37) Il destino del mondo

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Nonostante le numerose ferite sortite su tutto il corpo, le condizioni di Titan non erano gravi. Il sovrano provava un dolore lacerante che affliggeva i suoi muscoli e la sua ossatura, eppure ciò non gli impedì di alzarsi in piedi. In tali condizioni e senza neppure trasformarsi, Titan risultava più potente di un normale Super Saiyan. Pur avendo perso la battaglia decisiva contro Goku, infatti, Titan possedeva ancora il potere sufficiente per sconfiggere il maggior numero di Ribelli, se solo avesse desiderato.

Tuttavia, il sovrano non possedeva più alcun intento malvagio. Egli desiderava solo apprendere la sorte della figlia, che era scomparsa nel nulla già nel corso della guerra.

"Afrodis... Dov'è mia figlia?" Domandò Titan, con tono preoccupato.

"Rilassati..." Rispose Yamcha, continuando: "Tua figlia non ha neanche un graffio. È fuggita dopo che l'altro tuo figlio ha cercato di farla fuori..."

"Perché Arest ha tentato di ucciderla?" Chiese imperterrito Titan, sconcertato dalla scioccante notizia.

Gohan rispose: "A quanto pare, tua figlia non ha mai voluto sterminare l'umanità come te! Lo faceva solo per renderti orgoglioso e per non essere punita. Lei vi vuole un mondo di bene. E quando ha cercato di convincere il fratello a fermarsi, lui, senza neanche esitare, l'ha attaccata con l'intento di eliminarla!"

"Immaginavo!" Affermò Titan, aggiungendo, con tono di sconforto: "Arest non ha mai contemplato la minima forma di indiscrezione nei miei confronti... Sono sicuro che lui provi ancora affetto nei nostri confronti e si sentisse straziato nel volerci eliminare. Ma è troppo caparbio e rigido per cambiare la sua opinione... Purtroppo, quei maledetti intenti e quei falsi valori sono sempre stati l'unica sua ragione di vita, fin dalla nascita. Valori che io stesso gli ho impartito. E non può scambiarli, neanche per l'affetto della propria famiglia"

"Mi dispiace per la tua famiglia!" Confortò Justlyn, provando della reale tristezza nei confronti del sovrano, che aveva smarrito ciò di cui aveva più caro al mondo.

"Ma papà, è solo colpa sua se la famiglia, di cui era tanto fiero, si è frammentata. Adesso, non consoliamo proprio Titan! Lui è l'ultimo che merita commiserazione!" Affermò Persef, con voce contrariata.

"Esatto!" Esclamò Vegeta, chiedendo: "Adesso, possiamo conoscere le reali motivazioni di tali stermini?"

"Sì... Perdonate! Ora potete seguirmi!" Rispose Titan, sbuffando desolatamente.

"Non c'è alcun bisogno di volare! Io posso comparire in qualsiasi luogo e portare chiunque con me! Devi solo riferirmi quale luogo intendi farci visitare, Titan" Informò Kibith, quasi vantandosi della sua abilità di teletrasporto.

Nello stesso istante, giunse in volo Afrodis. La splendida figlia di Titan, distanziata sulla vetta di un'alta montagna, aveva distintamente avvertito la conclusione della guerra grazie al termine delle numerose esplosioni, che, fino a qualche minuto prima, avevano scosso l'intero pianeta. Aveva anche percepito l'energia del padre ancora vivo ed aveva compreso che tutto fosse terminato per il meglio!

Alla vista di suo padre inginocchiato, ma ancora vivo, la giovane Saiyan cominciò a piangere per l'immensa commozione. Afrodis si fiondò sul padre, stringendolo in un caloroso abbraccio.

"Papà, perdonami per averti tradito!" Implorò la giovane Saiyan, dimenandosi tra le braccia del padre.

"Figlia mia, l'importante è che tu stia bene. Io non avrei mai cercato di punirti!" Tentò di rassicurare Titan, cominciando anch'egli a singhiozzare come un bambino.

I due si strinsero con maggiore forza, chiudendo gli occhi ed avvertendo finalmente il dolce affetto familiare di cui entrambi necessitavano da tempo.

"Mi vuoi ancora bene? Non ti ho deluso per tutto quello che ho commesso, figlia mia?" Chiese Titan, con gli occhi lucidi dalla gioia.

Dragon Ball Hope of All HumansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora