Principessa

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«Teti calmati» Altea si avvicinò all'Oracolo, la fissò con sguardo corrucciato per qualche secondo poi si voltò e con tono brusco disse ai suoi sotto comandanti «portate Eride nelle prigioni

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«Teti calmati» Altea si avvicinò all'Oracolo, la fissò con sguardo corrucciato per qualche secondo poi si voltò e con tono brusco disse ai suoi sotto comandanti «portate Eride nelle prigioni. Noi andremo da sua Maestà»

«Anch'io?» chiese titubante Alyah ancora scossa, non era abituata a far vedere il suo viso a degli sconosciuti e non riusciva a comprendere cosa stesse provando in questo momento. Era felice per non essere più invisibile e nello stesso tempo terrorizzata.

«Sì, anche tu. Mi hai salvato la vita questa sera, quindi lascia che ti difenda davanti al Sacerdote»

Alyah non seppe che rispondere. Teti la strinse a sé ringraziando il proprio capitano.

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Al palazzo vi era un gran trambusto, tutti nel Regno si erano svegliati. Molte dame piangevano per la sorte di Esperia. Il messo corse incontro ad Altea «Sua Maestà vi attende nella sala del trono»

Altea annuì e proseguì seguita da Teti e Alyah, che ora tremava visibilmente.  Il comandante la fissò stupita: poco prima le aveva tenuto testa, non aveva abbassato lo sguardo mentre le chiedeva di risparmiare Eride, invece ora sembrava solo una ragazza smarrita. Dunque era questo l'Oracolo? Sono una ragazzina costretta a vivere segregata?

«Tranquilla Alyah, troveremo una soluzione. Non ti verrà fatto niente» Teti le accarezzò la testa.

«Nessuno le torcerà un capello» la voce del Grande Sacerdote Crise giunse da dietro le loro spalle «non punirò mai la Principessa Alyah, figlia di Re Atamante e della Regina Silice» e si inginocchiò davanti a lei nel momento esatto in cui Alyah si voltava per guardarlo.

Sconvolta dal gesto del suo tutore, prima fece un paio di passi indietro, poi di colpo si sedette sul pavimento davanti a lui «alzatevi, alzatevi. Ve ne prego! Io non sono chi dite» lei era un'orfana, educata per divenire Oracolo. Non aveva sangue reale. No, le avevano sempre detto che sua madre era una sacerdotessa morta di parto.

Crise comprese la sua confusione, la maschera del sacerdote inflessibile crollò mentre le accarezzava il viso «Non potevo, piccola mia, dirti la verità. Ma ora gli avvenimenti si sono succeduti in una maniera tale che non possiamo più mentire» 

Le due guerriere non parlavano, erano attonite ad ascoltare Crise. 

Infine Altea comprese che le parole del sacerdote erano sincere. Si riscosse dallo stupore e si  inginocchiò ai piedi della principessa, dietro di lei Teti fece lo stesso.

Alyah le fissava incredula. Non riusciva ad accettare la verità. 

«Principessa» parlò Crise, mentre rialzandosi la sostenne «andiamo da sua Maestà»

Re Atamante, affranto di dolore, li stava attendendo. Sembrava invecchiato di mille anni, come se i secoli si fossero abbattuti sulla sua imponente figura. Crise salì al suo fianco e gli pose una mano sulla spalla. Gli fece cenno col capo e gli indicò Alyah.

Lo sguardo del Re si illuminò di nuova vita, si alzò dal trono e scese ad abbracciare la figlia perduta. «Figlia mia» 

Alyah rimase pietrificata. Non era abituata ad essere toccata dalle persone, abbracciata ancora meno, l'unica che osava farlo era Teti. E ora un perfetto sconosciuto, il suo Re! La stava stringendo. Arrossì violentemente e cercò di allontanarsi, ma la stretta di Atamante non glielo permise. Si sentì soffocare. Gli occhi di tutti erano puntati su di loro. Voleva urlare e fuggire lontano. Nascondersi. Dimenticarsi di tutto quanto.

«So che può sembrarvi assurdo» il Re sciolse l'abbraccio permettendo così ad Aliah di respirare «Voi siete la mia figlia minore, la sorella di Esperia» la voce si incrinò sul nome «Non mi odiare, figlia mia. Ho dovuto dividervi. Questi sono tempi di guerra. E l'unica speranza rimasta, a queste povere terre che tanto amiamo, siete voi due. Devi sapere che la vostra nascita era stata prevista molti secoli fa. Io ho dovuto, come Re, obbedire alla richiesta dei sacerdoti. Loro volevano che la leggenda si avverasse... Non credevo che potesse accadere una cosa tanto terribile!» Strinse nuovamente a sé la figlia. 

Alyah era confusa e la spiegazione del Re le sembrava un racconto lontano, una storia che non poteva riguardare lei.

Crise si fece avanti «Ti ho insegnato ciò che dovevi sapere per preparati a questo giorno. Tu hai un compito ben preciso: ora devi ritrovare tua sorella»  poi guardando Atamante  «Mi dispiace dovervi dividere nuovamente, ma solo insieme le due principesse salveranno il regno»

«E come?»  Altea aveva atteso ascoltando in silenzio la storia della leggenda, assurdo che sua Maestà si fosse fatto prendere in giro così dai sacerdoti! Era arrivato persino a svendere la figlia! Ora si stava domandando come due sprovvedute fanciulline potessero salvare il regno da una guerra che durava da decenni. Tutto quanto era assurdo e ridicolo.

«La leggenda spiegava come crescerle. Scopriranno durante un viaggio come combattere Re Arge»  continuò il Sacerdote.

«Ora il problema principale è come salvare la Principessa. Non ci sono né leggende né segreti. Sappiamo che è stata portata al castello di Borea» continuò Altea ignorando le farneticazioni.

Re Atamante tornò a sedersi sul trono «Comandante, vi affido mia figlia Alyah. Lei parteciperà alla liberazione della sorella. Avete piena libertà di azione, scegliete chi volete portare in questa missione. Riportatemi entrambe le mie figlie sane e salve»

«Maestà, la principessa Alyah non sarebbe più al sicuro qui al castello? La nostra è una missione pericolosa, in territorio nemico. Avremo una possibilità solo se partiremo in pochi e non daremo nell'occhio.  Vostra figlia non è preparata a tutto ciò. Non sopravvivrà là fuori»

«No, lei verrà con voi. Le due sorelle non devono più essere divise» affermò Crise.

Altea finse di non sentirlo e non abbassò lo sguardo davanti al suo Re. Ma lui, succube della leggenda, le rispose  «Alyah partirà con voi» 

Ad Altea non rimase altro che abbassare il capo «Sarà fatto come voi desiderate, Maestà» si alzò ed uscì dalla sala.

Alyah assistette all'intero discorso come se non la riguardasse, osservò i due uomini decidere della sua vita come se lei non fosse presente. Come se non contasse nulla. Non vi era differenza tra il ruolo dell'Oracolo e quello della Principessa: restava sempre una pedina senza valore nella scacchiera degli eventi.

 Non vi era differenza tra il ruolo dell'Oracolo e quello della Principessa: restava sempre una pedina senza valore nella scacchiera degli eventi

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