Capitolo trentaquattresimo

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"Se ci pensi siamo stelle, ci vediam tutte le sere
C'è il momento in cui brilliamo
E abbiam paura di cadere."

Jungkook stava meglio, ma la differenza tra ciò e stare bene, era abissale. I giorni bui c'erano ancora ma erano meno frequenti o, almeno, non erano ogni singolo giorno. Anche le cose con Taehyung sembravano andare meglio, nel senso che si sforzava di più ad apprezzare le sue rassicurazioni e i suoi aiuti, ma niente di più. Probabilmente anche il ragazzo stesso aveva rinunciato ad aspettarsi certe risposte e attenzioni, ma prendeva le giornate come venivano. I contatti fisici erano limitati, dormivano sempre su un unico cuscino e passavano la notte abbracciati, ma non andavano oltre e il massimo che era successo, era una doccia assieme.

Jungkook pensava indubbiamente di essere un mago, ma le giornate brutte c'erano ed erano più di quelle che credeva Taehyung notasse. Semplicemente le lasciava andare senza stargli troppo addosso perché non voleva dargli fastidio. Vedeva quando ci stesse male e gli chiedeva se fosse tutto okay, lo rassicurava che era sempre lì se ne aveva bisogno ma non insisteva. A volte lo abbracciava ma gli sembrava di dare fastidio e aveva iniziato ad abituarsi a fare sempre meno cose. Meno abbracci, meno baci, meno sesso, ma mai meno attenzioni o meno sentimenti. Era sempre il suo primo pensiero, semplicemente non glielo faceva notare.

Non aveva commentato nemmeno il fatto che avesse preso altri giorni di ferie dal lavoro. Era strano ma era un segno che le cose non andavano bene come credeva.

Quel sabato, Jungkook era di pessimo umore e Taehyung lo aveva capito dal fatto che si fosse chiuso in camera e che non fosse sul divano come al solito. Sapeva che Taehyung non sarebbe mai entrato in camera da letto se la porta era chiuso. Era un modo per delineare un confine che non gli andava venisse superato, cosa che col divano al centro di una stanza che non poteva chiudere, non era possibile. Gli dispiaceva, ma in quelle giornate era meglio non avesse contatti con nessuno o avrebbe solo fatto danni. Il moro non ci provò molto quel giorno perché sapeva non sarebbe finita bene per loro e l'idea di una discussione, non lo allietava.

Rimase in cucina a studiare ma non gli stava in testa nulla e ogni volta doveva rileggere l'intero paragrafo. A qualsiasi rumore portava gli occhi sulla porta della stanza. Sperava sempre che Jungkook uscisse da lì, ma non accadeva. Prese il telefono e scrisse un messaggio veloce a Gunner, l'unica persona che avrebbe potuto fare qualcosa.

[Taehyung] S.O.S

E la risposta non tardò ad arrivare.

[Gunner] Ha bisogno? Sta bene? Passo lì? Ci metto poco.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 21 ⏰

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Come un fiocco di neve || TaeKookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora