L'Oracolo

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Una leggera brezza muoveva le fiamme facendo crepitare il carbone

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Una leggera brezza muoveva le fiamme facendo crepitare il carbone. La notte era stranamente calda, data la stagione, e molto silenziosa. Solo un gufo osava disturbare il sonno degli abitanti dell'isola. Una nube coprì momentaneamente la splendente luminosità della Prima Luna.

Teti, la guardiana del tempio, a fatica riusciva a tenere aperti gli occhi. Si strinse nel manto blu della divisa e si posizionò accanto al braciere. Attendeva l'ora di staccare la guardia giocando a riconoscere le costellazioni in cielo, come faceva da bambina.

Erano passati sedici anni dal triste giorno in cui la Regina era morta.

Le due piccole abitazioni adibite alle Sacerdotesse erano deserte da mesi, solo le piccole apprendiste erano rimaste a Muir con l'Oracolo, le altre erano state mandate in aiuto dalle consorelle nei regni in guerra.

Nella stanza interna, situata dietro all'altare, una snella figura dormiva nel suo letto. I capelli biondi, sciolti, si adagiavano sulle coperte a raggiera. Il petto si abbassava e si alzava regolarmente, segno di un sonno profondo.

Buio

un cavaliere con la spada sguainata.

Un grido di fanciulla.

Un'ombra scura solca il cielo.

Il drappo raffigurante il tridente d'oro sporco di sangue.

Gli occhi color creta si spalancarono, di scatto si sedette sul letto... stava sudando freddo, si prese la testa fra le mani. Aveva fatto un terribile incubo. No, sapeva che questa era una premonizione. Doveva avvertire Re Atamante, quella fanciulla urlante era sua figlia: la principessa Esperia.

Si avvolse nello scialle appoggiato ai piedi del letto e, a piedi nudi, attraversò il tempio.

«Teti» chiamò con un filo di voce. Sapeva che lei l'avrebbe sentita comunque.

Di scatto la guardiana si alzò dalla sua postazione e le corse incontro «Che accade?» gli occhi scuri riflettevano le fiamme accese delle torce all'ingresso. Le si avvicinò posandole una mano sul viso «siete fredda, Alyah che accade?»

Alyah strinse con affetto la mano dell'amica, Teti le era sempre stata accanto. Lei era l'unica che la trattava come un essere umano e non come la Voce degli Dei

«Ho avuto una premonizione, vorrei invitare il Re al tempio domani» 

Teti annuì mentre, abbracciandola per trasmetterle il suo calore, l'accompagnava nuovamente nella camera «manderò un messo ad avvisare»

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I raggi del sole illuminavano il magnifico castello color avorio, dal quale proveniva una carismatica figura. Re Atamante aveva ricevuto il messaggio di recarsi al Tempio.

L'aria era pungente, ma il sole riusciva a scaldare le tempre del valoroso Re ormai invecchiato. Il viso del grande guerriero era solcato da rughe di preoccupazione, nella sua vita aveva visto così tanta sofferenza, e il dolore della morte dell'amata consorte non l'aveva ancora abbandonato.

Giunse alle colonne del Tempio. Sospirò, come faceva sempre, prima di varcarne la soglia. 

Attese che i suoi occhi si abituassero alla semioscurità. Rimase a fissare gli evanescenti movimenti dell'Oracolo in silenzio. Cercava di vedere attraverso il bianco velo che copriva il viso della fanciulla, ma invano. Ogni volta che si presentava al tempio il suo cuore sanguinava al ricordo del Sacerdote Crise che stringeva tra le braccia la figlia, che lui non aveva neppure voluto guardare. In quella notte di dolore avrebbe voluto cancellare la sua esistenza dai ricordi, purtroppo la mente umana non è così semplice e, con gli anni che si accumulavano, il rimpianto di ciò che aveva fatto gli ricadeva come un macigno sul cuore. 

Con voce vellutata l'Oracolo si rivolse a lui «il Tridente, simbolo della vostra forza... non più d'oro brillerà, ma di rosso cupo! Maestà state attento, la Vostra fanciulla nella notte griderà!» scese lentamente i gradini dell'altare sollevando la veste bianca. Si avvicinò al Re «Un vostro cavaliere vi tradirà!» e scomparve tra i drappi color porpora.

Atamante rimase silenzioso nel Tempio, accese un rametto d'incenso. Si inginocchiò, e alzando lo sguardo verso l'altare pregò.

 Si inginocchiò, e alzando lo sguardo verso l'altare pregò

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