32

386 20 16
                                    






«Identificatevi.» Ripete Hell per la terza volta mentre camminiamo armati per i corridoi, mimetizzandoci con il resto delle guardie.

«Guardia HJ07W» dico.
Ho memorizzato così tante volte questo codice perché al momento è il mio nome.
Non sono Heaven, la ragazza che con uno sguardo brucia le persone. Ma sono la guardia HJ07W del comandante Helios.

«Il prossimo» dice Hell.
Kenjiro risponde: «Guardia KJ03A» e a ruota, seguono anche tutti gli altri.

Yumi è la guardia YS02C, e Henry è la guardia HY08J.

'Capiterà che ci chiedono di identificarci' ha detto Hell. 'Quindi dovete essere pronti a rispondere al comando' ci ha spiegato. 'Per il resto, non aggiungete altro. E ricordate, che da adesso il vostro nome è il codice che avete appena recitato. Non scordatelo, o siete morti. Siamo morti.'

Ed ecco, ecco che nelle mie vene scorre un misto di lava e adrenalina pura. Se tocco qualcosa sono anche capace di fulminarlo, con tutta l'energia che ho in corpo. Oppure potrei fulminare me stessa, e...

«Siamo arrivati alle stanze» annuncia Hell, mettendo un freno ai miei pensieri fantasiosi sull'elettricità.

Camminiamo lungo il corridoio delle s̶t̶a̶n̶z̶e̶ celle, perché è questo quello che sono. Sono celle in cui ci tengono prigionieri e costantemente sorvegliati. Ecco, ecco cosa sono.

Hell ha detto: 'Mentirò. Dirò che ti ho già portato alla cella, e adesso sei al bagno.' Io ho annuito, ma lui ha aggiunto: 'Scopriranno che non sono mai passato di qui con te. Lo scopriranno, e l'allarme suonerà. Saremo ricercati, Heaven. Tutti e due. E quello sarà il momento in cui tutti dovremmo scappare verso l'uscita'

Penso che potrei mettermi a piangere dall'ansia.
Oppure sciogliermi nel pavimento e diventare acqua.
Si, potrebbe proprio capitare.

Mentre camminano per il corridoio delle celle, noto quanto effettivamente tutto ciò sia crudele. Passo davanti alla mi stanza, e vorrei arrendermi, lanciando cadere le lacrime che con tanta fatica sto trattenendo.

Passo davanti alla cella in cui ho trascorso tutta la mia vita, da quando ne ho memoria. Le pareti sono intrise delle mie urla e scarabocchiate con le mie fantasie sul mondo "bellissimo" che forse non esiste nemmeno più.

Quindi è così che mi vedevano le guardie quando passavano di qui. È così che mi vedeva Hell.
Una povera ragazza, con un calore così tremendo, letale, che può uccidere le persone con lo sguardo. "Un mostro che merita di restare chiusa lì dentro a vita!" Sono sicura abbiano pensato.

E solo il pensiero che qualcuno possa aver provato pena per me, mi uccide. Proprio mi distrugge.

Raggiungiamo la cella di Audrey, e quella a fianco è quella di Michael. Entrambi si alzano di colpo e le loro guardie personali ci fissano. Sono terrorizzata che ci possano scoprire.
"Eccoli! Sono loro! Cancellateli di nuovo la memoria!" Sono sicura che accadrebbe qualcosa del genere. E il solo pensiero mi smebra viva.

Hell stringe il fucile, fa un piccolo inchino col capo e dice: «Siamo qui per scortare la signorina Audrey e Michael dal comandante.»

«Guardia, si identifichi. Non ho ricevuto nessun ordine del genere.»
Ecco che siamo rovinati.

«Guardia FT04E, figlio del comandante Helios. Gli basta?»

La guardia sembra impanicarsi tutta. Fa un inchino, porta una mano sul cuore e balbetta: «Certo, mi perdoni signore» si sposta d'un lato, apre la cella e fa uscire Audrey.

«Voi due, prendetela.» Ordina Hell con un cenno del capo a me e a Kenjiro.
Afferriamo Audrey per le braccia e ci spostiamo verso la cella di Michael.
«Guardia, ha sentito cosa ho detto al collega?»

«Si, signore.» Fa un'inchino, si sposta d'un lato e apre la cella di Michael. Lo fa uscire, e Henry e Yumi lo prendono.

Hell fa un saluto militare, e si incammina verso l'uscita dalle celle. Noi lo seguiamo.

«Perché vuole vederci, il comandante?» Chiede Audrey.
Mi si congela il sangue nelle vene.
Né io, e né Kenjiro rispondiamo.
Usciamo dal corridoio delle celle, e svoltiamo un paio di volte, seguendo Hell.
Lui è l'unico che sa come muoversi per questa tanta delle formiche.

«Allora? Perché vuole vederci?» Domanda Michael.

E quando non siamo più sott'occhio delle altre guardie, Kenjiro mormora: «Vi stiamo salvando il culo, stronzetti. Ci farebbe comodo se smetteste di fare domande, che ne dite, eh?»

Audrey si ferma di camminare.

Io e Kenjiro la tiriamo, ma lei strattona la presa e si fa indietro. Come se avesse paura di noi. Come se fossimo delle vere guardie, che la stanno conducendo alla sua morte. Ma noi, noi stiamo rischiando tutto solo per salvarli.

«Che cosa?» Sbotta lei.
Tutti ci fermiamo.
Michael si libera, e si avvicina alla sua amica.
«Siete voi? Kenjiro, Heaven, Yumi, e... Henry?»

«Sì, siamo noi, e dobbiamo andare ora. Perché se ci scopro...» Tento di dire, di prenderla di nuovo per il braccio e scappare, ma lei scoppia a ridere. Proprio a ridere di gusto, e questo mi porta a chiedermi cosa ci sia davvero da ridere in una situazione del genere. Stiamo rischiando la pelle, e lei ride?

«Scusami, ma cosa ti fa credere che noi vogliamo andarcene?»

Tutto il mondo improvvisamente sta crollando.
Noi stiamo rischiando la vita per salvarli, e loro non se ne vogliono nemmeno venire via.
Oddio, che storia è mia questa?

«Dio santo, Audrey!» Sbotta Kenjiro.
«Questi maledetti bastardi sperimentano sugli umani, sui bambini, li torturano! Così come hanno fatto con Heaven, per colpa tua!» Urla puntandoli il dito contro.
«Siamo della cavie da laboratorio qui dentro, siamo dei fottuti topi in una scatola! Ci ammazzeranno tutti, lo vuoi capire?! Vi stiamo salvando la vita, cazzo! Di solito si dice "grazie" sai?»

Audrey ride di nuovo come una pazza isterica.
«Cavie? Ucciderci? Oh, non avete capito proprio un bel niente! Ci stanno salvando la vita, che vi piaccia i meno. Qui dentro non torturano nessuno, stanno solo cercando un modo di far sopravvivere la razza umana!»

«Ci stanno uccidendo!» Urlo.
«Ho visto dei bambini. Dei bambini, cazzo. Dei bambini venire portati in delle stanze, minacciati con dei fucili alla testa! Ci stanno distruggendo, non ci stanno salvando!»

«Affatto. Affatto, Heaven. Li stanno salvando quei bimbi. Li hanno salvati dalla superficie, perché altrimenti sarebbero morti per il caldo, e le radiazioni. Li hanno salvato la vita, altro che uccidere!»

«Ma ti senti quando parli? Ti rendi conto delle stronzate che stai dicendo?» Sbotta Kenjiro.
«Li torturano! Le senti almeno le urla la notte? Oppure sei troppo occupata a dormire beatamente nel tuo lettino?»

«Oddio, ma a voi il caldo è andato proprio alla festa!» Esclama lei.
«State andando in contro alla morte, e di certo noi non vi seguiremo.»

«Siete voi che state andando in contro ad una morte certa!» Dice Yumi.
«Scappate con noi, vi stiamo aiutando!»

«No, vi state uccidendo.» Questa volta è la voce di Michael.
«Li fuori, la Terra non è più abitabile. Il caldo è devastante, l'aria è uno schifo. Non c'è né cibo, né acqua. Dove credete di andare? Avanti, Heaven. Non dirmi che ti aspetti che ci siano veramente i prati, i fiori e gli arcobaleni!»

Non so nemmeno cosa siano gli arcobaleni.
«So perfettamente che il mondo non è più lo stesso, ma preferisco morire di sete la sopra, che in una cella, oppure torturata in una stanza! Preferisco morire da persona libera, che da prigioniera.»

«D'accordo. D'accordo, come volete...» Audrey alza le mani, indietreggia, e tira un pugno contro un pulsante rosso.

Ed ecco,
Ecco che siamo rovinati.

L'allarme suona, il corridoio lampeggia di una luce rossa, e Audrey dice nel microfono dell'allarme: «Comandante, quattro prigionieri e una guardia stanno fuggendo. Fermateli.»

𝑺𝑯𝑨𝑻𝑻𝑬(𝑹𝑬𝑫) -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora