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Il cielo sembra che stia per prendere fuoco.
Giuro, a momenti potrebbe esplodere.

È rosso, rosso rosso rosso e ancora rosso. Poi però ha delle sfumature sull'arancione, il giallastro, e persino il rosa. Il sole sta calando, e sta quasi scomparendo.

Il cielo è così affascinante che vorrei catturare questo momento, dirli di fermarsi, e restare così a lungo in modo da poterlo ammirare.

È tutto così fantastico.
Fantastico. Meraviglioso. Affascinante.

È la prima volta che vedo il cielo con i miei occhi.

«Si chiama tramonto» mi inforna Hell.
Mi abbraccia da dietro, fa scorrere le mani lungo la mia vita,
Ed ecco,
Ecco che sto esplodendo come il cielo e sto assorbendo tutti i suoi colori rossastri.
Il sole mi sta urlando che adesso sono io ad essere fantastica. Ed è arrabbiato, perché gli ho rubato i suoi colori.
«Tra poco farà buio, Heaven. Dobbiamo approfittare che ci sia ancora luce per trovare un posto sicuro in cui passare la notte, e magari qualcosa da mangiare.»

«Si, hai ragione» Stacco gli occhi dal cielo, ed iniziano a camminare. Giochiccio a calciare il bastone di ferro, e scoppio a ridere vendendo quello che sta facendo Yumi: Mette le mani sul estremità del bastone, lo tiene in verticale con la punta piantata a terra, e con le mani fa forza per saltarci sopra, e oltrepassarlo. E cammina così.

Kenjiro cammina con il bastone sulla spalla, e fischietta qualcosa mentre si guarda in torno. Hell invece cammina al mio fianco. Fa roteare tra le dita il bastone come se fosse un ninja.
Ora che ci penso era pure bravo a combattere.

«Questo una volta doveva essere un posto dove ci tenevano il cibo» Dice Kenjiro fermarsi. Indica un edificio ancora un po' stabile, con dei cartelloni sopra distrutti. Ma riesco ad intravedere che sono disegni di alimenti, come la pasta, riso, oppure delle bevande con strani nomi. Vedo scritto: "SPRIT-" perché il foglio è tagliato, e non si legge l'ultima lettera.
Oppure in un'altro c'è scritto: "FAN-" il foglio e di nuovo tagliato, e poi: "A".

«Una volta era un supermercato» Dice Hell avvicinandosi all'edificio.
«Le persone potevano venire qui a comprare quello che li serviva.» Fa ruotare ancora il bastone tra le mani, e poi con l'estremità colpisce con forza il vetro della porta. Lo spacca, fa passare un braccio, gira la maniglia, e apre la porta.
«Prego, entrare pure» tira un calcio alla porta, e ci fa cenno con la mano di entrare.

Kenjiro passa avanti, li da una pacca sulle spalle, e dice: «Non male, biondino»
Yumi lo segue, e io vado dietro di lei.

Il... supermercato, è ridotto uno schifo. C'è una puzza tremenda, probabilmente del cibo andato a male. Tutto è distrutto, e gli scaffali stanno a malapena in piedi. Ma sono vuoti. Sono tutti vuoti, a parte qualche scatola di cerali rovesciata a terra. I cerali ormai hanno preso il colore del pavimento. Sono neri, e hanno la muffa.

Yumi cammina tappandosi il naso con la mano, e con il bastone sposta le macerie a terra, oppure lo usa per spostare le poche scatole vuote rimaste negli scaffali.

Io cammino tra i corridoi del supermercato, e la mia mente cerca di immaginare come poteva essere una volta questo posto. Come poteva essere quando era ancora tutto intatto, e mi sembra quasi di riuscire a vedere le persone che camminano al mio fianco, tenendo i bambini per mano, e prendendo dagli scaffali quello che li serve per poi andarlo a pagare.

Già, deve essere stato proprio bello.

Camminano ancora, fino a che a terra vedo un pezzo di vetro.
I miei occhi si illuminano.

Mi accuccio a terra, e con il bastone muovo quel pezzo di vetro.
Vorrei vedere il mio riflesso.
Vorrei vederlo, e sentire la mia pelle bruciare, così da capire almeno un briciolo del dolore che hanno provato le guardie. Così da capire quanto sono pericolosa per le persone, perché è questo... quello che sono.
Sono pericolosa, e letale.

Afferro il pezzo di vetro, e nel riflesso vedo una ragazza con i capelli rossi, gli occhi verdi, che mi sta fissando. Mi guarda ad occhi spalancati, e poi la sua pelle inizia a diventare rossa.

Diventa rossa, brucia, scotta, ma allo stesso tempo è un dolore che mi da sollievo, anche se non dovrebbe, e non capisco perché, davvero non lo capisco, ed io io io...

Crack. Crack. Crack.

Il vetro di frantuma nelle mie mani, si sbriciola, e cade a terra. La mia pelle smette di bruciare, e i miei polmoni tornano a darmi aria.

Mi alzo da terra, mi guardo in torno, e vedo Kenjiro guardami, da pochi scaffali più avanti.
Rimango zitta.
Immobile.
Pregando che non abbia visto quello che stavo facendo, e che non mi stia guardando da quando ho preso in mano quel pezzo di vetro.

Mi volto di scatto, mi guardo in torno alla ricerca di qualsiasi cosa che mi distragga e con cui posso distrarre lui.

Vedo una lattina.
Una scatola di fagioli rossi e a fianco c'è ne è qualcuna di ceci e altri legumi.
Le afferro, vado verso Kenjiro e dico: «Ho trovato qualcosa da mangiare» abbasso lo sguardo e prego prego prego che non tiri fuori l'argomento.

«Si, ehm... bene» Si gratta il collo, distoglie lo sguardo, e dice: «Io ho trovato un piccolo pentolino»

Yumi e Hell ci raggiungono.
«Forte vero? Possiamo cuocere il cibo con il nostro calore!» Esclama Yumi.
E ora che ci penso ha ragione. Non ci serve trovare una cucina, dei fornelli elettrici, ci basta usare il nostro calore.
«Acqua invece non ne ho vista, voi?»

«Nulla di nulla» scuoto la testa, e anche Kenjiro.

«Ci sono dei frigoriferi, ovviamente non funzionano, e il ghiaccio si è sciolto. Potremmo raccogliere quell'acqua con un pentolino» propone Hell.

«Si, buona idea, andiamo» Risponde Kenjiro.

«Scusate, ma alla stazione non dicevano che c'è un punto nella città, in cui razionano l'acqua, e la distribuiscono?» Chiedo.

«Già. Ma tu sai dove? Secondo me erano tutte stronzate. E se ci fosse un posto del genere, avrà sicuramente contatti con quella stazione, e noi saremo fottuti.» Fa Kenjiro.
«Dobbiamo cavarcela da soli, e domani penseremo che fare. Ora preoccupiamoci solo di passare la notte.»

𝑺𝑯𝑨𝑻𝑻𝑬(𝑹𝑬𝑫) -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora