In Viaggio

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Altea, con passo veloce tornava verso la caserma, aveva appena terminato il consiglio di guerra con sua Maestà e interrogato i superstiti di Arabesq

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Altea, con passo veloce tornava verso la caserma, aveva appena terminato il consiglio di guerra con sua Maestà e interrogato i superstiti di Arabesq. Il Re in persona era pronto a scendere in battaglia con la flotta proprio mentre loro sarebbero stati in missione. 

«Altea» Aron intercettò il comandante sul sentiero, era stato alle prigioni dove aveva interrogato Eride. Profonde occhiaie gli segnavano il volto.

«Aron...come è andata?» Altea non sapeva bene che domanda porre. Le ultime parole di Eride le risuonavano nella testa. La guerra era iniziata quando il suo Re era ancora giovane, sia lei che i guerrieri avevano perso qualcuno in battaglia. Erano cresciuti in un mondo ostile, e prima ancora di imparare a camminare avevano già una spada in mano. Eride non aveva tutti i torti, questo stile di vita li aveva portati a perdere gran parte della loro umanità.

«Soffre. Il suo corpo sta rigettando il sangue di drago. Non le rimane che qualche ora di vita» il guerriero aveva una voce spenta, rassegnata. 

Altea alzò lo sguardo sulle due lune, una di queste era nascosta da una nuvola passeggera, ormai avevano perso il loro splendore. Era quasi ora di partire e aveva ancora tanto da fare.

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Il mattino era giunto ad illuminare le grandi pianure, le valli, le cime dei monti, i laghi e la costa. Ma il regno non era più lo stesso del giorno prima. Il popolo apriva gli occhi salutando il sorgere del sole con l'ansia che gli attanagliava il petto. 

 I cavalieri, scelti per la missione, erano a cavallo nell'attesa dell'ordine di partenza. Avevano indosso l'armatura leggera, quella utilizzata negli allenamenti, per esser più agili durante viaggio.  Il lucente materiale, composto da una lega di oricalco e ferro, era costituito solamente da uno spallaccio e dalla corazza. Il simbolo di Muir era stato rimosso per celarne la provenienza.

«Dov'è la principessa?» chiese spazientita Altea mentre saliva sul suo cavallo.

«E qui con me!» gridò Teti giungendo al galoppo.

Altea fissò le due donne che condividevano lo stesso destriero corrucciando la fronte «Non ha un proprio cavallo?» 

«Non so cavalcare» rispose Alyah vergognandosi davanti all'ostilità malcelata del comandante. Non avrebbe voluto ritardare ma, essendo consapevole delle sua inettitudine nel difendersi, aveva cercato di recuperare qualche strumento che poteva esser utile.

 Altea non rispose, sarebbe stato un bel problema quella ragazzina, almeno aveva avuto la decenza di cambiarsi d'abito. Aveva riconosciuto la vecchia divisa da allenamento di Teti, le stava un po' larga ma era molto meglio di quelle vesti leggere da Oracolo.

 «Bene» fece scorrere lo sguardo su ogni singolo guerriero del gruppo «è giunto il momento di salutare la nostra madre patria e partire» 

« Aspettate!» un grido fece voltare tutti nella direzione da cui proveniva. Emantus si dirigeva verso di loro al trotto «Vengo anch'io»

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