L'altra Leggenda

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«Siamo troppo pochi» sospirò afflitta Altea «Ammesso che riusciamo ed entrare poi come faremo a scappare? E dove poi?»

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«Siamo troppo pochi» sospirò afflitta Altea «Ammesso che riusciamo ed entrare poi come faremo a scappare? E dove poi?»

«Un posto sicuro ci sarebbe. Il castello del Mago resiste ancora agli assalti.» si intromise Fides.

«Del Mago?»

«Il vecchio castello di Flumes si è salvato dagli attacchi grazie all'intervento di un mago, da allora viene chiamato così»

«Flumes? Non avevamo più loro notizie da tempo! Credevamo fosse caduto»

«Non si arrischiano a mandare missive. Le truppe di Borea non trovano il castello, celato dalla magia, ma sono accampati nelle vicinanze e quindi resta difficile raggiungerlo»

«E come facciamo?»

«Vi è una via, rischiosa ma fattibile. Più volte l'abbiamo percorsa. Possiamo raggiungere il castello e chiedere aiuto. Il Mago non ce lo negherà» 

«Andrò io» Tmolus si rese subito disponibile guadagnando lo sguardo accigliato di Araxe. Quest'ultimo temeva che l'amico volesse dimostrare al fratello le proprie capacità, a discapito della sua incolumità.

«E sia. Tentiamo»  acconsentì Altea « Partirai al tramonto. Dobbiamo avvisare anche Muir, abbiamo bisogno di una nave che ci prelevi. Altrimenti non torneremo a casa»

«Altea, ci pensiamo noi. Possiamo chiedere nuovamente aiuto a Mauritius, sicuramente avrà qualche contatto grazie alla Locanda. Partiremo subito»  Danae non aveva bisogno di chiedere alla compagna se fosse disposta ad accompagnarla. Demetra non l'avrebbe mai lasciata sola. Si erano ripromesse, ancora bambine, di esserci sempre l'una per l'altra.

«Sapete benissimo a cosa andate incontro, vero?» entrambe annuirono. 

Altea era veramente orgogliosa dei suoi guerrieri.

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«Ci siamo ritrovati e già ci salutiamo» terminata la riunione Fides raggiunse Tmolus, gli mise un braccio intorno al collo e lo costrinse a subire uno dei suoi abbracci da fratelli. All'inizio Tmolus si finse infastidito ma non poté resistere a lungo e scoppiò in una sonora risata.

Quando Fides mollò la presa il volto del fratello era raggiante e sereno, nonostante la terribile situazione in cui si trovavano. Il timore di aver perso anche lui l'aveva attanagliato per così tanto tempo che ora non gli sembrava vero poterlo riabbracciare.

«Tmolus cerca di stare attento» Fides lo accompagnò attraverso i labirintici cunicoli, fino a dove erano tenuti nascosti i cavalli. Tmolus osservò stupito il luogo: vi era una piccola pozza d'acqua alimentata da una stalattite, erba fresca era accumulata vicino a dove venivano tenuti legati i cavalli. Posizionò la sella sulla schiena del suo destriero, lo accarezzò con dolcezza e prese le briglie. Fides in silenzio gli fece cenno di seguirlo e si incamminarono insieme all'esterno della grotta.

«Stai tranquillo, tornerò con gli aiuti» sorrise mentre saliva in sella. Notò un movimento all'ingresso della grotta, una persona era nascosta nell'oscurità. Avrebbe voluto che venisse allo scoperto ma, conoscendolo, sapeva che era stato in disparte per concedergli intimità. E gli fu grato.

Alyah intravide un'ombra incamminarsi in uno dei cunicoli che davano verso il bosco, silenziosamente la seguì. Quella struttura sotterranea le ricordava le tane dei conigli, con mille uscite per fuggire dai predatori. Era curiosa di vedere la grotta. I bambini non facevano che parlarne, per loro era diventato un luogo sicuro dove poter giocare. Si avvicinò sempre più all'uomo che la precedeva, credeva di non esser stata scorta finché Araxe si voltò facendole cenno di tacere. Si accostò a lui giusto in tempo per vedere Tmolus partire al galoppo. Il cavaliere le regalò un sorriso tirato prima di rientrare.

In quel mentre Fides si voltò scorgendola «Principessa»

«Per favore non chiamatemi così, mi mette a disagio» rispose lei avvicinandosi di un passo al cavaliere.

«Come preferite, mia dama» sorrise regalandole un inchino.

«Perdonate la mia curiosità, ma voi e Tmolus non vi assomigliate molto»

Fides le regalò una sonora risata prima di rispondere con un'espressione maliziosa «Nostro padre era un gran rubacuori» 

Alyah pensò che anche lui doveva esserlo, ogni  fibra del suo corpo emanava un gran fascino.

«Voglio farti vedere una cosa» continuò il cavaliere. Le mise una mano sulla schiena e la guidò nuovamente nel labirintico dedalo di cunicoli. Giunsero in quello che sembrava essere un vicolo cieco. Davanti a loro un muro ne ostruiva il passaggio. Come già accaduto, esso però celava un segreto. Fides spostò alcuni mattoni scoprendo così un piccolo caveau di tesori.  Tolse una pergamena. «Questa è la nostra leggenda»

«Cosa?»

«Conosci la leggenda di Muir?»

«Si... non vorrai dirmi che ... »

«Sono collegate»

Sulla pergamena era riportato quanto segue:

Sulla pergamena era riportato quanto segue:

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«Non capisco»

«Questa leggenda» continuò lui «è legata ad un tempio sotterraneo. Vedi, esisterebbe un passaggio in un'altra dimensione dove questo Re è stato esiliato»

Alyah abbassò lo sguardo e fissò la pergamena che teneva tra le mani. Era molto antica e ben conservata. Possibile che tutte le leggende parlassero realmente di loro?

«Alyah!» la voce di Michael la destò dai suoi pensieri. Lo sguardo del cavaliere si fece cupo osservando la mano di Fides posata sulla spalla di lei. Istintivamente Fides la tolse.

«Stiamo partendo per studiare il castello, Altea vorrebbe parlarti» 

«Stiamo partendo per studiare il castello, Altea vorrebbe parlarti» 

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