Capitolo dodicesimo

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This could be the end of everything. So why don't we go somewhere only we know?

Jungkook e Taehyung avevano messaggiato per tutta la mattina con la scusa di doversi accordare sul pomeriggio, cosa che fecero nei primissimi messaggi ma poi una cosa tirò l'altra e rimasero a chiacchierare per quattro ore. Si scambiarono canzoni da ascoltare e artisti da seguire. Taehyung scoprì che a Jungkook piaceva particolarmente il rap e l'indie e che Taehyung invece prediligeva il pop, soprattutto quello inglese.

Attorno all'una del pomeriggio, Jungkook decise che sarebbe stata l'ora di alzarsi. Non ne aveva voglia, ma Taehyung lo aspettava a casa sua per le 4 pm e, siccome doveva sicuramente prepararsi il pranzo, si affrettò a mettere piede fuori dalla stanza consapevole che non sarebbe stato solo in casa e così fu. Non appena arrivò in cucina, trovò suo zio intento a leggersi il giornale.

Sembrava tutto okay.

"Ciao." si annunciò Jungkook con la voce di chi non sapeva se avrebbe voluto far sapere di essere lì o tornare a nascondersi in stanza.

"Ciao Jungkook." e il corvino tirò un sospiro di sollievo però trovò strano che fosse a casa perché di solito la domenica esce con degli amici.

"Oggi sei a casa zio?" domandò, sempre titubante mentre si avvicinava al bancone color panna per farsi un caffè veloce e poi avrebbe pensato al pranzo.

"Più tardi esco, probabilmente nel pomeriggio e starò con loro a cena. Tu hai bisogno per quella?" domandò a sua volta senza mai alzare gli occhi dal quotidiano e Jungkook strabuzzò gli occhi perché da quando avrebbe dovuto aver bisogno della cena? Lui che mai gliela aveva preparata? Lui che lo odiava senza una ragione, lui che gli parlava con così tanto disprezzo che il corvino aveva passato gli anni a chiedersi cosa avesse fatto per meritarsi così tanto dolore.

"Mmh, no." scosse il capo "Sono fuori a cena da un amico."

Suo zio mugugnò qualcosa di incomprensibile mentre girava le pagine del giornale, accompagnando quel silenzio col rumore della carta sottile che impattava con l'aria.

"Hai pranzato?"

"Certo, da solo. Nessuno mi ha preparato nulla." constatò con quel tono freddo che lo contraddistingueva e che usava sempre verso Jungkook, come se lo detestasse più di quanto già non dicesse di fare e il corvino non diceva niente, aveva smesso di chiedere perché, di lamentarsi per essere trattato così ma non aveva mai smesso di chiedere perché a se stesso, di domandarsi perché l'unica persona che avrebbe dovuto amarlo dopo la tragedia non faceva altro che ferirlo.

Come un fiocco di neve || TaeKookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora