La locanda dei Tre Ratti

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Passarono, con cuore pesante, tra quelle che un tempo erano case colme di risa e profumo di pane appena sfornato

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Passarono, con cuore pesante, tra quelle che un tempo erano case colme di risa e profumo di pane appena sfornato. La via principale era costituita da pietre disconnesse ed erbe infestanti. Solo un unico edificio sembrava sopravvissuto alla distruzione: la locanda dei Tre Ratti.

Emantus si avvicinò al portone, bussò con energia. Vi era un grande silenzio e il rumore del legno percosso riecheggiò nella notte. 

Venne scostato lo spioncino e una voce assai acuta esclamò sorpresa «Voi!?» la porta venne aperta dando accesso al gruppo ad ingresso ben illuminato. 

Il locandiere era un omino assai piccolo e grassottello, con guance rosse e naso a patata, gli occhi vispi e molto curiosi. Era un uomo a cui non poteva sfuggir nulla, ottimo lavoratore e assai cortese. Nell'antichità la sua stirpe vantava lodi in tutto il continente per la capacità di estrazione del marmo-ghiaccio. Una particolare pietra, molto resistente, che accuratamente lavorata diveniva trasparente. Erano decenni che nessuno osava più lavorare nelle cave e nelle miniere, per paura degli attacchi nemici. Fu così che l'intera, e numerosa, famiglia del locandiere si sparse per il mondo conosciuto abbandonando gli antichi costumi per intraprendere nuovi lavori. Il locandiere ancora ricordava i racconti di suo nonno, quando da giovane partecipò alla costruzione dell'imponente Tempio di Ghiaccio su al nord. Dove ora risiede il terribile Re Arge.

«Maestà siete in pericolo!»  disse a bassa voce «Le guardie di Austro vi stanno cercando! Sanno che siete sopravvissuto all'attacco» 

«Perdonami Mauritius, ti chiedo aiuto. Ci serve un riparo per la notte»

 «Oh! Qui siete i ben venuti! A patto che non vi facciate riconoscere! Vi offrirò le migliori carni, morbidi letti e dell'ottima paglia per i vostri cavalli»  poi rivolgendosi con tono duro verso un ragazzino in piedi accanto al bancone «Cosa fai lì imbambolato! Chiudi quella bocca e vai a mettere in stalla i cavalli dei signori!»  tornando ai suoi ospiti «accomodatevi pure, sarete stanchi ed affamati. La mia signora vi farà vedere le camere. Intanto vado a prepararvi un tavolo appartato e nascosto da sguardi indiscreti»  e velocemente si diresse verso le fumanti cucine.

Mauritius era riuscito a salvare gli affari offrendo alloggio e ristoro a chiunque bussasse alla sua porta, indipendentemente dalle proprie origini o dalla fazione a cui apparteneva. In questo modo non solo teneva al sicuro i propri cari, ma riusciva a raccogliere informazioni utili che avrebbe potuto utilizzare in caso di bisogno.  

Dopo la conquista dei territori, da parte delle truppe di Re Arge, aveva modificato il nome della locanda aggiungendo un disegno di tre ratti con la corona. La corona indicava i tre Re dei castelli caduti: Afrantus, Wok e Flumes. I ratti  invece li aveva scelti perché capaci di sgattaiolare ovunque, animali estremamente intelligenti e arguti, sono in grado di adattarsi a qualsiasi contesto e possiedono ottime capacità organizzative eppure vengono considerati solo per il proprio aspetto e malvisti. Nessuno penserebbe mai che un ratto possa stravolgere le sorti di una nazione. 

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