20• Time 🄷🄴🄰🄻🅂 all

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-O mi baci
O mi porti sulla luna

ANASTASIA POV:
❤️‍🔥

Me li sfila «Questi sono miei»
«Sono...sono tuoi?»

Un flashback della prima volta che l'ho visto al quartier generale.
Li indossava.

Senza volevo inizio ad indietreggiare, lui mi guarda non capendo la mia reazione eccessiva.

Nonono

Anche la persona che mi ha riportata in camera quella notte li aveva.

«Tutto bene?» prova ad avvicinarsi ma io indietreggio ancora, mettendo una certa distanza tra di noi.

Inizio a tremare, sento dapprima caldo in tutto il corpo e poi sempre più freddo.
Le sensazioni sono così amplificate che non capisco se siano reali.

Vedo le sue labbra che si muovono e che mi sta parlando ma non capisco le parole.

Inizio a vedere sfuocato, mi sento bloccata. Tendini e muscoli non rispondono ai miei comandi.
Il respiro è pesante e il cuore batte impazzito lo sento pulsare fino alla testa, le mandibole talmente contratte che mi fanno quasi male.

Alexander percependo la mia confusione si avvicina lentamente come se vedesse in me qualcosa che lo terrorizza, nel momento esatto in cui tocca la mia pelle il mio corpo si lascia andare addosso al suo e mi sembra di non avere nemmeno la forza di reggermi in piedi.

«Cosa è successo?» la sua voce mi giunge lontana.

Provo a muovere le labbra ma sono come incollate tra di loro, mi abbraccia e ci accasciamo insieme in mezzo alla stradina.

La voce non era la sua, non poteva essere lui.
I guanti saranno i suoi ma non era lui.

Non era lui.

Mi accarezza delicatamente i capelli e non mi sembra nemmeno la stessa persona di poco prima.

«Cosa posso fare?» ha un tono di voce deciso ma sento anche una leggera preoccupazione «dimmelo».

Continua a cullarmi e tra le sue braccia lascio cadere tutte le mie resistenze e senza riuscire a controllarmi inizio a piangere.
Mi passa le dita tra i capelli e inizio a rilassarmi poco a poco.

Con facilità mi prende in braccio e avvolgendomi un braccio dietro alla schiena e l'altro a sorreggermi le gambe, appoggio la testa sul suo petto e mi sembra la cosa più naturale che potessi fare.

Chiuso gli occhi ancora singhiozzante.

Mi risveglio nel letto di camera sua, mi guardo attorno spaesata le palpebre pesanti e la testa un macigno.

«Ehi» mi giro nella direzione della voce e trovo Alexander che mi guarda da sotto le ciglia folte.

«Dimmi cosa posso fare» sbatto gli occhi non sapendo cosa dire.

Si avvicina a me e prima che possa rendermene conto appoggia le labbra sulle mie.
Un contatto veloce e appoggia la fronte sulla mia.

«Quanti baci ti servono per farti tornare da me? Dimmelo e te li darò tutti».

«I...i guanti» anche pronunciare queste semplici parole mi costa fatica.

Alexander aggrotta la fronte e si gira in direzione di essi, poi torna su di me.

«Cos'hanno?»
Mi accarezza con il pollice il dorso della mano ed è un movimento così impercettibile che lo sento appena.
Seguo il percorso del suo avambraccio e finalmente posso leggere la scritta "Amore" fatto come se le parole si stessero sciogliendo e c'è una riga sopra rossa che taglia la parola.

яєвιятнDove le storie prendono vita. Scoprilo ora