Capitolo ventinovesimo

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"there's magic in the room, tell me do you feel it too."

Erano finalmente arrivate le vacanze di Natale e ciò significava che avrebbero potuto lasciarsi alle spalle quelli che erano stati gli ultimi venti giorni. Jungkook, dopo l'incontro con le università in cui, stando a quanto Taehyung sapeva, aveva perso l'occasione di studiare legge. Si era chiuso a riccio, stretto dentro ad alcuni muri che faticava a buttare giù e a consentire almeno a Taehyung di entrare. Era spesso triste e c'erano momenti in cui scoppiava a piangere senza dire nulla e Taehyung si limitava ad abbracciarlo forte e ad aiutarlo a regolare il respiro. Lo rassicurava sempre come meglio pensa, dicendogli che se il destino aveva scelto così, allora era la cosa migliore ma per il corvino era difficile comprendere quelle parole perché il destino non aveva nessun ruolo. Lui stesso aveva scelto di rinunciare a studiare legge per seguire il suo sogno e, per quanto felice avrebbe dovuto essere per quella decisione, non riusciva a farlo senza pensare a quanto sbagliata fosse la decisione presa. Durante il giorno, riusciva a non pensarci perché cercava sempre di tenere la mente occupata ma durante la notte erano da soli lui e i suoi pensieri e tenerli a bada sembrava impossibile.

Capitava che la notte si rintanasse in bagno a piangere per non farsi sentire da Taehyung che però non era stupido e si accorgeva dei singhiozzi che facevano tremare il letto ma non avrebbe mai obbligato Jungkook a parlare e per quanto difficile fosse, faceva finta di niente. Non avrebbe mai costretto Jungkook a raccontargli cosa non andasse, sicuro che non fosse solo l'università o che ci fosse qualcosa che non gli avesse raccontato di quella faccenda ma gli avrebbe dato il tempo di elaborare e di decidere se parlare e in quel tempo Taehyung gli sarebbe stato vicino. Ogni notte, lo aspettava rientrare dal lavoro e lo attendeva a letto. C'erano sere in cui stava meglio dove tornava a casa e lo riempiva di baci e coccole che non sempre finivano con loro due nudi, ma l'intimità aveva continuato ad essere presente fra di loro e quello aveva aiutato Taehyung a consolidare il fatto che non ci fosse un problema fra di loro. Nelle notti in cui piangeva, il moro si fingeva addormentato e si accoccolava a lui lasciandosi stringere, baciandolo qualche volta e aspettando che si addormentasse e che non si svegliasse in preda agli incubi. Ne erano successi dall'ultimo che anche lui stesso aveva sperimentato ma sembravano essere diversi, meno violenti ma più tormentati. Jungkook, a differenza del primo incubo, non aveva raccontato niente di questi che erano un susseguirsi di conversazioni surreali con suo padre che gli ricordava quanto lo avesse deluso e per quanto non credesse a nessuna di quelle parole, era difficile non farlo quando lo tormentavano ogni notte e il pensiero di averlo deluso davvero e di non potergli spiegare le ragioni delle sue scelte, non aveva mai abbandonato la sua mente nemmeno di giorno.

Erano in viaggio da qualche ora verso la casa di Taehyung in montagna. Aveva deciso da settimane di organizzare il Natale con Jungkook per festeggiare come lo faceva con i suoi genitori ma ovviamente il ragazzo ne era all'oscuro e il moro era davvero felice di essere riuscito a portarlo via per qualche giorno e avrebbe fatto di tutto per rendere quella vacanza la migliore in assoluto solo per vederlo sorridere qualche secondo di più.

Come un fiocco di neve || TaeKookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora