Rapita

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Bastò la confidenza di un servo, della residenza principale, per poter risalire al tradimento di Eride

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Bastò la confidenza di un servo, della residenza principale, per poter risalire al tradimento di Eride. I sussurri circolarono in fretta tra le pareti ancor prima che la principessa uscisse nei giardini. Danae e Demetra vennero informate da una dama addetta alle camere nel momento stesso in cui lei raggiungeva la radura. Le due guerriere non persero tempo a vestirsi, presero la spada e corsero fuori a cercare Esperia. Riuscirono appena a scorgerla prima che la grande bestia alata posasse i suoi artigli su di lei portandola in cielo.

A nulla servirono le loro urla. La principessa era scomparsa nel buio.

Cercando di non farsi prendere dal panico corsero vero la caserma, ma non fecero che pochi passi prima di incrociare Altea.

«La principessa» con un filo di voce Danae cercò di mettere a conoscenza dei fatti il suo comandante «è stata rapita da uno dei mostri di Re Arge. I servi dicono che è stata Eride a farla uscire da palazzo»

«Non può essere» Altea stringeva talmente forte l'impugnatura della spada da sbiancare le dita. Pensare che, uno dei suoi amati cavalieri, l'avesse tradita le causava un profondo dolore al petto «cercherà di scappare»

Non ebbe bisogno di dire nient'altro, fece solo un gesto impercettibile col capo ad Aron e Michael e si sparpagliarono in direzione delle mura, sperando di riuscire ad intercettarla.

Fu proprio Altea a bloccarla, si trovavano ora una di fronte all'altra con le spade sguainate.

«Perché... perché ci hai tradito? Il Giuramento di Fedeltà non ha alcun valore per te?» disse con tono duro.

«Fedeltà a chi? A coloro che hanno ucciso la mia famiglia solo per aver aiutato un altro essere umano? Fedeltà a quale regno poi? Lo sai che accade ai bambini orfani? Vengono portati in accademia, in una mano gli posano una ciotola di zuppa e nell'altra una spada! Non c'è scelta! Non puoi diventare nient'altro che uno strumento per uccidere! Re Arge è più forte, almeno se vincerà la guerra poi sarà finita. Saremo tutti sotto un unico padrone. A nessun altra bambina toccherà la mia stessa sorte!»

«Re Arge è un mostro sanguinario! Come puoi anche solo pensare di vivere meglio?» e si scagliò su di lei.

Eride si scostò, i movimenti erano ancora intorpiditi dal sangue di drago, che ribolliva nelle vene. «Lo hai incontrato? Ci hai mai parlato? Come puoi dire che è un mostro? Invece qui ho visto i nobili vivere in case ben arredate, mangiare tutti i giorni e lamentarsi! Non hanno idea di cosa significa vivere là fuori! A morir di stenti! Voglio solo che questa guerra finisca!» nonostante il dolore si batteva bene, meglio del solito. Il sangue di drago stava iniziando a donarle nuova forza. I suoi occhi erano assetati di odio. Voleva più di ogni altra cosa ucciderla. Uccidere colei che l'aveva comandata fino ad ora.

Alyah giunse sul luogo del duello e rivide in loro il suo sogno premonitore: Altea sarebbe morta.

«Dov'è la principessa ?» chiese furiosa Altea

«Sta raggiungendo il suo inferno, nelle prigioni di Borea piangerà sangue!» e si scagliò con rabbia verso il suo ex comandante. Altea respinse la spada ma non fu tanto agile da deviare il pugnale. 

Eride approfittò della ferita per attaccarla, sicura di finirla. Altea osservava la lama dell'arma avvicinarsi. Sapeva di essere impacciata nel movimento, ma sperava di riuscire a limitare la gravità delle ferite.

Eride cadde a terra. 

Altea confusa osservava il corpo inerme dell'avversaria.

«Stai bene ?» chiese una figura uscendo dall'ombra. 

«Sei stata tu?» 

«Si sono stata io. È solo svenuta. Lasciala vivere, se non la uccidi ci potrà essere utile.» Alyah tremava a causa di tutte le emozioni che le trapassavano il cuore, ma sperò che Altea non lo notasse. Cercò di risultare il più determinata possibile per convincerla.

«Chi sei per chiedermi di risparmiarle la vita?» ruggì il comandante.

«Una semplice sacerdotessa del tempio»  sapeva che non poteva rivelare la sua vera identità, ma forse ora era troppo tardi. Crise avrebbe saputo certamente della sua disobbedienza.

Nel frattempo giunsero Aron e Kahel, che si avvicinarono al loro capitano. Michael sbucò dal buio e si inginocchiò accanto ad Eride. Respirava faticosamente, ma era viva. Sollevò lo sguardo per fissare quell'inerme fanciulla che tentava di sfidare il suo comandante. Si rialzò, e si avvicinò ad Altea per parlarle, ma in quel momento giunse Teti correndo in preda ad una visibile paura.

«Oracolo! Cosa fai qui!» strinse Alyah per un braccio «Non dovevi uscire dal tempio, ora sarai punita!» 

Alyah non si mosse. Non conosceva i metodi che Crise utilizzava per punire chi disubbidiva alle leggi. Sapeva solamente che l'Oracolo precedente non era stato mai più visto a Muir. Era intimorita da quel pensiero, tanto da non accorgersi degli sguardi stupiti dei guerrieri.


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