Senza starci troppo a ragionare || #simuel

Go back to sleep

Coma alimentare — ecco cosa gli era preso in quel momento.

Manuel non aveva mai mangiato così tanto durante i Natali precedenti. Non aveva mai capito cosa volesse dire sperimentare un'abbuffata natalizia o, almeno, non una provocata dai manicaretti di Virginia.

Ora se ne stava sul divano, accanto a Simone, mentre aspettavano di essere chiamati per la tombolata. Era in una sorta di limbo tra la veglia e il sonno, lo stomaco così pieno da far male non appena inspirava.

Senza accorgersene, era finito con la testa sulla spalla di Simone, che ne aveva approfittato per accarezzargli i capelli mentre fingeva di essere concentrato sul film in tv.

"Ragazzi, venite. Stiamo aspettando voi."

La voce di sua madre quasi gli fece aprire gli occhi, ma le dita del più piccolo lo convinsero a non farlo.

"Cominciate voi" disse Simone, a voce bassa. "Manuel dorme."

Già immaginava l'espressione sul viso di sua madre: lo sguardo intenerito, la bocca distesa in uno di quei suoi sorrisi.

"Aspetta, che vi copro un po'." La sentì dire, prima di sentire il tessuto della copertina di pile contro il proprio corpo — calda, comoda, confortante. Affondò il naso contro il collo di Simone, senza nemmeno accorgersene, inspirando quell'odore che ormai sapeva di casa.

Forse fu proprio quello, unito al peso e al calore del pile, a farlo addormentare del tutto, forse per una decina di minuti — abbastanza da farlo sentire disorientato non appena aprì gli occhi.

Simone lo stava già osservando, con un'espressione indecifrabile che gli svuotò di colpo lo stomaco.

"Shh, torna a dormire" mormorò il più piccolo, tornando a massaggiargli la testa.

E Manuel si addormentò di nuovo.