Capitolo 46

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KYLA

Quando dormiamo siamo sconnessi dal mondo che ci circonda, nel sonno non percepiamo il senso di disagio o agitazione che avvertiamo nelle ore in cui i nostri occhi sono aperti.
Mentre dormiamo il tempo scivola dalle nostre dita, a volte capita di dormire per delle lunghissime ore, ma quando ritorniamo nella realtà ci sembra di aver chiuso gli occhi solo per qualche istante.

La maggior parte delle volte in cui il nostro cervello ricade nel mondo dell' inconscio, il dolore, la negatività e tutte le cose brutte che ci sono capitate nella vita vengono sovrastate dal senso di tranquillità che ti reca la stanchezza.
Ma non sempre il cervello spegne i sensi e i pensieri che ci affliggono nella vita, a volte capita che le nostre paure, le angosce e le preoccupazioni vengono proiettate nelle nostra mente sotto forma di incubo.
Un incubo che in questo momento sta disturbando il mio riposo, un turbine di scenari macabri, sangue che cola e il petto di Alek perforato da un proiettile, è la visione mostruosa che la mia mente non smette di proiettare.

Mi agito e mugolo provando a venire fuori da questa finzione che sembra un dolore al petto vivido e palpabile, sono consapevole che l'oppressione che percepisco è solo il frutto delle mie preoccupazioni.
Sebbene provi a svegliarmi proprio non riesco a lasciar esplodere la bolla irreale nel quale sono rinchiusa.
Ma quando delle levigate e piccole mani mi tastano la pelle, l'incubo si dissolve nella dolce voce della donna che mi riporta nella vita reale.

«Kyla va tutto bene, è solo un incubo. Svegliati» Una rincuorante verità che mi lascia spalancare gli occhi, che si scontrano con quelli dolci di Zoya.
Confortante mi sorride per poi tirarmi nel suo amorevole abbraccio.

«So che sei preoccupata per Alek e gli altri, ma sta tranquilla presto ritorneranno» Consolante mi accarezza la schiena scoperta, e strabuzzo gli occhi rendendomi conto che sono ancora nuda.
Imbarazzata mi tiro indietro e con il lenzuolo mi copro il seno arrossendo per la situazione che mi mette vergogna, dove lei mi osserva con un sopracciglio sollevato e un pizzo del labbro tirato.

«Non ti chiederò il perché dormi nuda visto che lo immagino, ma sei ti rivesti usciremo da questa stanza e troveremo qualcosa da fare per ammazzare il tempo, ti va?» Chiede leggermente divertita e timidamente acconsento, dove lei si erge dal letto virando verso l'armadio per procurarmi una maglia, che mi lancia diritto sulla faccia.

«Quando eravamo alla villa passavamo molto tempo insieme, adesso invece possiamo contare le ore trascorse insieme sulle dita della mano» Dispiaciuto è il tono, veloce infilo la maglia coprendo i seni infreddoliti.

«Dobbiamo rimediare. E lo faremo subito, così che il tempo volerà e neanche ci renderemo conto dell'assenza dei Sokolov» Propone e non posso essere più d'accordo, silenziosa infilo dei jeans e raccogliendo i capelli in una crocchia disordinata mi avvicino alla mia dolce e sorridente Zoya.

«Vuoi fare un'altro concerto rock?» Chiedo ricordando il divertimento sfrenato di quel giorno che Matvey ci collegò l'mp3 al nel salone.

«Perché no?! Fu divertente, o meglio lo fu finché non arrivò Alek» Una buffa smorfia deforma le pieghe del suo volto lasciandomi sorridere.

«Dio, temetti per la mia vita» Con la mano tira via la finta scia di sudore dalla fronte per il ricordo palpitante di quel giorno.

«Mi piacerebbe tanto lasciar vibrare le mura di questa casa, ma credo che l'mp3 sia rimato alla villa, e poi è notte fonda penso sia inopportuno» Storce le labbra dispiaciute e in risposta sollevo le spalle.

«Accontentiamoci di mangiare qualcosa allora» Con il braccio mi cinge le spalle conducendomi fuori dalla stanza.

«Ma sappi che non appena torneremo in quella lussuosa dimora la prima cosa che faremo è collegare il cavolo di mp3 e cantare a squarciagola»

Kpokyc 2 (Croco)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora