Primo passo

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Non feci parola con Donovan di quanto era successo al festival... e lui sospettava fosse accaduto qualcosa.
Josh continuó a scrivermi e piano piano, o facendomi sentire io o facendosi sentire gli altri, stavo riprendendo i contatti un po con tutti.
Ma con Tony non ebbi il coraggio e lui non si fece sentire.
E come non capirlo..
Fino a quando, la sera prima di partire,il telefono vibró.
"Sei gia partita?".
Un messaggio.
Da lui.
Oddio...
Decisi di chiamarlo e rispose subito.

"Hai sbagliato numero ammettilo" dissi tutto d'un fiato.

ero in pieno panico.

poi sentii una mezza risata.

"Ciao anche a te. Allora? Già tornata nella Grande Mela fra le star?"

......

"Elena?sei ancora lI?"

.....

respira, mantieni la calma....

"SI PUÒ SAPERE A CHE RAZZA DI GIOCO STAI GIOCANDO?" urlai

"Partiamo dal fatto che mi hai chiamato tu, poi se vuoi urlarmi per telefono dillo subito che metto giù." rispose freddo.

perchè? perchè cazzo devo rovinare sempre tutto?

"Scusa..." bonfonchiai.

sospirò "figurati...effettivamente me lo aspettavo"

"Senti ma, senza prendertela eh, perchè mi hai chiesto se ero già partita?"

"Mah così"

"Ah..ok"

"Non per deluderti ma quelle storie d'amore sofferte che poi torna tutto alla normalità con un messaggio sono storie, per l' appunto."

"Io....io non.....oh accidenti, giuro non ti sopporto"

"E ti occorreva davvero metterci un' oceano in mezzo per farmelo capire?"

"Certo, come se fosse stata quella la ragione"

silenzio.

.....

"Merda, ok potevo risparmiarmela si scusami." dissi con i sensi di colpa a mille.

"mm? Ah no era proprio dove volevo farti arrivare, in un modo o nell'altro."

"Scusa?"

"Possiamo parlarne?Con la più totale calma, ho bisogno di parlare con te...poi potrai decidere se andartene definivamente o tentare di rialacciare un qualsiasi rapporto ma ti prego, parliamone e chiariamo una volta per tutte."

e li fu il dramma.

Incominciai a piangere disperatamente e, fra un singhiozzo e l'altro, continuavo a ripetere quanto mi mancasse e, come cominciai, smisi di colpo.

Cosa accidenti avevo appena fatto.

spensi il telefono e corsi per la stanza quando Donovan entrò e mi prese per le spalle.

"HO FATTO UNA CAZZATA! FA LE VALIGIE!PARTIAMO ADESSO" urlai liberandomi dalla sua presa per finire di testa contro la parete di marmo.

Buio.

.......

Mi svegliai la mattina seguente in preda ad un mal di testa che manco l'alcool mi aveva mai procurato.

"Buongiorno schizzata. dormito bene?" Disse Donovan accarezandomi il volto.

"Per niente. Ho sognato di aver avuto un dialogo civile con il mio ex....e poi gli ho sbattuto il telefono in faccia...tanto per cambiare."dissi ancora mezza addormentata.

"Elena, adesso stai calma, non credo fosse un sogno sai?" disse lui guardandomi come si guarderebbe un leone fuori dalla gabbia.

"Come scusa?"

"No è che te ieri sera mi sembravi un attimo sconvolta diciamo, e poi sei svenuta e niente....si insomma ho indagato diciamo....Ma questo Tony sarebbe quel famoso ex? perchè forse ho capito quale fosse il tuo problema ieri"

"TU HAI GUARDATO IL MIO TELEFONO? MA IO TI AMMAZZO!"

"Oh andiamo! avresti dovuto vederti! Sembravi braccata dai servizi segreti!"

"Non è un buon motivo per impicciarti nei miei affari"

"Comunque si da il caso che ho cercato di recuperarti la situazione per quanto fosse possibile....quell' uomo dovrebbero farlo santo."

"Si può sapere cosa accidenti stai dicendo adesso?"

"Vestiti e vai giù sono ore che ti aspetta nella hall"

"Aaaaaaaaaalt vediamo se ho capito bene....tu hai chiamato Tony, gli hai detto dio solo sa cosa e, oltretutto, gli hai detto pure dove alloggiamo? e adesso quello giù nella Hall sarebbe lui immagino no?"

"Sempre detto che sei una ragazza sveglia."

"IO TI AMMAZZO!"

......

Dieci minuti dopo ero giù nella hall che mi nascondevo passando da una colonna, ad una pianta, ad un fattorino, ad una cameriera e così via....Tony era li, seduto che guardava il cellulare...

Distolsi lo sguardo un attimo e quanto tornai a guardarlo lui era sparito.

aiuto.

"Tana libera tutti. Che dici?" Sentii dire alle mie spalle.

"La prego mi dica che è un serial killer sotto mentite spoglie e adesso mi punterà una pistola alla schiena e se non la seguo parte la strage" sussurai continuando a dargli le spalle.

"Mi ha scoperto. E ora venga con me ho questo posto salterà in aria." disse lui ridendo e cingendomi la vita.

"Le mani" dissi io girandomi e guardandolo malissimo.

"Mi scusi principessa" disse lui alzando le mani e sfoderando quel suo sorriso da dio.

Datemi l'ossigeno.

"Se non c'è la carrozza io non vengo" dissi come a stuzzicarlo.

"Se lavori di fantasia vedrai che carrozza....firmata audi."

"Uff....e va bene. Ma solo per questa volta."

Alzò gli occhi al cielo.

Andammo alla sua macchina e iniziammo a percorrere le strade di Londra.

"Dove vorresti andare?" disse lui ad un tratto.

"Oh....be....visto e considerato che sarebbe meglio un posto tranquillo e magari senza troppa gente attorno..." iniziai.

"Chiariamolo, questa non è un uscita fatta con l'intenzione di sbatterti per poi lasciarti chissà dove" disse lui cercando di fare il serio ma rideva della sua stessa squallida uscita.

"Sai che era pessima vero?" dissi stizzita

"Si ma non puoi capire, la tua faccia era qualcosa di impagabile, dovevo troppo dirlo, immaginavo finiva cosi" disse scoppiando a ridere.

Involontariamente questo mi strappo un sorriso.

"C'è qualcuno allo studio?" dissi io poi.

"Mah non credo....probabilmente solo in segreteria" rispose.

"Andiamo li allora. Potremmo parlare tranquilli."

Continuando a guardare la strada sorrise e mi prese una mano stringendola delicatamente.

Eccola.

Era quella la sicurezza che mi apparteva.




Quello stronzo del mio amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora