CAPITOLO 49

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Vaticano

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L'udienza presso il Tribunale Vaticano si era appena conclusa, con la piena assoluzione di Lapo Colonna.

Due ore.

Era stato il tempo necessario a scagionarlo da tutti i capi d'accusa.

Diversa invece la faccenda per Roberto de Nobili. Il Cardinale era stato messo alle strette, bersagliato da una raffica di domande che alla fine lo avevano fatto crollare e condannare come mandante dell'omicidio di Ettore Colonna.

Sorte analoga era toccata pure al Promotore di Giustizia, Francesco Coppola, destituito dalla carica per volere stesso del Papa dopo che era venuta fuori la sua connivenza con i fatti in questione.

Entrambi erano stati arrestati e scortati dalla gendarmeria vaticana all'interno delle prigioni dello Stato, in attesa della destinazione finale.

Durante l'interrogatorio non si era fatta alcuna menzione dell'Ordine dei Cavalieri di Santiago.

Fondamentale però, per la corretta applicazione della legge e per un equo e giusto processo, era stato l'incontro avvenuto qualche giorno prima, a porte chiuse, nello studio del Santo Padre. Daniel Fenway e Rosa Santoro, come rappresentanti il primo del Secret Service e la seconda del C.I.I, e Sofia come parte in causa, si erano riuniti con il Papa per discutere in privato della faccenda relativa alle ricerche del Prefetto della Biblioteca.

L'incontro non era stato comunicato nemmeno agli organi giudiziari e nessun'altro, tranne loro, aveva potuto partecipare.

Era stata una discussione assai lunga, ma proficua.

Sua Santità era stata messa al corrente di ogni dettaglio di quell'incredibile storia, a partire dal diario di Ettore Colonna con le ricerche sui Catari, per passare alla mail inviata al nipote nella quale tra l'altro si faceva una prima menzione dei possibili sospetti in Vaticano.

Era stato fatto un resoconto dettagliato del coinvolgimento del Secret Service britannico e dei Servizi segreti italiani, del loro ruolo, a volte non proprio convenzionale, nell'aiutare Lapo nello svolgimento della missione affidatagli dallo zio. Si era parlato di ciò che era successo a Montsègur, al monastero di Uclès, a Desenzano e a Sirmione.

Era stata fatta menzione del coinvolgimento di Armand Amaury come complice di Roberto de Nobili e pure del ruolo dell'Ordine di Santiago in tutta la vicenda. Per finire era stato descritto minuziosamente ciò che era accaduto all'interno di Castel del Monte, compresi i cadaveri che erano stati ritrovati il mattino seguente.

In quanto al Vangelo degli Ebioniti era stata presa la decisione di tenerlo nascosto all'interno della Biblioteca Vaticana, almeno fino a quando le acque non si fossero calmate e non fosse stato esaminato scrupolosamente pagina per pagina.

A quel punto, forse, sarebbe stato possibile divulgarlo. La decisione ultima sarebbe comunque spettata al Papa e a nessun'altro. E non era certo una scelta semplice, considerando l'impatto che avrebbe avuto.

Ma tutti erano confidenti che sua Santità avrebbe intrapreso la strada corretta e che avrebbe fatto ciò che era necessario dover fare.

Per la Chiesa, per il mondo cristiano e per tutti quegli uomini che si erano sacrificati per salvaguardare gli antichi insegnamenti di Gesù.

E non ultimo per adempiere alle volontà di Ettore Colonna, l'uomo che aveva permesso il ritrovamento di quel Vangelo e che era stato ucciso a causa di qualche scellerato che aveva perso di vista i veri ideali del cristianesimo.

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