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"Ancora un passo, avanti" dice una voce dentro di me. "Sei quasi arrivata, resisti ancora un po'." Mi ripete.

Hell mi trascina come un peso morto, fino a che arriviamo alla mia c̶e̶l̶l̶a̶ stanza.
Entriamo dentro, e lui mi segue. Mi volto verso di lui, sbarrando gli occhi.
Dovrebbe rimanere fuori, non può stare con me, se lo vedono, se si accorgo...

«Hai messo fuori uso le telecamere, quando alla mensa hai raggiunto il flare. Per questa notte non funzioneranno, le riparano domani.»

«Che cosa?» Sbarro gli occhi, e sbatto le palpebre cinquecento volte al secondo.

«È la stanza più vicina alla mensa, quindi il tuo calore ha influenzato le apparecchiature elettroniche che sono qui.»
Annuisco, annuisco e annuisco ancora.

Guardo Hell, un ragazzo vestito tutto di nero, che indossa una maschera che li copre il viso, ha una ventina di coltelli nascosti nella tuta, e un fucile sulle spalle.

Hell è la mia guardia.
Ma so per certo,
Che Hell è anche un "geneticamente modificato."

"Per questa notte non funzioneranno" se non colgo l'occasione di pararli adesso che le telecamere non vanno, e che non ci possono sentire, non ne avrò più l'occasione.

«Seguimi.» Li ordino.

«Che cosa? Heaven non...»
Non lo lascio nemmeno finire di parlare, che lo afferro per il braccio, e lo trascino nel bagno.
È l'unica stanza che non ha vetrate trasparenti.

Chiudo la porta, e lo guardo incrociando le braccia.

«Stai bene, Heaven?» Chiede con tono preoccupato, e ricordo che lui ha assistito anche al mio ultimo test.
Mi ha vista impazzire, e urlare di dolore.
«Hai delle bruciature? Fammi dare un'occhiata...» Cerca di afferrarmi il braccio, ma io sfuggo alla sua presa e afferro il pezzo di vetro dalla tasca della tuta.

Alzo la manica del braccio, e punto la scheggia di vetro contro la mia vena.
«Togliti la maschera.»

Hell trasale.
Esita, immagino stia andando in panico, e poi, finalmente, si decide ad aprire bocca. «Heaven... Cristo, metti giù quel pezzo di vetro...» Si avvicina ancor di più, «sai che non posso toglierla. Sono le regole.»

«E le regole, sono fatte per essere infrante. Non ti vedrà nessuno, Hell.» Affermo.

«Heaven... ti prego, puoi farti del male...»

«Esatto. Non posso bruciarmi con un accendino, ma posso morire dissanguata se non ti togli quella maschera.» Stringo così forte la scheggia di vetro, che mi sto già tagliando la mano. Il sangue gocciola sul mio braccio, esaltando come petali di rose sulla neve.

Ma non ho intenzione di mollare.
Questo è il minimo di dolore che posso provare, dato le persone che bruciano sotto il mio sguardo provano molto peggio.
Per quanto faccia male il taglio, mi da sollievo.

«Maledizione, Heaven!» Quasi urla.
«La tua mano sta sanguinando, metti giù quel vetro. Ti sei fusa il cervello, oltre che hai metalli?»

«Ma che divertente che sei. E tu? Anche tu puoi fondere i metalli?» Mi avvicino, e alzo la testa per guardalo negli occhi.
«Avanti, Hell. So che sei uno di noi, togliti la maschera.»

Hell rimane immobile. Fermo. Congelato sul posto. Non dice una parola. Non prende neanche il respiro. Ma alza il fucile, e me lo punta alla testa.

Il respiro mi si mozza in gola.

«Non te lo ripeterò, metti giù il vetro.» Carica il fucile, ed io perdo tutti gli anni di vita rimasti. Ma una fiamma, una fiamma cresce in me.

«Non mi sparerai.» Affermo.
«Non sparerai ad una ragazza che ha il tuo stesso calore. Non sparerai a me

«Si, in effetti hai ragione.» Abbassa il fucile, ma se lo punta subito alla sua tempia.
«Metti giù quel pezzo o la pallottola finirà nel mio cervello.»

Il mio cuore esplode, e non riesce più a battere.
Io sto affogando, e non so più respirare.
I miei polmoni sono pieni d'acqua, ed io sto annegando tra le mie stesse parole e il mio stesso sangue.

«Hell...» La mia voce è un tremolio, come una foglia d'inverno.
«Dio, ti prego... voglio solo sapere se dici la verità»

«Su cosa? Su cosa pensi che ti abbia mentito?» La sua voce è così cupa, così alta e furiosa che mette i brividi.
«Maledizione Heaven, rispondimi!»

Sussulto e la mia mano trema.
«Voglio vedere e sentire la potenza del tuo calore sulla mia pelle. Perché tu mi hai detto che non ti ucciderò. Ho bisogno di vedere i tuoi occhi, i tuoi capelli, il tuo viso, le tua labbra... ho bisogno di vedere te.» Il mio viso e rigato dalle lacrime.
«Perché, Dio... ho provato a cercare di odiarti! Giuro che ci ho provato, ma tu... tu mi hai stregata! mi stai facendo impazzire! Ho vissuto anni chiusa in questa cella, bendata, senza vedere nulla, e sono ancora sana di mente. Ma poi arrivi tu, ed ecco che la mia testa esplode!» Prendo il respiro dal cielo, e la calma dagli abissi. «Tu mi stai facendo diventare pazza, Hell. Quindi ti prego, ti prego... togliti quella maschera. Ho bisogno di vederti, ho bisogno di sapere che tutto ciò non è un'altro incubo, ho bisogno di sapere che tu sei come me. Ti prego... ti prego non farmi passare per squilibrata.»

Mollo la presa dal pezzo di vetro, e lo lascio cadere a terra, alzando la mani sopra la mia testa.
Lui abbassa il fucile dalla sua tempia, facendolo cadere a terra.

Abbasso le mani, lo guardo, e lui guarda me, anche se non posso vedere la sua espressione.
Per la piccola stanza riecheggiano i nostri respiri affannati, e la lava sta iniziando a scorrere nelle mie vene al posto del sangue.

«Heaven...» Improvvisamente il mio nome sembra così maledettamente bello.
«Ti ho vista oggi, mentre ballavi tra le fiamme. Sai, non riuscivo a staccarti gli occhi di dosso. Sembravi una maledetta regina degli inferi che che danzava tra le fiamme da lei stesse appiccate. Una regina che comandava il mondo, ed io ero lì, che volevo inginocchiarmi a terra, per poi prenderti le mani, e ballare insieme a te. A ritmo delle fiamme che ardono, e delle luci che lampeggiavano. Cazzo, in quell'istante avresti potuto bruciare il mondo intero, ed io sarei comunque rimasto lì a guardarti.» Porta le mani dietro la testa, preme un bottone, e...

Si toglie la maschera,
E il resto del mondo esplode.

Prende fuoco, brucia, esplode di nuovo, creando un secondo big bang. Le galassie si uniscono, i pianeti si allineano, il sole e la luna formano l'eclissi, i buchi neri si fondo a quelli bianchi, e le stelle brillando per poi prendere fuoco ed esplodere tutte insieme; creando una nuova parte di me, una versione capace di amare, toccare, e guardare qualcuno negli occhi senza ucciderlo.

«Mentre danzavi tra le fiamme, ho pensato che lascerei il mondo bruciare, per salvarti la vita. Lascerei il mondo bruciare, ardere ed esplodere per te, Heaven.» Una pausa, mi afferra per la vita, «perché io sono l'inferno, e tu il paradiso.»

𝑺𝑯𝑨𝑻𝑻𝑬(𝑹𝑬𝑫) -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora