Eos si era nascosta dietro alla porta che dava sulla sala da pranzo, ed ascoltava i discorsi di Borea con uno dei suoi sotto comandanti. Era molto arrabbiato, si erano fatti sfuggire la principessina. Ora lei e il principe Emantus dovevano già aver raggiunto il castello del Mago.
Eos trattenne il respiro mentre un colpo secco le giungeva alle orecchie. Non poteva guardare dentro la sala senza rischiare di essere scoperta, ma non era necessario vedere per capire che il rumore nasceva da un pugno picchiato sul tavolo.
Il castello del Mago era un luogo introvabile, da mesi le guardie ne cercavano l'ubicazione ma senza successo. Raccontavano di averlo scorto e poi di esser stati attaccati da un drago e di vedere il castello svanire davanti ai loro occhi. In molti sostenevano che cambiasse ubicazione ogni volta, come se camminasse. Se erano davvero riusciti a raggiungerlo i guerrieri di Muir erano al sicuro.
La speranza scaldò un poco il piccolo cuore della fanciullina. Doveva aggiornare la principessa Esperia. Di nascosto corse verso le scale segrete che conducevano alle prigioni.
«Maestà»
«Oh Eos!» Esperia passò le mani tra le sbarre in cerca di quelle di lei, si strinsero forte.
«Stanno arrivando! Il principe Emantus, con vostra sorella, sono già qui!»
«Davvero?»
«Si. Ho sentito Borea che ne parlava. Stanotte chiederò maggiori informazioni ai ribelli»
«Ribelli?»
«Sì, è rischioso uscire a contattarli, ma non è la prima volta che lo faccio.»
Eos ancora ricordava lo sguardo fiero di sua madre mentre veniva decapitata con un colpo secco di spada da un cavaliere di Borea. Lei le aveva insegnato come muoversi nei cunicoli del castello per non essere vista. Lei che, da quando Borea aveva distrutto il loro mondo, aveva continuato ad essere federe al suo Re e aveva scelto di fornire informazioni ai ribelli.
"Vedi, Eos" le diceva mentre le pettinava i capelli prima di dormire "in questo mondo le persone sono crudeli e fanno cose spaventose, ma è proprio in tempi così oscuri che è necessario ribellarsi. Bisogna farsi coraggio e fare la cosa giusta"
«Eos non fare sciocchezze! Se ti prendono ti uccideranno!»
«Non fa alcuna differenza per me dopo quello che hanno fatto!» e così dicendo se ne andò.
Il giorno in cui sua madre morì Eos disse addio alla sua infanzia. Il cuore si crepò e non fu più lo stesso. Temeva, più di ogni altra cosa, di perdere la capacità di provare sentimenti. Non voleva diventare un guscio vuoto.
Inciampò in una pietra disconnessa del pavimento ma riacquistò subito l'equilibrio.
Eos possedeva l'aspetto di una bambina, il suo corpo non si era ancora deciso a fiorire e di questo gli era grata. Gli sguardi affamati che le rivolgevano le guardie la disgustavano, ma fino ad ora non le avevano messo le mani addosso. Era troppo magra, troppo piatta, troppo poco appetibile. Si gingillavano con le altre cameriere, non aveva bisogno di conferma per comprendere che fosse così. Bastavano i lividi che vedeva il giorno dopo sui loro corpi e lo sguardo sempre più spento. Privo di vita.
Lei ora si aggrappava, con tutta la forza che aveva, al sogno di fuggire con Esperia. Spesso i ribelli le avevano proposto di rimanere con loro. Ma erano braccati, sempre sull'orlo della cattura. La sua vita non sarebbe stata migliore, almeno qui al castello poteva fare la differenza.
Soprattutto ora. I ribelli avrebbero potuto metterla in contatto col principe di Esperia.
La sorte di entrambe dipendeva da questo.
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L'oscurità stava nuovamente calando.
Eos indossò una mantella nera rubata in lavanderia, le stava enorme ma copriva perfettamente i suoi capelli chiari, facilmente individuabili al buio.
Attraverso un passaggio, nascosto in dispensa, si addentrò nei cunicoli.
«Speriamo di non perdermi»
Purtroppo scoprì che, dall'ultima volta in cui li aveva precorsi, delle travi erano crollate e in alcuni punti trovò dell'acqua che filtrava dal soffitto. Questo però era per lei un buon segno, significava che stava camminando sotto il fossato del castello. La direzione era quella giusta.
In poco tempo fu all'esterno delle mura.
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Muir
Viễn tưởngMuir in celtico significa "Nata dal mare" Questo racconto nasce in un giorno di pioggia tanti anni fa. E oggi, in un giorno di pioggia, ve ne faccio dono. Due sorelle separate dalla nascita. Un'avventura che trascende il tempo e ci riporta in luoghi...