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* * ⋆ ."Is it actually possibile to escape from our own past?"
"Dove cazzo sei stato?"
Jungkook era al buio. Aveva appena poggiato le chiavi sul mobiletto accanto all'entrata e avrebbe tanto voluto avere la forza e il coraggio di allungare la mano per accendere la luce che stava a pochissimi centimetri da lui, ma non lo aveva. Lui non riusciva ad affrontare suo zio, non sempre almeno. C'erano giorni più semplici di altri, giorni difficili e giorni da incubo e in quelli difficili riusciva a litigarci, riusciva a tenergli testa ma in quelli da incubo, no. E il tono con cui lo aveva accolto, era uno di quelli.
Jungkook non rispose. Se c'era una cosa che aveva appurato era che ignorarlo, a volte, lo faceva arrivare intonso in camera ma se suo zio si alzava e lo raggiungeva in piedi, non sarebbe arrivato nella sua stanza così velocemente ma non lo fece, si limitò a battere nuovamente il pugno, piuttosto spazientito "Ti ho chiesto dove cazzo sei stato."
Jungkook fece un sospiro. Era già a metà del tavolo della cucina. Sapeva dove lui fosse seduto. Capotavola vicino al corridoio, il solito posto di sempre. Si irrigidì di colpo quando sentì la sedia scivolare sul pavimento, segno che si stava alzando. Suo zio lo stava per raggiungere e lo avrebbe fatto a breve.
Aveva diciotto anni, era maggiorenne e non riusciva ad affrontarlo. Non riusciva a rispondergli, a dirgli di smetterla. Se ne stava zitto, fermo, congelato in mezzo alla cucina nella speranza di sprofondare nel linoleum color crema e quando trovò il coraggio di fare due passi e correre nella sua stanza dove, finalmente, avrebbe potuto chiudersi dentro, sentì le forti mani di suo zio sbatterlo contro al muro con così tanta forza che i denti di Jungkook batterono e lui emise un lamento di dolore.
"Ti ho fatto una domanda, idiota."
Whiskey.
Quello era l'unico odore del cazzo che sentiva e ringraziò il buio per aver nascosto la faccia schifata che aveva o sicuramente, le avrebbe prese.
Jungkook fece un sospiro, chiuse gli occhi e cercò di non pensare al braccio poggiato al petto che lo teneva schiacciato contro la parete "Te l'ho detto prima di uscire, ero da un amico." si stupì quasi del tono sicuro che aveva.
Suo zio schioccò la lingua al palato e rise "Oh sì, il tuo amichetto ricco." disse, rimarcando con tono divertito la parola amico. E Jungkook avrebbe tanto voluto mandarlo a quel paese e dirgli che Taehyung era più di un amichetto ricco, dirgli che era tutto ciò che lo stava tenendo lontano dal precipizio, lontano dal buio che lui gli aveva creato. Voleva tanto dirgli quanto Taehyung fosse il suo salvagente in mezzo all'oceano ma non ne valeva la pena. Non avrebbe capito e Jungkook sarebbe finito solamente per essere deriso.
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Come un fiocco di neve || TaeKook
FanfictionLondra, 2018. Jungkook e Taehyung hanno 18 anni e vivono in due parti opposte della città. Jungkook abita in una delle zone più malfamate della capitale inglese. La sua vita è lontana dall'essere definita semplice; vive con lo zio, vittima dell'alc...