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Henry è a terra.
Il suo corpo è senza vita, circondato da una pozza di sangue rossastro sul nero.

Ed io sono qui che corro verso di lui, perché non può essere vero, perché questo è un'altro incubo, come quello in cui morivo affogata, o come quella della signora che voleva cavarmi gli occhi. Questo è un vero e proprio incubo, perché non può essere vero, non può non può e non può.

Henry non può essere morto.

Corro verso di lui, ma Hell mi afferra per le braccia, e mi tira via, mi trascina urlando qualcosa che non riesco a capire, che non riesco nemmeno a sentire, perché non voglio farlo.

Mi trascina via, ed urlo, urlo come se qualcuno mi stesse squarciando il corpo a mani nude, urlo, urlo come se una belva mi stesse divorando viva, perché è questo, è questo quello che è la morte.

È una belva che ti strappa il cuore, te lo frantuma, e se lo inghiotte.
Una belva che ti strappa la vita, per farla a pezzetti, frantumarla, distruggerla, come se fosse un semplice pezzo di carta.
È una belva crudele, spietata, perché ti uccide proprio nel momento in cui la speranza ti tende la mano.

Ma forse, forse la belva della morte e la signora della speranza sono due alleate. Forse si sono messe d'accordo, perché altrimenti non ci sarebbe spiegazione. Perché non è possibile, non è possibile che sia tutto così crudele. Tutto così spietato. Amaro. Avido.

Proprio non c'è spiegazione altrimenti.

Ed io sono qui, sono qui che vengo trascinata via, quando invece vorrei abbracciare un'ultima volta Henry, e dirli dirli dirli tantissime cose. Dirli così tante cose, che non saprei nemmeno da dove iniziare.

Vorrei ringraziarlo. Ringraziarlo per essere sempre stato al mio fianco, per aver creduto in me, per avermi fatta sorridere, per avermi insegnato sempre qualcosa di nuovo, e per aver scelto me. Per essere venuto quel giorno al tavolo, chiedendomi scusa, per esserti seduto al mio fianco, e avermi sorriso. Sorriso come faceva al suo solito.

Vorrei ringraziarlo per avermi salvato la vita, per avermi difesa da quell'uomo che mi prendeva a calci, e per aver combattuto mano nella mia mano.

Etutto ciò...
È stato un'onore.
E ti ringrazio,
Ti ringrazio così tanto.

Non ti dimenticherò mai e poi mai.

𝑺𝑯𝑨𝑻𝑻𝑬(𝑹𝑬𝑫) -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora