CAPITOLO 20

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Sofia si svegliò un'ora dopo con un gran mal di testa. Era ancora distesa nel bosco, ai margini del sentiero. Il sole stava calando e l'aria si stava facendo frizzantina. Si rimise in piedi a fatica sentendo che la testa le girava ancora un po'. Si tastò alla base della nuca e sentì un rigonfiamento.

Cercò di riordinare le idee e dopo qualche istante tutto le tornò in mente. Era stata colpita da quel prete mentre Lapo era stato avvelenato.

Si maledisse per aver abbassato la guardia.

Chi era quell'uomo? Un membro dell'Ordine di Santiago?

Strinse i pugni guardandosi intorno.

Era sola e fra poco sarebbe stato buio. Doveva fare in fretta e tornare al parcheggio. A passo rapido scese lungo sentiero stando attenta a non inciampare augurandosi che quel prete, nella fretta di fuggire, si fosse scordato della loro vettura.

Per fortuna ebbe conferma alla sua ipotesi non appena sbucò nel piazzale. La Citroen C3 si trovava ancora là. Lei aveva una copia delle chiavi, gliele aveva fornite Lapo come misura precauzionale. Aprì la portiera e la mise in moto.

Doveva raggiungere l'aeroporto di Carcassonne il prima possibile in modo da riuscire a prendere il primo volo diretto a Londra. Una volta nel terminal avrebbe chiamato Rosa per ragguagliarla su ciò che era successo. Schiacciò sull'acceleratore, gli occhi fissi sulla strada, in mente una sola domanda: quanto avrebbe resistito Lapo ai suoi aguzzini?

***

«La faccenda è molto più seria del previsto, Daniel» disse Rosa entrando nell'ufficio del capo dell'MI6.

Lui la fissò in volto. «Siediti e dimmi tutto.»

Lei lo mise al corrente del colloquio avuto con Sofia, del coinvolgimento del Vaticano e di alcune ipotesi che aveva scoperto navigando in rete.

Dopo un attimo di silenzio Fenway si alzò e si diresse di fronte alla grande vetrata osservando il sole che tramontava attraverso i riflessi dorati sul Tamigi.

«Se quello che mi hai appena riferito è vero, rischiamo una crisi senza precedenti nel mondo cattolico. Conosco abbastanza la storia da sapere che se il Vaticano è arrivato a indire una crociata così terribile contro altri cristiani, il segreto degli albigesi deve rimanere tale.»

«Concordo.»

«Dobbiamo agire con prudenza. Hai avuto notizie da Montsegur?»

«Non ancora.»

«Fintanto che non sappiamo cosa si cela in quella fortezza abbiamo le mani legate. E sull'Ordine di Santiago, invece?»

«Ho scoperto ben poco. È come se i membri di quell'organizzazione non lasciassero mai tracce, qualunque cosa facciano. Sembrano essere tanto spietati quanto evanescenti. Gli unici siti che ho visionato, e ce ne sono molti, fanno riferimento solo alla loro storia passata, dalla fondazione dell'Ordine, avvenuta intorno al 1170, sempre fino alla stessa data, il 1523.»

«E cosa è successo esattamente in quell'anno?»

«L'Ordine si unì, per volere di papa Adriano VI, alla corona spagnola.»

«Quindi se esiste ancora oggi deve essere incorporato nella monarchia di Spagna.»

«Proprio così»

«Ed ecco spiegato perché non hai trovato nulla.»

«Già , solo informazioni frammentarie. Niente che possa servirci per avere un quadro completo.»

«Questo potrebbe essere un grosso problema» rifletté Daniel ad alta voce. «Aspetta un attimo, però. Tu prima hai detto che il loro simbolo ricorda una specie di croce simile a una spada, giusto?»

«Sì.»

«E che Colonna l'ha visto tatuato sul polso di quel prete.»

«Dove vuoi arrivare?»

«Sapere se hai verificato nei nostri database. Voglio dire, un simbolo del genere non dovrebbe passare inosservato, soprattutto fra le persone schedate.»

Rosa annuì.

«Magari è solo un buco nell'acqua, o magari potrebbe fornirci una lista di persone sospette.»

I custodi del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora