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<Lily, svegliati> spalanco gli occhi trovandomi davanti a me il volto del mio migliore amico. Mi risistemo a sedere. Mi sento come se mi avessero gettato un secchio d'acqua addosso.
<Che succede?> gli domando confusa mentre arrossendo mi pulisco l'angolo della bocca dalla saliva. Arrossendo mi rendo conto di essermi addormentata.
<Niente, non preoccuparti. Dobbiamo tornare a casa. La mamma di Victor sta per rientrare> mi informa. Prendo il telefono per controllare l'ora.  Sono quasi le sette di sera.


<Va bene. Come stai?> gli chiedo passandogli una mano sul braccio.
<Meglio> mi risponde, ignorando il mio sguardo.
<Preferisci che venga a casa con te?> provo a chiedergli. Victor scuote la testa in segno di dissenso.
<No, dopo rischi di finire nei guai anche tu. Facciamo finta che oggi non ci siamo visti>

<Vic, hai svegliato la bella addormentata?> Alex entra nel salotto con un accenno di un sorriso, sembra più essere una smorfia. Arrossisco nuovamente per la grande figuraccia.
<Scusami> gli dico imbarazzata. Lui si limita a fare spallucce.
<Tranquilla, quando siamo scesi abbiamo trovato tutti e due a dormire e James quando dorme russa, devi proprio avere il sogno pensante> mi dice.
<Non stavo russando> sento James intervenire dall'altra stanza.
<Infatti, sembravi più un trombone> gli dice divertito avvicinandosi a lui. Mi infilo il giubbotto e poi tutti e quattro usciamo dalla casa.
<Mio fratello è da te> mi dice Victor a un certo punto in macchina, mostrandomi una foto. La foto ritrae Noah che disegna sul petto di Jason, che è steso a terra e con assoluta noncuranza sta con il telefono in mano. Nello stesso momento mi arriva un messaggio da parte del suddetto.


Il video riprende Noah dalla prospettiva di Jason, non posso fare a meno di sorridere nel vedere la faccia concentrata di mio nipote nel fare quello che sono solo degli scarabocchi.

"Picasso" mi scrive mio fratello.

"Riesce a disegnare meglio di te"gli rispondo.



La macchina si ferma fuori casa.Apro la portiera.
<Ciao ragazzi> saluto prima di chiudermela dietro e rientrare in casa. Rovisto nella tasca della merenda per raccattare le chiavi che lancio in una ciotola all'ingresso una volta entrata. Sento le voci di Marcus e Robin dal salotto, entro nella stanza trovando Marcus steso su un fianco e con una mano dietro la testa, mentre sottolinea un libro. Robin invece è seduto a terra e sta cercando di barattare con un peluche il suo quaderno che mio nipote stringe tra le mani.

<Noah, mi serve questo. Prendi mister orso> prova a convincerlo, inutilmente.
<Guarda che è un'orsa> lo correggo sarcasticamente. Mio fratello alza lo sguardo verso di me. Gli occhiali gli scivolano sul naso, dandogli un'aria da serial killer.
<Sembri Jeffrey Dahmer> aggiungo serafica.
<Non fai ridere nessuno. Puoi tenerlo tu?Dobbiamo preparare una presentazione> mi porto una mano al petto, sconvolta.
<Da quando in qua anche voi giocatori di football dovete studiare come noi umili mortali? Come si permettono di caricarvi di tutto questo stress!> gli dico teatralmente. Marcus ride mentre Robin si limita a fare una smorfia.


<Rettifico. Non fai ridere nessuno> ribatte.
<Marcus sta ridendo> controbatto.
<Marcus riderebbe anche nel guardare la vernice asciugarsi> mi ritrovo senza parole.
<Voi due sempre a litigare, eh?> con enorme sgomento Mason mi passa affianco, accennando un sorriso divertito. Cosa diavolo ci fa lui in casa mia.

<Robin hai adottato un altro animale? Non bastava già Marcus a svuotarci il frigo?> gli chiedo serenamente mentre Mason si ficca in gola una manciata di patatine. Le mie patatine preferite.
<L'unico animale qui sei tu. Una papera starnazzate, puoi andartene?> mi dice mollandomi Noah in braccio.
<Certo che devi essere enormemente limitato se non riesci a badare a un bambino di un anno e fare i compiti contemporaneamente. Fino ad ora stavate scherzando e ora che sono arrivata io dovrei fare la babysitter?> lo attacco irritata da questo comportamento e anche dal suo avermi definito una papera. Dovrebbe pensare alle sue amichette piuttosto che a me.


<Puoi evitare di rifilarmi la classica morale femminista? Non abbiamo fatto un cazzo perché Marcus e Jason hanno giocato fino ad ora> mi dice esasperato mentre sposta Marcus, obbligandolo a mettersi seduto.
<Lasciala perdere, si è arrabbiata perché hai preso le sue patatine> dice poi a Mason. Ci ritroviamo a guardarci dopo quasi un anno passato ad ignorarci reciprocamente. Mi giro e mi dirigo nella mia stanza, su tutte le furie. Mi fermo a metà scala sentendo uno sgradevole odore.

<Oh no Noah...>borbotto mentre lui mi mostra un sorriso sdentato. Con un sospiro mi dirigo nella sua stanza, al piano terra.
<Ecco qua. Ora sei pulito e profumato.> gli sorrido, passandomi una mano sulla fronte per levarmi il sudore. Non sta un attimo fermo, mi sono bagnata la maglietta mentre lo sciacquavo. Sento qualcuno bussare alla porta, spalanco gli occhi verso Noah.
<È arrivato papà?> gli chiedo retorica, poi lo prendo in braccio e ci dirigiamo verso l'entrata.
<Andiamo a vedere chi è> gli dico sistemandolo sul fianco. Dal fondo del corridoio noto Jason, indossa un accappatoio lilla.
<Ehi! Ti sei messo il mio accappatoio> gli dico, poi si gira verso di me e riesco a vedere la persona ferma all'ingresso, James Morris.
<Ti cercano> mi dice limpido mio fratello. Ha gli occhi spalancati come due piatti. Il panico mi prende all'istante e in pochi passi raggiungo la porta.
<Ciao. Cosa ci fai qui?> supero Jason, sperando che se ne vada, ma rimane impalato a mantenere la porta per tutto il tempo, senza alcun senso del pudore.
<Hai dimenticato il telefono> mi mostra quello che è il mio cellulare.

<Oddio, non me ne ero proprio accorta. Grazie> glielo prendo dalle mani, sconvolta. Noah cerca di prenderlo ma me lo infilo subito in tasca.
<Figurarti. Ci vediamo, allora. Alex mi aspetta in macchina> dice indicano la macchina parcheggiata fuori dal vialetto.
<Va bene. Ciao> lo saluto con la mano, tremendamente in imbarazzo.
<Ma chi è quello?> mi chiede immediatamente Jason, sento la faccia diventarmi rossa e richiudo velocemente la porta, sicurissima che James lo abbia sentito.


<La smetti di urlare? Coglione!>
<Accidenti come siamo nervosette... era il tuo fidanzatino? Sei così intelligente e hai usato il trucco del telefono dimenticato in macchina per
farlo venire a casa?> mi prende in giro.
<È solo un mio amico e sei tu che mi fai innervosire con i tuoi commenti inappropriati> quei tre sbucano dalla porta, straniti.
<Perché state urlando?> è Marcus a parlare.
<Lily si è fidanzata> gli risponde Jason  sghignazzando. Robin scoppia a ridere a quelle parole, come se gli avessero detto la battuta più divertente del mondo.

<Certo...prima gli asini voleranno e poi troveremo qualcuno in grado di sopportarla> dice. Il mio sguardo ricade su Mason e sento il disagio invadermi ancora di più.
<Mi dispiace informarti del fatto che non tutti sono degli stronzi patentati come te, e forse posso piacere ai ragazzi e avrò sicuramente più possibilità io di quante tu potrai mai averne una volta che Chloe si sarà stancata di sopportarti, perché fidati, nessuna a parte lei è in grado di  sopportare il tuo carattere di merda> gli vomito addosso ferita, salvo poi pentirmene immediatamente; così corro velocemente al piano di sopra, nella mia stanza. Lo odio, lo odio. Appoggio Noah sul letto e poi scoppio a piangere, con la faccia soffocata nel materasso, frustata per tutto l'accumulo di emozioni di oggi.


Robin passa la sua vita a sminuirmi e posso anche sopportarlo fin quando siamo solo noi...ma farlo davanti a quell'idiota di Mason è veramente umiliante.

My Fake Lover Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora