Capitolo 65

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KYLA

Sono passati ormai dei giorni e nessuna chiamata arriva da parte di Iskra.
In casa ormai si respira un'aria tesa, e l'assenza di Alek non fa altro che appesantire l'atmosfera.
Da quando è ritornato ad essere il capitano della Bratva è sempre stato poco presente, ma sono giorni che non riesco più a incrociare il suo sguardo neanche per un solo fottuto istante.

La mattina quasi sempre esce prima che riesca ad aprire gli occhi, e la sera, beh non so neanche a che ora torni la sera.
Molto spesso ho come l'impressione che rincasi soltanto per una doccia e subito dopo riparte alla carica, e ciò che mi chiedo è: ma che diavolo sta succedendo?
Capisco che deve interpretare al meglio la sua recita, ma a momenti lo chiameranno per premiarlo con un maledetto Oscar cinematografico.
Vorrei sapere cosa diavolo lo porti per così tante ore fuori casa? E vorrei tanto chiederglielo, ma non ho la benché minima idea di come fare visto che per parlargli devo fare una cazzo di richiesta a un fottuto procuratore.

Le giornate risultano essere molto estenuanti e l'attesa non fa altro che nutrire di preoccupazioni il mio cuore.
Mi sento impotente, inutile, e non riesco a trovare sollievo.
Ho bisogno di fare qualcosa di concreto e visto che Iskra sta solo rallentando i miei piani da domani punterò sul cavallo Ilya.

La serata non sembra più passare, e decido di fare un giro nella biblioteca per trovare un buon libro che mi faccia passare il tempo, almeno finché non giunge l'ora di cena.
Sono stata talmente indaffarata e sommersa dai problemi che non m'imbatto tra le righe mozzafiato di una buona lettura ormai da mesi, e ancora sto aspettando di conoscere il finale del racconto che mi stava leggendo Alek.
Mentre procedo verso la biblioteca in lontananza vedo la figura aitante di Artyom, che alle sue spalle chiude la grossa porta del seminterrato, assottiglio gli occhi perché ora che ci penso lui e Yan in questi giorni stanno trascorrendo molto più tempo insieme ad Alek, a differenza degli altri che sembra si stiano occupando di tutt'altre faccende.
E visto che non riesco a parlare con il mio vichingo accelero il passo per raggiungere l'uomo a cui rivolgerò le mie domande.

«Hey Artyom?!» I suoi occhi cristallo svolazzano in mia direzione, e con due falcate lo raggiungo.

«Kyla tutto bene?» Le ciglia folte e belle lunghe si aggrondano sopra i suoi occhi.

«Non lo so dimmelo tu. Va tutto bene? Che ci facevi nella stanza delle torture?» Due fessure intimidatorie vogliono sembrare i miei occhi, ma non credo che sia tanto facile spaventare un uomo come Artyom.

«Risolvevo una faccenda» Resta vago.

«Che tipo di faccenda?» Incrocio le braccia al petto e non intendo mollare l'osso, ho esigenza di sapere.

«Nulla del quale dovresti preoccuparti» Prova a declinare la mia domanda.
Ma cazzo! Non intendo dargliela vinta.

«Preoccuparmi? Cazzo sì che sono preoccupata. Non vedo Alek ormai da giorni e non posso rivolgergli le mille domande che ho nella testa e visto che sembra che tu, stia trascorrendo molto tempo in sua compagnia te ne sarei grata se mi dicessi che cazzo state facendo?» Alzo i toni e non intendo traccheggiare sulla situazione.

«Subito Artyom!» Ordino risoluta, perché i coglioni che non ho stanno iniziando a girarmi.
Ciononostante il mio tono autoritario non ha nessun impatto sull'uomo.

«Mi dispiace Kyla vorrei dirti ciò che stiamo facendo, ma se lo facessi Sokolov s'incazzerebbe perché finché non abbiamo le nostre conferme non posso dirti nulla» Conferme? Di cosa sta parlando?

«Artyom adesso sono io che m'incazzo se non mi dici subito che succede?» M'impunto e la sua faccia seria diviene quasi divertita, o meglio credo proprio che lo sia.
Cazzo! non mi sta prendendo sul serio.

Kpokyc 2 (Croco)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora