Capitolo 48

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KYLA

Un passo alla volta demolisco le insicurezze, i traumi e quel muro di cemento che m'impedisce di essere serena con me stessa.

Stamattina ho toccato per la prima volta Maksim e l'ho fatto senza che neanche me ne rendessi conto, e' stato un gesto naturale, un gesto che però mi ha scompigliato lo stomaco non appena ho notato lo sguardo dell'uomo ricadere sulle mie mani.
Sebbene abbia provato un senso di palpitante disagio, sono fiera di me stessa, perché sono riuscita comunque ad andare oltre i miei traumi e lasciare che mi vezzeggiasse addirittura la guancia.

Non ho mai visto Maksim nello stesso modo in cui vedevo Vadim, in lui c'è sempre stato qualcosa di diverso, qualcosa che non era stato inquinato dalla stessa perfidia che leggevo sul volto di Vadim.
E quel giorno che si prese cura di Vanya me ne diede la conferma; questo mondo non è mai appartenuto neanche a Maksim, e spero che possa trovare la sua strada e anche una brava ragazza che lo ami quando tutta questa storia giungerà a termine.

Ammetto che è stato entusiasmante, o meglio direi eccitante, vedere Alek a torso nudo che ha messo i tre al tappeto.
Morirei su quel corpo sazia e felice, ma purtroppo la Bratva al momento m'impedisce di godermi al cento per cento il mio uomo.
Scavando nell'armadio cerco qualcosa da indossare per la cena di stasera, non voglio indossare un vestito molto vistoso, perché non mi va di mettere in mostra le mie forma davanti a uomini sedicenti e inquinati da impuri gesti e pensieri.

Mi servirebbe qualcosa di elegante ma al contempo sobrio, cercando tra le cose che avevo lasciato in questa casa ricado con le mani verso l'abito che Alek mi regalò per Parigi.
Il ricordo della nostra prima volta mi colora di rosso le guance, mai avrei immaginato di arrivare fin qua.
E soprattutto mai avrei creduto che sarei riuscita a fare breccia nel cuore di Aleksej Sokolov, che mi ha ceduto tra le mani le redini del suo animo.
Pensando a quanto sia diventato indissolubile e immenso il nostro amore, ricado la mente verso un volto femminile che mi istiga una gelosia che mi lascia la voglia di urlare fino a sentire la gola bruciare.
La cotta di Eliska non sembra sia scemata del tutto, e malgrado abbia legato con Rayan ancora gli ronza intorno.
E' un maledetto insetto che vorrei schiacciare tra i miei palmi, e spero che Alek trovi il prima possibile sua sorella, cosicché me la tolga una volta e per tutte dai piedi.

Mi slancio con la schiena verso il letto e allargo le braccia sul soffice materasso, ritorno alla questione pensando a cosa dover indossare a questa dannata cena.
indecisa decido di chiedere a Zoya se ha qualcosa da prestarmi, rotolo giù dal letto e m'incammino verso la sua camera.
Busso alla sua porta senza ricevere risposta, così decido di aprila scontrandomi con una stanza vuota.

«Zoya?» La cerco, ma credo che sia al piano di sotto.
Scendo le scale e m'imbatto in alcuni dipendenti che mi salutano, ricambio con un sorriso e viro verso il salone, ritrovandola infilata con la testa dietro al plasma alla ricerca di qualcosa.

«Che stai facendo?» Chiedo e come se non mi avesse sentito continua ad adoperare con concentrazione.
Mi avvicino per capire che diavolo cerca?E quando sono a due passi da lei tira fuori la testa.

«Eccola qua» Mi mostra tra le dita la chiavetta mp3 e contenta gliela sfilo dalle mani.

«Non ci credo che sia stata lì per tutto questo tempo» batto le palpebre.

«Cosa è stato lì?» Chiede Tasha insorgendo nella stanza insieme a Bethel, mia madre e la seccante Eliska.

«L'mp3 che useremo per il nostro concertino» Rivela Zoya entusiasta di farlo il prima possibile.

«Adoro la musica che canzoni ci sono sopra?» Chiede Eliska dandomi noia.

«Musica che non ti riguarda» Scortese è la mia bocca ,dove mia madre mi lancia uno sguardo rimproverante, perché infondo mi ha insegnato le buone maniere.

Kpokyc 2 (Croco)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora