49) La principessa e l'insensibile

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Tramite la percezione del Kii, Afrodis e suo nonno Cronos giunsero rapidamente alla zona in cui vi era emarginato Fastus. Inizialmente, il fabbro non prestò neppure attenzione nei confronti dei due, continuando imperterrito a forgiare una lama di superba fattura. Dall'avvio delle festività, Fastus aveva già forgiato circa venti tipologie di armi da taglio differenti, tra cui asce, pugnali e spade. Nonostante il suo notevole talento, il fabbro non risultava mai soddisfatto, era sempre in procinto di migliorare: terminata una sua creazione, egli riprendeva immediatamente a realizzarne un'altra nella speranza di accrescere le proprie capacità, accatastando le armi a suo ridosso.

I due Saiyan si fermarono a circa tre metri di distanza da Fastus a causa dell'estremo calore emanato dalla forgia. Prima di discutere, Afrodis e Cronos osservarono quasi con ammirazione il sodo lavoro del fabbro. Nonostante la forgia fosse distanziata a meno di trenta centimetri da quest'ultimo, egli non pareva risentirne minimamente. Anche agli occhi dei potenti Saiyan, le capacità di Fastus risultavano straordinarie!

"Ciao!" Salutò la giovane Afrodis, con voce emozionata.

"Cosa volete? Non vedete che sono molto impegnato?" Chiese il fabbro, già irritato dalla presenza dei due Saiyan.

"Quelle armi le hai realizzate tu?" Domandò a sua volta Cronos, con tono curioso.

Il fabbro si voltò un attimo verso la catasta di armi, da lui forgiate, presente dietro le sue spalle. Erano più numerose di quanto egli stesso rimembrasse!

"Se volete, prendetele! Per me, non posseggono alcuna rilevanza. Anzi, sono solo un peso!" Rispose Fastus.

Il Saiyan sorrise con gioia, poiché era intenzionato ad addobbare la sua prossima abitazione con differenti tipologie di ornamenti. E quale opzione si sarebbe mai rivelata migliore, se non utilizzare tali stupende opere artistiche per rendere la sua dimora uno splendore al limite del lusso? Le armi forgiate da Fastus possedevano di certo un valore immenso!

Allettato, Cronos disse: "Certo! Faccio subito... Se possiamo prenderle davvero senza pagare, noi..."

"Non è per questo che siamo giunti qui, nonno!" Interruppe bruscamente Afrodis, rivolgendosi, in seguito, nei confronti del fabbro e continuando: "Desidero ringraziarti sinceramente per il tuo prezioso, quanto vitale intervento! Mi hai salvata!"

Fastus riconobbe tale aggraziata voce: essa non poteva che appartenere ad una Saiyan che il fabbro conosceva perfettamente, ma di cui non apprezzava la sua presenza.

Fastus distolse lo sguardo dal suo lavoro, rivolgendosi alla giovane: "Ah, sei tu!"

"Sì! Proprio io!" Confermò Afrodis, agitando la coda per la contentezza.

Il fabbro fissò la Saiyan con aria riflessiva. In un primo momento, lei non comprese le motivazioni che inducevano Fastus ad osservarla in maniera tanto particolare. Poi, Afrodis avvertì un senso di inadeguatezza: comprese che la sua visita non fosse affatto gradita, anzi, era considerata del tutto inappropriata dal fabbro. Un brivido percorse la schiena della giovane Saiyan.

Cosciente di non essere apprezzata per la sua riconoscenza dal fabbro e desolata per tale inconveniente, Afrodis si preparò a tornare, assieme al nonno, dal gruppo di amici che i due avevano precedentemente congedato. La principessa provava una profonda delusione, ma non poteva biasimare l'asprezza di Fastus nei suoi confronti. Lei riteneva che il fabbro possedesse ogni diritto di mostrarle rancore. D'altronde, Titan ed Arest, rispettivamente il padre ed il fratello di Afrodis, avevano imposto i peggiori supplizi a Fastus solo per sadico diletto.

"Sorprendente! Davvero sorprendente!" Esclamò inspiegabilmente Fastus, provocando lo sconcerto di Cronos ed Afrodis.

"Che cosa?" Chiese la giovane Saiyan, basita.

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