Kpokyc 2 (Croco)

Capitolo 17

ALEKSEJ

Le mani mi sudano per il nervosismo, dei crampi fastidiosi s'irradiano nello stomaco.
La paura e il timore si stanno impossessando di me, picchietto il piede sulla moquette dell'aereo come se questo potesse chetare il mio animo.
Faccio dei respiri profondi per cercare di ridurre i battiti del mio cuore, perché se non mi calmo all'istante mi ucciderà un banale infarto, ma come cazzo posso fare per fermare la maledetta ansia?

Finché non metterò il piede fuori da questo aereo e le braccia non racchiuderanno contro il petto il mio piccolo e amorevole Крокус (Croco), sono sicuro che nulla riuscirà ad addolcire la bestia che tenta di venire fuori per decapitare le teste di chi oserà torcere un solo capello a Kyla.

Fisso l'oblò dove l'immagine di un uomo terrorizzato si riflette, non sembro neanche più io.
Una volta dal mio volto non trapelava alcuna emozione, il mio sguardo era vuoto e da esso non evinceva alcun stato d'animo.
La rabbia, la frustrazione, l'angoscia, la paura e mille emozioni contrastanti vengono a galla lasciando che il cuore salga su bloccandosi tra le tonsille.
Ma ciò che mi tormenta più di tutti è il senso di colpa, esso mi divora l'anima.

Molto spesso ripenso alla sera in cui ho portato via Kyla dal club di Feliks, se solo avessi deciso di liberarla quella stessa notte a quest'ora non avrei messo a rischio la sua vita.
Non sono stato la causa del suo rapimento, ma oggi sono il motivo per cui la sua vita è in pericolo.
Ho esposta alla Bratva le mie debolezze, e ora premeranno sul mio tallone d'Achille per annientarmi.
Le lezioni di mio padre non contano più un cazzo, ma su una cosa aveva ragione.

"I sentimenti sono una debolezza."
Ma no perché amare sia una vergogna, anzi, amare e soprattutto essere amati è la cosa più meravigliosa che può accadere nella vita di un uomo.
Ma il fatto è che nel mondo della fratellanza l'amore non è concesso, perché i tuoi nemici non avranno pietà per le persone che ami.
E Kyla in questo stesso instante sta pagando le conseguenze della mia negligenza.

Ho sempre saputo che un giorno l'avrei messa in pericolo, avrei dovuto lasciarla andare quando ne ho avuto l'opportunità.
Ma farlo non mi è mai risultato facile, non volevo rinunciare a lei, perché lei mi completa, mi rende migliore e non sono mai stato in grado di fare un gesto altruistico.
La verità è che sono un fottuto egoista quando si parla di Kyla, perché lei è la cosa migliore che mi sia mai capitata in ventotto anni, insieme a lei il cuore si riempie di serenità e non voglio perdere il sole che illumina le mie giornate.
E prego Dio che Kyla e la sua famiglia non paghino a caro prezzo questo mio egoistico bisogno essenziale.

Nonostante il giorno sia giunto il cielo è plumbeo, il silenzio incombe e solo il mio respiro ansioso echeggia nell'areo, i pensieri divengono pesanti da sopportare e solo quando siamo pronti ad atterrare scrollo dalle spalle la zavorra che ho portato per tutto il viaggio.
L'ultima volta che sono stato ad Helena è stato per riconfermare la mia promessa a Kyla, lasciare che le mie emozioni dominassero le mie azioni è stato uno sbaglio.
Non sarei mai dovuto venire, e non avrei mai dovuto telefonarle, e ora è inutile piangere sul latte versato, adesso ho bisogno di rimediare ai miei errori.

Io e i ragazzi non abbiamo per nulla l'aspetto di innocui turisti, e l'uomo che guida il taxi che ci conduce a casa di Kyla sembra aver capito che siamo dei brutti ceffi.
Le bocche tappate di Akim e Isaak mi raggelano il cuore, sono carico di tensione e adrenalina.
L'uomo si ferma a meno di un isolato dall'indirizzo della casa in cui siamo diretti, usciamo dall'auto e lascio all'autista senza aspettare che mi dia il resto una banconota da cinquecento che lo sbigottisce, credo che in tutta la sua vita non abbia mai fatto una corsa che valesse tutto questo denaro.
Non avevo altro a mia disposizione, e i soldi al momento non sono importanti, o meglio non lo sono più da quando Kyla è entrata a far parte della mia vita.