi di acqua mi raggiungono ritrovandomi così fradicia, inizio a scappare ma la roccia umana inizia a lanciare le braccia in alto e chiedere aiuto anche se il rumore della sua voce è attutito.
E si sentono più gorgoglii che altro.

Mi blocco e mi giro a fissarlo, alzo gli occhi al cielo sbuffando.

Chi è questo che non sa nuotare in un campo di addestramento?

Torno indietro senza pensarci mi tolgo gli scarponi e mi tuffo, con due bracciate lo raggiungo e sfrutto la lezione fatta sul pronto soccorso, non avrei mai immaginato di metterla in atto in così poco tempo.

Gli avvolgo le braccia attorno al petto e lo trascino fuori dall'acqua, lui inizia a tossire e lo sento farfugliare qualcosa, forse qualche imprecazione verso di me.

È un uomo.

Un uomo che ho rischiato di far annegare.

Perché non sa nuotare.

In un campo di addestramento.

Mentre la mia testa continua a darmi impulsi vari tra cui anche quello di scappare, i suoi occhi finiscono nei miei, sono neri come la pece.
Un vortice oscuro e misterioso.

E incazzato.

Ha un cappellino con la visiera verde militare, non vuole essere riconosciuto?

Ha difficoltà anche lui a dormire e scappa
dai suoi pensieri?

Lo osservo, i capelli scuri che gocciolano acqua dalle punte bagnate, labbra disegnate di un rosa intenso, t-shirt nera che è diventata aderente sulla muscolatura tonica e jeans cargo militari.

La cosa che più mi salta subito all'occhio è la pistola automatica da 7,65 mm che porta sul fodero, non é sicuramente un guaritore e io sono nei guai.
Cazzo, sono in guai seri.

Torno a guardarlo in quegli occhi scuri, che ora mi stanno fulminando.
Forse dipende da fatto che gli sono praticamente in braccio, o magari perché l'ho spinto in acqua presa dal panico.
I miei occhi iniziano a saettare impazziti, dischiude le labbra carnose per dire qualcosa ma lo zittisco prima che possa preferire parola.

«Tu, non hai visto niente!» mi stacco da lui, che assottiglia gli occhi e mi scruta da sotto le ciglia folte ancora imperlate di acqua.

Scappo via più veloce che posso, senza guardarmi indietro, ho il fiato corto quando arrivo in prossimità del dormitorio.

Spalanco la finestra con il cuore che batte impazzito, mi tocco la testa in agitazione, per fortuna ho sempre mantenuto la felpa sulla testa.

Faccio un lungo sospiro di sollievo.

Non mi avrà vista.
Sarà stato sicuramente un caso, non lo rivedrò più.

Giusto?

~•~

Spazio Autrice:

Ciao a tutte, cosa ne pensate di questo primo capitolo? ☺️

Chi sarà questo ragazzo misterioso?
Lo scopriremo nei prossimi capitoli!

tik tok e ig stormyysbooks
Playlist spotify Stormy

яєвιятнDove le storie prendono vita. Scoprilo ora