CAPITOLO 45

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Sofia constatò con soddisfazione che la scala era stata lasciata nella sala del trono, appoggiata a una delle pareti, come da loro istruzioni al curatore del castello.

Se avessero voluto raggiungere il volto scolpito nella chiave di volta, quella sarebbe stata l'unica soluzione possibile.

Rosa era stata di parola.

Si mosse quindi verso la parete a sinistra e la prese, trascinandola poi nel punto esatto, sotto la scultura.

Non ebbe tempo di mettersi a osservare tutti i particolari di quella stanza, anche se avrebbe voluto, ma non poté però fare a meno di gettare un'occhiata veloce alle venature rosse nel marmo delle colonne.

Dal vivo erano decisamente più suggestive. Il colore cremisi era ancora molto forte, quasi fosse stato dipinto di recente.

Era incantata da quel rosso vivido che pareva sprizzare dal bianco del marmo a ricordo perenne di tutto il sangue versato dai catari durante le crociate indette dalla Chiesa, ma avrebbe avuto modo di osservarlo con calma una volta conclusa tutta la storia.

Meraviglioso, pensò dentro di sé, mentre si riscuoteva e saliva sulla scala.

***

Lapo si voltò un attimo in direzione di Sofia, con l'intento di verificare cosa stesse facendo. La vide proprio nell'istante in cui stava salendo sul primo gradino della scala, poco prima di udire il sibilo inconfondibile del silenziatore di una pistola.

Si voltò in direzione del vano scale dalla parte opposta alla stanza e al contempo di gettò a terra il più in fretta possibile, ma il proiettile lo colpì ugualmente in pieno alla spalla destra, facendogli perdere la presa sulla pistola, che cadde accanto a lui.

Strinse i denti per il dolore.

«Chiudi la porta!» urlò a Sofia prima che un altro sparo colpisse la parete accanto. Si distese a terra, abbassandosi più che poté e riparandosi la testa con le mani. Cercò di recuperare la pistola, ma un terzo sparo lo costrinse a rimanere disteso.

Poi silenzio.

Si mise in ginocchio a fatica e in quel momento vide un'ombra fare irruzione nella stanza e piombare come un toro impazzito sopra di lui.

Non ebbe il tempo di riflettere. Venne investito da una forza tale che sbatté la testa contro il muro mentre il corpo di Correa si distendeva sopra il suo togliendogli ogni respiro.

***

Isabel udì il rumore degli spari e subito dopo Lapo che urlava a Sofia di chiudere la porta. Pareva proprio giunto il momento di agire.

Al diavolo la prudenza.

Uscì dal vano della torre nello stesso istante in cui Amaury cercava di fare irruzione là dentro. I due corpi si scontrarono con violenza e le rispettive pistole caddero a terra.

Un attimo dopo Armand si gettò sulla donna, afferrandola per la gola e cercando di gettarla sul pavimento.

Lei si divincolò, scalciando e colpendo il prete prima allo stomaco e poi ai genitali. Sentì la presa sulla carotide allentarsi e ne approfittò per sferrare un pugno al volto di Amaury. Sentì un grido di dolore e poco dopo vide il corpo piombare a terra con un tonfo.

Si abbassò per recuperare l'arma, ma le gambe di Armand la avvolsero come una tenaglia facendole perdere l'equilibrio.

Rovinò sul duro pavimento.

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