Capitolo 11

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KYLA

Oggi la giornata più delle altre inizia con il piede sbagliato, perché oggi è giovedì e non ho alcuna voglia di andare dalla mia strizzacervelli.

Raccontarle tutto mi era sembrata una buona idea, e a tratti ha anche alleggerito il macigno sul cuore.
Ma ora parlare con la Signorina Ramirez mi sembra sia stata la scelta più sbagliata che potessi fare, ho paura che la mia bocca possa aver messo a rischio Alek.
Ho la strana sensazione che la psicanalista non mantenga il suo segreto professionale, perché mi è sembrata molto curiosa di sapere quando Sokolov sarebbe ritornato da me.

Oggi più degli altri giorni la mia mente m'insinua insoliti pensieri, sospetto di tutto e di tutti e di sicuro l'uomo che ho visto per ben due volte non rende affatto facile la situazione.
Mi sento costernata, da mesi ormai vivo in una condizione al quanto disagiata per il mio essere, più passa il tempo e più l'incavatura che ho nel cuore si lacera.
Conto i secondi che mi separano da Alek, e il tempo che scivola dalle mie dita non fa altro che bruciare le mie speranze.

Con il cuore spompato mi alzo dal letto e mi avvicino alla libreria, il dito scorre sulle copertine fermandosi verso quello che ormai è diventato il mio libro preferito.
Un giorno Savannah mi propose di fare un giro in un mercatino che vendeva per lo più cianfrusaglie, ma tra gli oggetti di poco valore trovai qualcosa che per me ha un grande valore affettivo, "la figlia del capitano".

Il libro che sfortunatamente Sokolov mi ha letto per metà perché una serie di eventi hanno capovolto la nostra vita, e stento a crederci di aver trovato nella piccola città di Helena un vecchio libro stampato nella sua lingua madre.
Se questo non è un segno del destino, allora non so proprio cosa sia.

Piano apro il libro, dove il Croco ormai appassito e spiaccicato tra le pagine ingiallite ha assorbito il profumo stantio della carta.
Come un segnalibro mi ricorda fin dove era arrivato Alek, molto spesso la tentazione di continuare la lettura mi assale, ma persisto perché un giorno sarà la voce del mio Vichingo a concludere la storia.
E anche se le speranze stanno diminuendo una parte di me tiene ancora accesa la scintilla che mi lascia credere che Aleksej Sokolov manterrà la sua promessa.

E so che lo farà, ne sono certa, ma a volte l'essere umano è strano, molto spesso abbiamo bisogno di sentire con voce le certezze del quale siamo già sicuri.
E come quattro mesi fa, vorrei che Sokolov ritornasse per dirmi che non si è arreso e che presto troverà il modo per ricongiungere il nostro amore.

Stamattina per mia fortuna mio padre è uscito prima della colazione perché a lavoro c'erano dei problemi che richiedevano un suo intervento immediato.
Mio padre è un'anestesista e un intervento chirurgico d'urgenza ha preteso la sua presenza alle prime ore del mattino, il suo lavoro non mi ha mai affascinato anche se so che lui avrebbe tanto voluto che percorressi la sua stessa strada.

Sono sola a casa perché anche mia madre è dovuta correre a lavoro, e questo rende meno ponderoso affrontare la giornata, sono libera di starmene a letto ed evitare il mondo intero.
O almeno posso farlo finché mio padre non ritornerà a casa, ma fino ad allora mi godo il tempo che posso trascorrere come meglio mi piace.
Mi slancio sul letto, la schiena sobbalza sopra al materasso getto gli occhi verso il soffitto e appoggio il libro sul petto.
Il cuore pulsa sotto le pagine invecchiate, mi concentro sulla melodia del mio battito cardiaco.

Tum, tum, tum, il suono costante mi picchietta nei timpani, intorno c'è una calma pacifica e in pochi attimi la tranquillità mi assale, le palpebre calano spegnendo ogni filo nel cervello, lasciando che i sogni mi trasportino verso un sogno intriso d'amore.

Sono sospesa nel cielo, saltello da una nuvola all'altra e ogni qualvolta i piedi sfiorano la morbidezza di una nuvola che sembra un dolce zucchero filato mille ricordi si aprono sotto ai miei piedi.
Flutto nel cielo celeste e le immagini della mia vita con Alek sfilano come un film che mi emoziona il cuore.
Rivedo la prima volta che mise piede nella mia vita, la prima volta che mi sentì al sicuro con la sua giacca appoggiata sulle spalle infreddolite.
Rivedo la nostra prima lite, il modo in cui m'impartì il suo potere, un potere che poi ha ceduto a me.
Rivedo con una lacrima emozionata il nostro primo bacio, la prima volta che mi ha sorriso, l'indimenticabile sensazione passionale di quando è sprofondato nel mio mondo violato.
Rivedo e percepisco sulla mia pelle la prima volta che sono ritornata a vivere, perché Alek mi ha ridato quell'esistenza che pensavo non avrei mai più avuto indietro.
Il suo amore mi ha fortificato, resa impavida, pronta ad affrontare tutto e tutti, lui è la mia forza, tutto il mio universo.
Volo nel cielo chiaro fino a quando un suono mi arriva ai timpani, mi guardo intorno ma non riesco a comprendere da dove provenga lo squillo, nuoto nell'azzurro finché la gravità mi trascina verso il basso, precipito e una sensazione di vuoto sfarfalla nello stomaco, cerco di aggrapparmi alle nuvole ma si polverizzano tra le mie dita, il suono penetra animosamente nelle mie orecchie finché gli occhi si sbarrano.

Kpokyc 2 (Croco)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora