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<Sei sicura che posso metterla?> Diana tiene in mano la gonna che le ho prestato, insicura.
Mi giro verso di lei, il pennello fermo sulla guancia.
<Certo! A me non entra nemmeno in realtà...se ti piace puoi tenertela> le dico sinceramente. Mi mostra un sorriso imbarazzato.
<È molto bella> dice rigirandosela tra le mani. È una semplice gonna argentata a vita bassa. Miranda me l'ha regalata insieme a tanti altri vestiti prima di partire per New York, ma non mi si abbottona. Inoltre, per i miei gusti è anche troppo corta.
<Se non ti dispiace allora la prendo in prestito> mi dice stringendosela come se fosse un tesoro. Continuo a prepararmi mentre parliamo del più e del meno.

Per natura sono una persona chiusa ma cerco di farla sentire a suo agio, non vorrei che si pentisse di aver deciso di venire a ballare. Alla fine decido di mettere un vestito nero a maniche lunghe, sotto ci sistemo delle calze e degli stivali con un tacco sottile di mia madre, infatti sono un po' rovinati ai lati ma non credo si noti molto al buio.

<Posso farti delle treccine?> le chiedo mentre la vedo sistemarsi il body bianco addosso.
<Oh, d'accordo> mi dice sorridendo. Le acconcio i capelli con due treccine sottili ai lati, è bellissima. Procede con un trucco naturale ma sbriluccicoso.
<Sembri una stella...ti sto riempiendo di brillantini> ridacchio da sola per il mio paragone. Ride a sua volta.
<Tu sei bellissima, se fossi maschio ti avrei già chiesto di uscire> arrossisco a quelle parole.
<Ma che dici!> Mi sorride in un modo che non riesco bene a decifrare.
<Sto dicendo solo la verità, tesoro>
<Ho finito!> dico, ignorando i suoi complimenti. In quel momento mi arriva un messaggio da Daisy la quale mi avverte che stanno arrivando.

<Stanno arrivando anche le ragazze...dai scendiamo> le comunico mentre sistemo frettolosamente le cose, per evitare di beccarmi una ramanzina da mia madre. Afferro una borsa nera e ci infilo dentro le cose poi esco dalla mia stanza seguita da Diana.
<Mica c'è anche tuo fratello?> mi chiede a bassa voce, guardandosi intorno.
<Chi?> dico facendo la finta tonta. Mi lancia uno strano sguardo poi la porta della sua camera si apre. Jason compare davanti a me, assonato e con una mia fascia con le orecchie da gatto che gli tira indietro i capelli. Sbadiglia guardandomi.

<Dove vai?> basica mentre si gratta la spalla poi il suo sguardo si posa su Diana e sembra che un getto d'acqua fredda lo abbia colpito in faccia.
<Diana> sussurra in trance mentre la sguarda da testa a piedi. È completamente andato.
<Ciao Jason. Io e Lily stiamo andando a ballare> le dice la bionda mentre mi lancia uno sguardo quasi disperato.
<Ah, bello, bello. Da quando vi conoscete?> chiede, forse più a me che a lei a giudicare dalla sua faccia che sembra voler dire "Come hai osato non dirmelo".

<Da tre giorni praticamente> ammicco a mio fratello
<Dai, andiamo sono fuori> dico a Diana, la prendo per mano e mentre non mi guarda faccio un terzo dito a Jason. Mi mima un insulto.

<Con chi uscite?>
<Con le mie amiche. È una serata tra ragazze quindi non sei invitato, ma a prescindere non ti avrei fatto venire> gli mando un bacio volante mentre Diana, al mio fianco, ridacchia. Mio fratello mi trucida con lo sguardo poi sorrido serafica a Diana.
<Puoi anche dire a tua mamma che ti fermi a dormire da me, se vuoi. Ci entriamo nel letto> dico abbastanza forte da farmi sentire da mio fratello. Diana ridacchia, e mi regge il gioco.
<Ti avverto, sono molto freddolosa quindi ti abbraccerò per tutta la serata> mi dice facendomi l'occhiolino. Rido e usciamo da casa. La macchina di Taylor è parcheggiata nel vialetto, ci dirigiamo dentro. Daisy è seduta dietro e appena mi vede mi saluta con un bacio sulla guancia.

<Ragazze! Lei è Diana. Diana loro sono Daisy, Taylor e Sam> le presento indicando le ragazze. Sam si sporge indietro e spalanca gli occhi guardandola.
<Io ti conosco! Fai una verticale da paura alle partite> Diana mi lancia uno sguardo sorpreso. Mi ha raccontato di avere molta stima per le ragazze, le considera bravissime. Ricevere un complimento da una di loro deve essere estraneamente gratificante.
<Grazie! In realtà non penso sia granché> dice modestamente.
<Non ci provare! Tieni bevi> e ci passa una fiaschetta.

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