Capitolo primo

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Day one, I first laid my eyes on you

7.30 del mattino, lunedì, settembre 2020.

Il canto metallico degli uccellini proveniente dal suo telefono, risuonava incessantemente nella sua stanza, indicandogli che un' altra giornata sarebbe iniziata a breve. Era lunedì mattina, e sarebbe stato l'ennesimo lunedì che scandiva la sua quotidianità da ormai quasi vent'anni. Vent'anni in cui la vita gli aveva riservato più secchiate di acqua gelata che un fuoco attorno a cui scaldarsi. O almeno, le secchiate gelide si erano concentrate tutte negli ultimi otto anni ma erano state sufficienti da recuperare le loro assenze negli anni precedenti.

Si alzò controvoglia dal suo letto caldo, si stropicciò gli occhi e con un bel sospiro, si decise ad alzarsi e a recuperare i vestiti che aveva lasciato sulla sedia sotto alla scrivania.

La sua stanza era piccola. Vi conteneva solo il suo letto singolo, una scrivania per studiare, una sedia e un piccolo armadio per i suoi vestiti.

Era spoglia. Le pareti erano bianche ma, nonostante il colore neutro, Jungkook si era divertito negli anni a riempire di scritte e frasi la parete dietro al letto. Imprimendo nero su bianco tutti i suoi pensieri e disegni, facendola così diventare il suo sfogo.

Afferrò la maniglia dalla forma allungata e la strinse nella mano, abbassandola. Non appena la porta fu aperta, fece capolino con la testa fuori e controllò che non ci fosse nessuno in corridoio. La notte precedente aveva sentito suo zio rientrare tardi e sapeva benissimo cosa significasse; perciò, evitarne ogni contatto almeno finché non fosse tornato da scuola, sarebbe stato meglio.

Con i vestiti fra le mani, il corvino si diresse in bagno, si sciacquò il viso e si lavò i denti per poi indossare un felpa blu antracite e un paio di jeans scuri.

Vivere in Inghilterra gli era sempre piaciuto, non che avesse mai avuto la possibilità di visitare altri posti nel corso della vita, ma Londra non era così male come città. Certo, non riusciva a capacitarsi di perché orde di ragazzini impazzissero ogni anno, in ogni mese, per visitarla ma forse non poteva comprenderlo perché lui ci viveva da sempre e non ci aveva mai visto niente di spettacolare.

O forse perché dove abitava Jungkook era tutto fuorché Londra.

Aveva sempre vissuto nel Sutton che era probabilmente uno dei quartieri peggiori di Londra. Noto per l'alto numero di crimini, rapine e spacciatori in tutta la città; insomma, uno dei quartieri più malfamati che la capitale inglese potesse nascondere dietro l'infangabile reputazione di una delle città più belle al mondo. Uno dei quartieri in cui mai si vorrebbe far crescere il proprio figlio; eppure, i sui genitori non avevano fatto un pessimo lavoro. Si erano sempre fatti in quattro per permettergli di studiare e per cercare di fargli avere una vita normale tenendolo lontano dalla strada e da qualsiasi pessima compagnia che avrebbe potuto incontrare. Nonostante ciò, vivere in quella zona non era facile però si era abituato.

Come un fiocco di neve || TaeKookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora