Esperia

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Snella e molto aggraziata, grandi occhi scuri e lucenti

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Snella e molto aggraziata, grandi occhi scuri e lucenti. I capelli folti e lunghi, di un castano chiaro con sfumature dorate. Esperia crescendo assomigliava sempre più alla defunta madre. Ogni volta che gli occhi di Re Atamante si posavano su di lei un misto di dolore e apprensione gli attanagliava il cuore. Pregava ogni singolo giorno gli Dei affinché il futuro della figlia fosse radioso e sereno, anche se in cuor suo sapeva che la lunga guerra non avrebbe avuto termine a breve.

I lunghi e candidi tendaggi disegnavano un arco di pizzo sul vetro della finestra della camera. Esperia li teneva scostati con una mano, permettendosi così di godere della vista dei giardini.

Non indossava una veste particolarmente elegante, anzi era piuttosto sobria, e portava dei guanti in camoscio. Era piuttosto impaziente e si notava. Con la mano libera prendeva una ciocca di capelli e se la passava tra le dita, muovendola a cerchio.

Finalmente bussarono alla porta.

«Avanti» con voce vellutata.

«Maestà il cavallo è pronto» disse la dama venuta a chiamarla.

«Arrivo» "finalmente esco!" pensò esultando.

Accelerò il passo scendendo le scale per raggiungere le sue due guardie che l'attendevano all'ingresso della residenza. Salutò con un sorriso Danae e Demetra, che si spense immediatamente appena vide una nuova persona. 

Si fermò indicandola «Chi è costei?»

«Principessa» disse Eride chinandosi «sono stata mandata dal Re, che teme per la vostra incolumità»

«Perché due guerriere non erano sufficienti!» si lamentò sbuffando.

«Vostro padre...» Eride tentò di acquietare l'animo della principessa me venne interrotta.

«Si, si ho capito. Va bene così. Non ti scusare per qualcosa di cui non hai colpa» Esperia la liquidò con un gesto della mano, e poi prese le redini del cavallo dalle mani dello stalliere «Andiamo?» e con un agile salto salì in groppa al suo destriero.

Spronò il cavallo e lo diresse verso l'uscita del castello, per trottare nella pianura come era abituata a fare. Adorava questo momento della giornata, l'unico in cui poteva essere libera dagli obblighi di corte e dall'etichetta. Sentire il vento tra i capelli mentre galoppava macinando terreno la faceva sentire viva.

«Principessa, non si diriga verso i cancelli! Sua Maestà il Re ha deliberatamente espresso il desiderio di farvi passeggiare solo all'interno delle mura» Demetra le fu accanto prendendo le redini. Sapeva che se non avesse fatto così la principessa sarebbe fuggita al galoppo.

Esperia non protestò, capì che era inutile. L'oppressione di suo padre cresceva di giorno in giorno. Era incontenibile. Si sentiva soffocare sotto quello sguardo.


D'estate i profumi delle piante e dei fiori esotici, che si trovano all'interno del giardino, inebriano l'aria di un delicato profumo. Ora, invece,  erano spogli della loro bellezza. L'inverno era vicino e presto sarebbe nevicato. La vista di quel panorama ricordava ad Esperia la sua vita. Si sentiva spenta come un giardino ghiacciato.

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