Londra
La mattina dopo
12
Rosa non perse tempo e non appena Lapo varcò la soglia dell'ufficio che occupava temporaneamente all'ultimo piano del palazzo dell'MI6 andò dritta al punto.
«Allora, vuole spiegarmi perché è qui?» gli domandò senza mezzi termini. «E magari anche il motivo per cui hanno cercato di investirla non appena è arrivato a Londra?»
Lapo, con lo sguardo assorto e un'ombra di preoccupazione negli occhi, si lasciò cadere sulla poltrona.
«Una cosa alla volta» le rispose con un tono di voce carico di rabbia e frustrazione, mentre i suoi pensieri correvano veloci in cerca di risposte.
«Quindi?»
Lapo poggiò il libriccino sulla scrivania con un gesto deciso. «Ecco la risposta. Deve trovarsi qua dentro.»
«Cos'è?»
«Il diario di mio zio, vescovo e Prefetto della Biblioteca Vaticana.»
«Non sapevo che avesse un parente così importante.»
«L'ho sempre tenuto nascosto. E comunque ormai non ha più importanza. E' stato ucciso due giorni fa a Roma.»
«Mi spiace per quello che è successo» lo interruppe Rosa con fare autoritario «ma non ha ancora risposto alla mia domanda.»
«Hanno trovato il corpo nel suo studio con il cranio fracassato» proseguì invece Lapo come se non avesse udito le parole del suo capo. «Incidente, hanno detto, ma io non lo credo. E' per questo che sono venuto qui. Ho chiamato sulla linea sicura alla sede di Roma e mi ha riferito che lei si trovava a Londra...»
«Dunque vuole il mio aiuto?»
Lapo annuì.
«Apprezzo la sua determinazione, Colonna, l'ho sempre fatto, ma non devo essere io a ricordarle che è compito della polizia indagare, non suo. Lei deve tornare a Gerusalemme. Abbiamo una crisi in atto e mi serve laggiù per decifrare alcuni messaggi in codice.»
«E se invece le chiedessi una licenza per verificare alcune ipotesi?»
«Sull'omicidio?» sorrise con ironia. «Sono accuse molto gravi. Ha almeno delle prove a sostegno?»
«No, ma sono convinto che le ricerche che stava compiendo devono aver fatto rizzare le antenne a qualcuno talmente potente da poter entrare persino in Vaticano...»
«Sta parlando delle stesse persone che l'hanno quasi uccisa?»
«E' molto probabile. E sono sicuro che sia tutta colpa di questo» disse Lapo, indicando una seconda volta il libriccino con un gesto deciso, come se fosse la chiave per risolvere il mistero.
«Non è sufficiente. Ho bisogno di molte più informazioni, Colonna. Intanto per cominciare, chi glielo ha dato?»
«Il cardinale Roberto de Nobili. Era un caro amico di mio zio. Ettore glielo aveva consegnato perché lo custodisse. Forse temeva ciò che poi realmente è accaduto.»
«E perché tutti lo stanno cercando? Cosa contiene di così prezioso?»
«E' una lunga storia» fece Lapo, la voce più calma, ma carica ancora di tensione, consapevole che ogni parola pronunciata avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi.
«Va bene, diciamo che ha la mia attenzione» fece Rosa.
«Poi mi aiuterà?»
«Non posso prometterlo. Avanti, le do cinque minuti.»
«Basteranno. Tutto è cominciato due giorni fa» le spiegò Lapo ripercorrendo mentalmente ciò che era successo nelle ultime quarant'otto ore «quando il comandante di stanza a Gerusalemme mi ha comunicato la morte di mio zio e che il funerale si sarebbe tenuto l'indomani in Vaticano. Ottenuta la licenza ho acceso il computer per prenotare il primo volo diretto a Roma ed è stato in quel momento che ho dato una scorsa alla casella di posta personale, notando una sua mail.»
«A quando risale l'invio?»
«Alla sera precedente, quella in cui è stato ucciso.»
«Può dirmi cosa c'era scritto nel messaggio?»
«Farò di più» tirò fuori il suo telefono e, individuata il messaggio, l'apri e inizio a leggerlo ad alta voce in modo che Rosa potesse farsi un'idea più precisa del contesto.
«... Negli ultimi mesi ho trascorso gran parte del mio tempo nella Biblioteca Apostolica, immerso nella ricerca di ciò che è conosciuto come "il segreto dei Catari".
Cosa sia, nessuno lo sa con esattezza. Sono state avanzate varie ipotesi, ma non è questa la sede per parlarne. Quel che è certo è che la Chiesa ha sempre cercato di appropriarsene e non certo per divulgarlo. Se fosse reso di dominio pubblico potrebbe essere in grado di scuotere la cristianità intera.
Forse non ne sei a conoscenza, ma è da molto tempo che mi batto per un cambiamento all'interno della chiesa, per un ritorno alla semplicità delle origini.
Troppo spesso mi sono chiesto come siamo potuti precipitare in una così profonda crisi religiosa, e le risposte mi hanno sempre condotto alla stessa conclusione: la colpa è solo nostra.
Questo è il motivo per cui mi sono avvicinato alle dottrine dei Catari, questo è il motivo per cui ho iniziato a studiare i loro testi e le loro testimonianze...»
«Un momento» lo interruppe Rosa. «Suo zio era alla ricerca del segreto degli Albigesi?»
«Non sapevo che fosse ferrata sull'argomento.»
«Non più di tanto, ma ne so quanto basta per capire che se si tratta di questo, allora la faccenda è molto più complicata del previsto.»
«Ma non è tutto» e Lapo le lesse l'intero contenuto della mail mettendola anche al corrente di ciò che era accaduto in Vaticano e dei sospetti di De Nobili sul possibile coinvolgimento dell'Ordine di Santiago.
Rosa ascoltò con molta attenzione senza fare commenti ulteriori.
«Ebbene?» le domandò alla fine Lapo. «Mi concederà qualche giorno di licenza?»
«Sarei tentata di no, ma capisco il suo coinvolgimento personale. So che lei è uno che non molla. Assomiglia tremendamente a suo padre e mi creda, non è un complimento.»
Lui abbozzò un sorriso. Sapeva che Marco e Rosa si conoscevano da molti anni ed era anche abbastanza convinto che dietro il reclutamento nel C.I.I. ci fosse lo zampino di suo padre. Ma non l'avrebbe mai ammesso.
In ogni caso il ruolo che ricopriva da quattro anni se l'era più che guadagnato.
«D'accordo» riprese Rosa dopo un attimo di riflessione «le concedo una settimana, non un giorno di più. Se alla fine non sarà venuto a capo di nulla, chiuderemo la faccenda.»
«E' più di quel che speravo, la ringrazio.»
Lei atteggiò la bocca a uno strano sorriso. «Non così in fretta, Colonna. Se vuole proseguire nelle indagini lo farà a modo mio.»
«Ovvero?»
«Credo che sia il caso di coinvolgere anche lei.»
Lapo emise un sospiro. «E' proprio necessario?»
Rosa annuì. «Non conosco persona migliore per darle una mano su un argomento del genere, Colonna. E poi lei è coinvolto personalmente e c'è il rischio che non sia lucido a sufficienza. Quindi, sì, è necessario.»
«A quanto pare non ho scelta.»
«È passato tanto tempo. Prima o poi dovrete farvene una ragione.»
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I custodi del destino
Historical FictionMontsegur - 16 Marzo 1244 Sono passati più di trent'anni da quando Papa Innocenzo III ha indetto la terribile crociata contro gli eretici albigesi e la situazione sta volgendo al suo drammatico epilogo. Migliaia di innocenti sono stati massacrati, e...