Danae e Demetra si conobbero in accademia. Figlie entrambe di nobili guerrieri facevano parte dell'élite dell'esercito di Muir. Si odiarono dalla prima ora di lezione. Erano le due ragazze più competitive del corso, non passava giorno senza che si sfidassero in un duello. Diplomate furono assegnate a diverse divisioni, si ritrovarono dopo due anni a fare da balia alla principessa. Durante quel periodo avevano combattuto entrambe in mare. Avevano visto morire i compagni. L'ardore e la superbia erano stati spazzati via dalla falce della morte. Erano persone nuove, e scoprirono di avere in comune molto più di quanto si aspettassero.
L'ostilità giovanile mutò aspetto, perse gli aculei velenosi, e si trasformò in fiducia e rispetto reciproco. Il legame che le univa ora trascendeva dalla normale amicizia tra due commilitoni. Erano diventate dipendenti l'una dall'altra. Una simbiosi tale per cui riuscivano a comprendersi anche solo da un semplice gesto.
Perciò quando Danae arricciò il naso e indicò un'apertura tra la coltre di nuvole Demetra capì, senza guardare, che stavano sorvolando Muir.
L'aria era pungente però i corpi dei due volatili che le trasportavano erano assai caldi e, grazie a loro, non soffrivano delle basse temperature a cui erano esposte a quelle altitudini.
Erano partite per tornare sui propri passi e chiedere aiuto a Mauritius per mandare un messaggio in patria. Non avevano percorso che poche leghe prima di essere catturate.
All'inizio credettero di essersi imbattute in un gruppo di predoni. Vennero trasportate al loro covo, legate e incappucciate.
Una voce assai giovane iniziò a fare diverse domande. Entrambe le guerriere rimasero stupite nel costatare che erano tutte inerenti alla leggenda.
«Slegatele, sembrano essere veramente guerriere di Muir» ordinò quella voce.
Entrambe rimasero allibite quando davanti a loro apparve un giovane ragazzo tutto nervi che sorrideva sprezzante.
Si inchinò con finta riverenza «sono Ermes, capo dei ribelli di Flumes»
«Danae, siamo dalla stessa parte» rispose incerta. Demetra le scoccò uno sguardo dubbioso. Questo moccioso comandava i ribelli?
«Il castello di Afrantus è stato attaccato, la principessa liberata. Sono piacevolmente colpito» fece cenno ad un uomo e questi si avvicinò con un coltello.
Le due guerriere si guardarono preoccupate. Lui tagliò le corde che legavano loro i polsi.
«Dopo il vostro intervento abbiamo deciso di appoggiare i guerrieri di Muir. Vi stavamo cercando» Ermes si accucciò scrutandole dal basso.
Demetra rimase colpita da quello sguardo, non era assolutamente di un giovane uomo. Quegli occhi appartenevano a qualcuno che aveva visto l'abisso ed era sopravvissuto.
«Dobbiamo mandare un messaggio a Muir» decise di tentare la guerriera scoccando uno sguardo veloce alla compagna. Lei tacque, quindi appoggiava la sua idea di servirsi di loro.
Lui sorrise. La cicatrice che solcava il volto si mosse come una serpe «Se ci fate dono di un esercito per liberare le nostre terre, faremo molto di più»
Ermes aveva studiato una tecnica per addomesticare le Aquile Arpie che nidificavano su quei monti. Erano animali assai diffidenti e difficili da avvicinare. Le loro enormi dimensioni incutevano paura agli abitanti, tanto da creare diverse leggende sulla nascita di queste creature. Una di queste affermava che un tempo fossero esseri umani tramutati in mostri alati.
Danae e Demetra erano rimaste assai stupite nel vedere le due mastodontiche creature, con selle e finimenti, che le fissavano con ostilità.
Le due aquile scesero sotto le nuvole e si prepararono a planare: il castello di Muir appariva sotto di loro in tutta la sua magnificenza.
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I soldati le accolsero con le spade sguainate avendole scambiate per nemici.
Il Re in persona gli corse incontro appena giunta la notizia del loro arrivo. Ascoltò con trepidazione le sventure delle figlie e l'incontro coi ribelli.
Sua Maestà cupo avvisò le due guerriere dell'impossibilità di portare soccorsi immediati: Muir era assediata dalle navi del comandante Austro.
Danae e Demetra lasciarono riposare le loro cavalcature alate, dopodiché nascosero nei loro finimenti una lettera del Re per le sue figlie, nella speranza che i ribelli di Flumes fossero riusciti a trovarle.
I due volatili si alzarono in volo aprendo le possenti ali e si diressero verso i nidi costruiti per loro da Ermes.
Il Re in persona stava dirigendo la battaglia in mare, avevano una speranza di far breccia nella flotta nemica. Danae e Demetra silenziose lo ascoltavano.
Atamante era in piedi, indossava l'armatura di Oricalco. Il suo viso era teso e numerose rughe si erano formate dalla loro partenza. Molti capelli bianchi erano cresciuti nella sua folta capigliatura, era dimagrito e spesso passava le notti sveglio temendo per le figlie.
Con voce roca discuteva con i suoi soldati «questa piccola isola che abbiamo riconquistato sarà il nostro appoggio, attaccheremo ad intervalli regolari e con molta precisione... cercheremo di indebolirli e solo allora utilizzeremo la nave principale per far breccia tra la flotta nemica»
Sua Maestà continuò la presentazione del piano, dopodiché congedò i soldati e si ritirò nelle proprie camere sperando di dormire qualche ora prima della partenza.
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Muir
FantasyMuir in celtico significa "Nata dal mare" Questo racconto nasce in un giorno di pioggia tanti anni fa. E oggi, in un giorno di pioggia, ve ne faccio dono. Due sorelle separate dalla nascita. Un'avventura che trascende il tempo e ci riporta in luoghi...