Monastero di Uclès
Provincia di Cuenca
11
Padre Amaury giunse nei pressi della cittadina di Uclés mentre la sera calava lentamente sul paesaggio.
Atterrato all'aeroporto di Madrid-Barajas poco più di un'ora prima, non aveva perso tempo e dopo essersi immesso sul raccordo E5, lo aveva percorso fino all'innesto con l'autostrada in direzione di Valencia che aveva poi mantenuto fino all'uscita Tribaldos/Uclés.
Aveva guidato con calma perché voleva assaporare il vento fresco della sera e godersi la serenità e la dolcezza della campagna spagnola. Ma adesso che stava imboccando la statale che lo avrebbe condotto fino all'ingresso del monastero, sentì l'impazienza salire dentro di lui.
Premette sull'acceleratore, deciso a raggiungere presto la meta. Dopo alcuni chilometri, la strada cominciò a curvarsi leggermente in salita, e lui continuò a guidare con lo sguardo fisso sulla grandiosità del monastero, che, adagiato sulla sommità della collina, con le sue mura e le sue torri illuminate, sembrava osservare, potente e maestoso, lo scorrere immutabile del tempo.
Non era mai stato lì prima.
Nonostante facesse parte dell'Ordine da oltre due anni, il suo rango inferiore non gli aveva ancora permesso di visitare il Quartier Generale. Solo i Cavalieri e i novizi invitati personalmente dal Gran Maestro potevano accedervi liberamente. Per prepararsi al meglio, durante il volo si era dedicato alla lettura della storia del monastero, trovando particolarmente affascinante la sua tribolata origine che risaliva all'epoca della dominazione musulmana della penisola iberica.
Inizialmente parte di una serie di fortificazioni arabe, il monastero era stato conquistato dai cristiani dopo anni di battaglie e assedi. Come segno di riconoscimento, il re Alfonso VIII lo aveva donato all'Ordine dei Cavalieri di Santiago nel 1174, che lo avevano subito destinato a loro Quartier Generale.
Da quel momento erano stati avviati importanti lavori di restauro e rinnovamento che negli anni successivi avevano mutato radicalmente l'intero complesso, trasformandolo in una formidabile fortezza con torri, camminamenti e possenti mura difensive. Quelle stesse strutture che Armand stava osservando mentre percorreva gli ultimi metri della statale.
In quel momento fu pervaso da un brivido pensando alle emozioni dei pellegrini che, nel passato, si erano fermati lungo quella strada, ammirando l'imponente costruzione, ma si riscosse subito.
Doveva rimanere concentrato per affrontare ciò che il Gran Maestro aveva in serbo per lui.
Giunto di fronte all'ingresso, parcheggiò la macchina e scese. La sua attenzione fu immediatamente catturata dalla grandiosa facciata principale, illuminata da una serie di luci sparse lungo tutto il perimetro, che mettevano in risalto il perfetto stile tardo barocco di cui il monastero era un magnifico esempio.
Rimase lì, a bocca aperta, per alcuni istanti, incapace di distogliere lo sguardo da quella meraviglia architettonica. Una leggera brezza accarezzava il suo viso, mentre il cielo, privo di nuvole, mostrava un'infinita distesa di stelle. La luce di una pallida luna sembrava sottolineare la sacralità di quel luogo rimasto intatto per secoli.
Fu pervaso da una strana sensazione.
Il cuore prese a martellare nel petto mentre, riempiendosi di coraggio, varcava la soglia del monastero.
***
Amaury era teso. La cerimonia d'iniziazione sarebbe iniziata fra pochi minuti. A malapena riusciva a crederci. Come aveva previsto, il Gran Maestro lo aveva convocato per ringraziarlo dei suoi servigi nella ricerca del tesoro dei catari e, come ricompensa, gli aveva concesso il titolo di Cavaliere dell'Ordine.
STAI LEGGENDO
I custodi del destino
Historical FictionMontsegur - 16 Marzo 1244 Sono passati più di trent'anni da quando Papa Innocenzo III ha indetto la terribile crociata contro gli eretici albigesi e la situazione sta volgendo al suo drammatico epilogo. Migliaia di innocenti sono stati massacrati, e...