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Sono nell'ufficio del comandante Helios.
Lui è di fronte a me, seduto alla sua scrivania, ed io sono in piedi, con al mio fianco H̶e̶l̶l̶ suo figlio.

La guardia FT04E, figlio del comandante Helios, capo direttore della stazione SDO02, e dirigente superiore del progetto "reviverth" instaurato due anni fa.

Sono chiusa in questa stanza,
Con loro due.

Mi hanno fatta slegare la benda, perché Helios ha detto: "voglio vedere il tuo viso, i tuoi occhi, quando parlo con te. Ho bisogno di vedere le tue emozioni, signorina Glass." Come se si stupisse che sono in grado di provare qualcosa.

Sono una "geneticamente modificata" non un oggetto.

Ad ogni modo, Helios ha indossato una maschera, come quella di H̶e̶l̶l̶ suo figlio.

«Signorina Glass, vedo che è venuta a conoscenza di un po' troppe informazioni, oggi» una pausa, «che cosa le è passato per la testa? Riesce ad immaginare come mi possa sentire in questo momento?» Esita una attimo, cerca di darsi un controllata, come se non volesse perdere le staffe. «Quando ha scoperto che la signorina Audrey ha rivelato a me il suo segreto, si è sentita tradita, vero? Perché lei si fidava della sua amica, non è così?»

Ed eccomi, eccomi che mi mordo l'interno della guancia e stringo i pugni.
«Si, è così.» Mi limito a rispondere.

«Quindi, può perfettamente capire come mi possa sentire. Io mi fidavo di lei, signorina Glass. E invece, lei alle mie spalle si libera dalle mie guardie e scappa in giro per la stazione? Cosa credeva di fare, esattamente?»

Di scappare, ovviamente.
Ma questo non mi sembra il caso di dirlo.
«Non volevo essere rinchiusa di nuovo in una stanza piena di specchi.» Mento, anche se non del tutto. Non voglio più mettere piede in una stanza del genere.

Lui sospira, si sistema la cravatta, e gioca con la penna tra le dita. «I test che le stiamo facendo, sono per il suo bene.»

«Per il mio bene?» Mi rendo conto di aver quasi urlato, così abbasso il tono e schiarisco la voce.
«Lei sapeva che mi sarei fatta del male, circondata da specchi. E questo lei lo chiama "farmi del bene"?»

Una risata. Una risata che è così strana, che non capisco se sia finta o meno.
«È stata lei stessa a dirmi che uno dei motivi per cui il flare si attiva, è quando prova un senso di rabbia e vuole sentirsi libera.» Una pausa, appoggia la penna nella scrivania, «Per questo motivo, ho scelto una stanza di specchi. In modo da far scatenare in lei queste emozioni, e attivare il suo flare»

«Si, ma per forza gli specchi...» La mia voce è un ringhio.

«Si.» Risponde lui.
«È stato formidabile quello che ha fatto, nonostante stava provando dolore, il suo flare si è attivato e ha bruciato tutto! È stata straordinaria, al contrario di oggi. Che è scappata come una bambina e...»

«Dovrei essere una bambina solo perché non voglio che mi vengano fatti altri test?»

«Signorina Glass, sarebbe educato che non mi interrompesse, quando parlo.» La sua voce è così cupa che mentirei se dicessi che non sto tremando.
Sento H̶e̶l̶l̶ suo figlio, trattenere una risata come se non volesse scoppiare a ridere.
«Ad ogni modo, prima che mi interrompesse, dicevo che lei, oggi, è scappata correndo per i tunnel della stazione. Ora mi dica, cosa ha visto?»

Ed ecco, che cala il silenzio.
Ho visto una fila di bambini venire portati in una stanza, a fare chi sa che cosa. Ho visto una guardia puntare il fucile ad un bambino, solo perché voleva prendere l'orsetto che li è caduto.
E poi, poi ho scoperto che la mia guardia, Hell, è il figlio del comandante.

«Nulla di che» la mia voce è un mormorio, e non sono nemmeno sicura che mi abbia sentito. Così aggiungo: «Non ho visto nulla, solo corridoi, corridoi, e centinaia di porte chiuse.»

«È buffo, sa?» Una risatina, ma viene subito sopraffatta da un tono serio.
«I miei uomini dicono di averla vista sbirciare nel reparto di igienizzazzione, e che ha sentito l'informazione segreta sulla sua guardia.»

«È così. Ero in un corridoio, c'era una porta con una finestrella, ed ero curiosa di vedere cosa c'era all'interno. Mi sono alzata sulle punte, ma ero comunque troppo bassa per riuscire a vedere all'interno. Quindi, come ho le già detto, non ho visto nulla.»
Ogni volta che racconto una bugia il mio cuore batte trecento volte al secondo, e nelle mie vene scorre un misto di lava e adrenalina.

Lui mi studia. Studia la mia espressione, i dettagli del mio viso, come se riuscisse a rilevare se dico una bugia o meno.
Ed io prego, che non si noti che stia tremando.

«D'accordo, e riguardo l'informazione sulla sua guardia?» Una pausa, guarda H̶e̶l̶l̶ suo figlio, e poi di nuovo me.
«Vede, ora è a conoscenza di un fatto che doveva rimanere riservato. Ho accettato di mettere mio figlio come sua guardia, perché è una persona fidata, e sapevo che mi avrebbe comunicato ogni informazione su di lei. Inoltre, so che non mi avrebbe mai tradito. E così è stato, ma tutto ciò doveva rimanere segreto. Perché ora, lei lo etichetterà come nemico, ed io non volevo arrivare a questo. Volevo che lo considerasse più come un'amico, un qualcuno con cui parlare. E così è stato, ma adesso... adesso sospetto che non aprirà più bocca.»

Ed ecco,
Ecco che nel giro di poche ore, ho visto di nuovo l'interno mondo crollare.
Mi sta crollando addosso, pezzetto per pezzetto, fino a schiacciarmi, a soffocarmi, fino a non permettermi più di respirare.

Hell, la guardia che mi regalava fiori disegnati sulle rocce, il ragazzo dai capelli ricci e di color oro che mi ha baciata, e mi ha detto che brucerebbe il mondo per salvarmi, è stato tutto il tempo una finzione.

Una recitazione perfetta, straordinariamente impeccabile. Perché il suo compito, era quello di avvicinarsi a me, per raccogliere informazioni, e fornirle poi tutte a suo padre, il comandante.

Ed io sono caduta in questa perfetta trappola, come una stupida. Perché loro hanno sfruttato il fatto che non parlassi con nessuno, e come volessi sapere ogni cosa sul mondo "bellissimo" che una volta esisteva.
Mi hanno sfruttata, ed io sono caduta nella loro trappola.

Sono caduta nel loro inganno, come le persone che mi guardano affascinate, ma poi muoiono bruciate sotto il mio sguardo.

E adesso,
Adesso so cosa si prova.
Perché anch'io,
Sono morta.

𝑺𝑯𝑨𝑻𝑻𝑬(𝑹𝑬𝑫) -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora