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Kenjiro ha detto: 'manca poco, la porta è quasi fusa!' E poi ha urlato: 'c'è l'abbiamo quasi fatta, cazzo!'

Ed io sono qui, con il flare alle stelle, che fondo qualsiasi cosa di metallo che abbiano le guardie nelle vicinanze. Alcuni urlano per i fucili che li si fondono nelle mani, altri per i coltelli, e altri ancora per le radioline che tengono in mano.

Insomma, questo corridoio è il caos più totale.

Hell è ancora a combattere con le poche guardie che hanno ancora la forza di muoversi, ed io...

«Non ho più niente di metallo addosso, razza di mostro.» Mi dice una guardia avvicinandosi a me.

Io li sorrido.
Li sorrido come una stupida, perché mi viene in mente il tatuaggio sulla schiena di Hell: "Yes, I'm a monster" "I'm a Magnificent, Outstanding, Nifty, Stunning, Tenacious, Elegant, and Radiant monster"

«Che c'è? Ti piace essere chiamata mostro?» Lui ride, si avvicina a me, ma sembra così terrorizzato, che mi viene naturale chiederli: «Hai paura di toccarmi, vero? Perché il mio calore è così potente da scioglierti la pelle, se provi ad avvicinarti. Guarda, guarda come è potente il mostro che avete creato, eh?»

«Tu razza di...» Mi tira velocemente un calcio, così forte da farmi cadere a terra, e prendere un testata. Mollo la mano di Henry, e la connessione tra il nostro calore si interrompe.
La guardia mi tira altri calci, così tanti che non so nemmeno dire dove.
So solo che tira un calcio, urla di dolore per aver toccato il mio corpo incandescente, e poi tira di nuovo un'altro calcio, continuando così.

Henry li salta addosso, facendolo cadere a terra. Lottano, ma la guardia è molto più forte, quindi lo blocca a terra, e lo riempie di pugni.
Vedo il suo viso sanguinare.

Cerco di alzarmi da terra, nonostante tutto il mio corpo faccia così male. Non ho nemmeno la forza di muovermi. Striscio a terra, e raggiungo la guardia. Li metto una mano sul braccio, lui urla urla urla urla così forte che vorrei tapparmi le orecchie. Lascia andare Henry e cade a terra, piegandosi dal dolore.

Mi sembra di star vedendo la carne viva del suo braccio.
La tuta è strappata, e il sangue scende come se fosse una cascata. La sua carne pulsa, è ustionata, e rossa fuoco, ed io sono immobile, che non riesco più a dire o fare nulla.

'Guarda cosa hai fatto!' Urla una voce dentro di me. 'Guarda come l'hai ridotto!'
Ma io li rispondo che dovevo, che ho dovuto, perché lui stava per uccidere Henry. E allora, solo allora, la voce tace. Rimane in silenzio.

Sono qui, immobile che fisso l'uomo urlare di dolore. E poi, improvvisante, la maschera che li copriva il viso non c'è più.
Fisso l'uomo, un volto umano, il volto di una persona che è ha vissuto, che è stato un bambino, e per chi sa qualche motivo è diventato una guardia, di un posto così orribile, così atroce.

Fisso l'uomo, lui mi guarda negli occhi, e pochi millisecondi dopo, sta prendendo fuoco. Io sono qui che lo guardo, e lui urla.

Le fiamme lo avvolgono, lo bruciano, e lui non urla più. Diventa cenere. Muore.
'Ora non soffrirai più' mi verrebbe da dirli. 'Ora riposerai in pace'. Ma una voce dentro di me ripete: 'tu l'hai ucciso. L'hai ucciso, e non puoi trovare nessun'altra scusa, perché l'hai ucciso, l'hai privato della sua vita, quando lui stava facendo solamente il suo lavoro. L'hai ucciso, e nessuna scusa giustificherà il dolore che li hai inflitto.' E adesso, adesso sono io a stare zitta.

Sento qualcuno mettermi le mani sulle spalle, sento qualcuno scuotermi, ma non so chi sia. Non so nemmeno chi sia, perché io non sento nient'altro, se non la voce nella mia testa.

Sto impazzendo, sto impazzendo per forza.

La persona che prima mi scuoteva, ora è davanti a me che mi fissa. Mi prende il viso tra le mani, mi urla qualcosa, ma io non lo capisco, non capisco nulla, non riesco a sentire quello che dice, perché il mio sguardo è ancora fisso su quello ne resta dell'uomo.

Il mio sguardo è lì fisso, ed io lo sto tirando via, ma lui non si muove. Non ne ha proprio l'intenzione di farlo.

E poi,
Improvvisamente,
Sento tutto.

«Heaven, tesoro, dobbiamo scappare. Kenjiro e gli altri hanno finito di sciogliere la porta, e...»

Lo interrompo. «Che cosa? L'hanno sciolta? C'è l'hanno fatta? e Henry?»

«Eccoti tornata in te, fiorellino.» Mi scompiglia i capelli, mi aiuta ad alzarmi da terra, e insieme raggiungiamo gli altri.

«Guarda che bel lavoro, eh?» Dice Kenjiro indicando la porta, che ormai è tutta fusa a terra.
Si vede un tunnel, un tunnel che va in salita, illuminato da una luce... naturale. Luce naturale, luce del sole, e non delle lampadine.

«Stai bene, Heaven?» Mi chiede Henry.
Mi volto dalla sua parte, e noto che il suo viso è un piaciugo di sangue, ed io vorrei mettermi a piangere, piangere piangere pia...
«Ehy, sto bene, e solo qualche graffio, okay? Mi hai salvato, Heaven.» Mi da un braccio, e io lo stringo così forte a me che ho quasi paura di stritolarlo.

E poi lo lascio andare, quando Hell ci dice: «Dobbiamo andare.» Ci spinge verso il tunnel, «Dobbiamo uscire di qui, stanno arrivando!»

Ed ecco, ecco che corriamo.
Che corriamo verso l'uscita, verso la superficie, verso un mondo che per anni abbiamo solo potuto immaginare, fantasticare, e sognare.
Verso un mondo ignoto, un mondo a noi sconosciuto, e del tutto un nuovo.

Ecco,
Ecco che corriamo verso la nuova vita.

«Evvai, cazzo!» Urla Kenjiro divertito, in fila alla coda, al fianco di sua sorella. Yumi ride spingendolo, dicendoli di correre più veloce, e di non fermarsi perché siamo quasi sulla superficie.

Ed io sono qui che corro, per mano di Hell, perché forse ha così paura che potrei scomparire, oppure cadere a terra e sciogliermi.
Sono qui che corro per mano sua, e lui mi sorride, mi sorride in un modo così bello, così dolce, così nuovo che potrei diventare una rodine, e svolazzare via.

Mi sorride, e tutto il resto del mondo diventa più dolce. Meno amaro, meno cattivo, il suo sorriso è magico. Perché guarda, guarda come sta facendo battere all'impazzata il mio cuore. Guarda come potrebbe esplodere da un momento all'altro, guarda come potrebbe esplodere, per poi sbocciare e...

E ci fermiamo.
Ci fermiamo tutti di colpo, perché si sentono degli spari in lontananza.

Una decina di guardie armate ci raggiungono, ed iniziano a sparare. Colpo su colpo, noi urliamo, urliamo così forte che pure le pareti del tunnel tremano, ma Henry... Henry ci guarda. Ci guarda, e non capisce cosa stiamo dicendo, non capisce cosa stia succedendo, e perché non corriamo più.

E poi, poi si sente uno sparo.
Uno sparo, e un corpo che cade a terra.

Si sentono delle urla, e la mia vista si annebbia così tanto che non riesco nemmeno a vedere più niente. Le lacrime prendono il controllo, ed io sto affogando in esse, sto annegando nelle mie stesse lacrime, fino a non respirare più, perché il mio cuore non ha più la capacità di battere.

Il mio cuore si è fermato.

𝑺𝑯𝑨𝑻𝑻𝑬(𝑹𝑬𝑫) -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora