Capitolo 8

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ALEKSEJ

Mi sento come se fossi un piccolo seme malata, demoniaco, un seme che ha fecondato una terra violata, guastata dal male dell'uomo.
Mi sento come se il vento mi stesse spingendo via, lasciandomi approdare in un grembo che non mi ha scelto, e che io non ho scelto, ma qualcuno di più potente ha scelto per noi.
Una corrente mi trascina, dove mi annido in delle pareti soffici, qualcosa mi spinge e affando in un terreno umido, flutto nel vuoto finché dell'acqua mi sommerge, ma non affogo, come un pesce guizzo e mi nutro del caldo liquido che mi ha riscaldato d'amore, un amore che percepisco presto perderò.
Vivo nel buio, nonostante l'oscurità non mi sento solo, perché sento la presenza di chi mi sta nutrendo della sua essenza.
Non riesco a vedere nitidamente tutto ciò che mi circonda, ma percepisco che sto vivendo in simbiosi nel ventre di qualcuno che mi riempie la vita di luce, mi sento smarrito e confuso, ma quando un dolce canto dal quale non riesco a capirne la provenienza mi calma l'animo, mi lascio cullare dalla placata sinfonia finché non mi perdo nei miei sogni.
Di soprassalto mi sveglio, dove uno scoppio porta via l'acqua calda che mi avvolge, e un flusso che non riesco a contrastare mi trascina via dal mio mondo ovattato e caldo.
Vengo trasportato verso un canale stretto, asfissiante. Un dolore mi pervade, e quella voce soffice e mielata diviene un acuto strillo che mi spinge verso una luce che mi abbaglia la vista.
Vengo catapultato nel tumulto della vita, dove ad accogliermi non è la gioia ma i pianti e le urla di chi mi ha teneramente coccolato per nove mesi.
La paura mi assale, ma quando le sue braccia mi stringono mi sento confortato e sicuro, mi rilasso tra l'amore di quella che credo sia mia madre. Ma la pace dura anche meno di un istante, perché una voce crudele giunge ai miei piccoli timpani  lasciando che la sicurezza svanisca, e mi senta nuovamente solo e abbandonato.
Le sue mani ruvide e grosse mi trascinano via dalla donna che continua a urlare singhiozzando il mio nome.
Non riesco a vedere il volto della donna, ma il suo pianto è disperato, quasi sembra che non voglia lasciarmi andare.
L'uomo continua a stringermi nella sua stretta soffocante, mentre la donna gli grida a squarciagola di non portargli via il frutto della sua essenza.
Un'angoscia mi colpisce il cuore, e un vuoto si dilata nel mio cuore, quando il timbro amorevole che grida il mio nome diviene un eco lontano.

«Aleksej? Aleksej?» Le palpebre pesanti tentano di sollevarsi perché voglio vedere il volto della donna che tra le lacrime pronuncia il mio nome.
Un dolore all'addome mi affanna il respiro, cerco di muovermi, ma qualcosa mi stringe intorno ai polsi.

Mi sento strano, il caldo m'imperla la fronte, la sensazione che percepisco sembra diversa da quella di prima e il timbro di voce non mi sembra appartenga alla stessa donna.
Le tempie picchiettano forte, e la testa penzola nel vuoto, un senso di nausea mi assale lo stomaco e la confusione mi bombarda la mente, dove gli occhi fanno uno sforzo sovrumano per aprirsi.
Il buio mi circonda e le iridi si scontrano con la mia maglia che è inzuppa di sangue, stanco sollevo il mento lasciando che gli occhi urtino con delle lacrime che colano dal viso della donna che giace in un angolo legata e tremante.
La realtà m'investe come un pullman che mi spiaccica al suolo, e comprendo che quello di prima era solo un delirante sogno.

«Grazie a Dio, pensavo fossi morto» La bocca di Eliska vibra di terrore, d'istinto tento di liberarmi dalla sedia che mi tiene imprigionato, ma le catene che mi bloccano i polsi non mi danno via d'uscita.
Mi guardo intorno per capire dove cazzo ci troviamo, l'oscurità mangia questo luogo, dal soffitto gocciola acqua putrida e la puzza di marcio quasi mi lascia sanguinare il naso.
Non riesco a capire dove cazzo siamo, so soltanto che devo liberarmi da queste maledette catene, prima che Valentin mi trascini in Russia.

«Aleksej cosa ci capiterà ora? Ci uccideranno?» La paura gli batte nel petto il che mi reca un immenso dispiacere perché l'ho trascinata nel mio mondo malato.

Kpokyc 2 (Croco)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora