Al Sicuro

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Eos non conosceva l'uomo che prese tra le braccia Araxe e lo condusse nella stanza adibita ad infermeria

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Eos non conosceva l'uomo che prese tra le braccia Araxe e lo condusse nella stanza adibita ad infermeria. Lo seguì senza fiatare con le mani sporche di rosso carminio. Cercò di pulirsele nella veste peggiorando ancora di più il suo aspetto. Ma poco le importava.  Conosceva da poco Araxe, non poteva definirsi sua amica, eppure il suo cuore aveva smesso di battere quando si era accasciato a terra.

L'uomo dalle spalle grandi lo adagiò, con cura e delicatezza, su un letto e urlò attirando l'attenzione dei presenti. Accorsero due dame e un uomo che subito spogliarono Araxe. Eos rimase poco distante osservando il muoversi frenetico di mani esperte.

Sangue, c'era tanto sangue.

Il grande uomo si voltò verso di lei. Aveva il viso rigato di lacrime e l'inferno bruciava nelle iridi.

Quello sguardo la trapassò e la colpì in pieno petto.

«Eos» una voce femminile le sussurrò all'orecchio «siete ferita? State bene?»

Eos annuì alla donna.

«Allora venite con me, non potete stare qui» la prese per mano tentando di condurla verso l'uscita.

«Ma...Araxe» cercò di opporsi Eos.

«Starà bene. Lo cureranno. Non puoi restare qui» la dama continuava a spingere Eos verso la luce esterna. Eos era certa di conoscerla, la sua voce le era familiare, ma non riusciva a ricordare chi fosse.

«E lui?» Eos indicò il grande guerriero. L'uomo che con uno sguardo avrebbe incenerito chiunque si fosse avvicinato troppo al ferito.

«Lui è Tmolus» rispose la dama dai capelli neri. Nei ricordi di Eos si accese una flebile luce, questa donna era insieme ai ribelli. Anche lei era un abitante di Muir, stava sempre accanto alla principessa. Eos era certa di conoscerla.

Teti le sorrise mentre finalmente riusciva a portarla fuori dalla stanza, la fanciulla era evidentemente sotto shock «nessun medico riuscirà a smuovere Tmolus dal capezzale di Araxe. E non ci proveranno nemmeno, se non vogliono subire la sua ira. Per cui stai tranquilla. Tmolus andrebbe all'inferno pur di riprenderselo»

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Alyah, Esperia ed Emantus furono condotti in una sala adibita alle riunioni. Gli altri cavalieri vennero  accompagnati in altre stanze per venir curati e rifocillati.

«Prego accomodatevi» disse un uomo di piccola statura con barba e baffi bianchi. Indossava una veste color blu notte. Indicò ai suoi ospiti le sedie libere. «Io sono il Mago che protegge questo castello»

 «Volevamo ringraziarla per il suo provvidenziale aiuto» intervenne Esperia.

«Vedo che siete stanche e provate dalle situazioni passate, perciò il discorso che volevo farvi verrà spostato in un altro momento»

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