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Vedo tutto bianco, e delle mani mi trascino.
Vedo tutto nero, e delle persone urlano.
Vedo tutto bianco, e degli uomini con la maschera nera mi puntano il fucile alla testa.
Vedo tutto nero, e si sentono degli spari.
Vedo tutto bianco, e qualcuno mi inietta qualcosa nel collo.
Vedo tutto nero, e...

Non vedo più nulla.

*  *  *

«Signorina Heaven Glass, mi sente?»

Una voce, una voce mi sta chiamando? Oppure è solo un sogno? La mia testa fa così male... la mia testa...

«Signorina, riesce a sentirmi? Come si sente?»

Non lo so non lo so non lo so non lo so. Tutto gira, tutto si muove e si contorce, la stanza è così luminosa, ed io ho così freddo freddo freddo, si congela, sto tremando.

Dove sono?

«Apra gli occhi se mi sente»

Qualcuno mi picchietta sul viso, ed io vorrei tirarli uno schiaffo sulla mano.
Poi mi alzo di colpo, mettendomi seduta.

Apro gli occhi, guardo di scatto da una parte all'altra, cercando di capire un bel po' di cose.
Uno: cosa è successo.
Due: dove mi trovo.
Tre: perché fa così freddo?
Quattro: sono morta e mi trovo in una cella frigorifera dell'obitorio?
Cinque: che razza di posto è questo?
Sei: perché sono legata?
Sette: D̶o̶v̶e̶ è̶ H̶e̶l̶l̶?̶

«Si è svegliata, finalmente.» Una voce mi batte in tempo, non lasciandomi porgere nemmeno una delle domande.
Mi volto di scatto per vedere chi parla, ed è

Il comandante.

Indossa una maschera, come quella delle guardie, questa volta.

Nel mentre noto di trovarmi in un posto del tutto nuovo. La stanza è bianca, fredda, freddissima. Sto tremando.
Sono seduta sul un lettino, con polsi e caviglie legate. Intorno a me ci sono vari computer, apparecchiature, e robe del genere, che non so nemmeno a cosa servono.

Il comandante avvicina una sedia al lettino, e dice: «Datele una coperta, non fatemela morire di freddo!» Fa qualche gesto con la mano, e delle signore in tutta fretta avvolgono il mio corpo con una coperta in pile.

Mi verrebbe da dirle "grazie", ma qui c'è poco da ringraziare, dato che sono legata in una stanza freddissima, senza sapere nulla.

«Va meglio, adesso?» Chiede il comandante.
Io annuisco.

Comandante. Mi ritrovo a sbuffare nella mia mente, e sono sicura di aver fatto roteare gli occhi.

«Come si chiama?» Sono abbastanza stufa di chiamarlo Comandante.

Una risata, «ammetto di essere sorpreso dalla sua domanda. Ad ogni modo, puoi chiamarmi comandante Helios.» Fa una pausa, e poi continua: «La missione Helios è stata una serie di due missioni condotte dalla NASA e dall'Agenzia Spaziale Tedesca negli anni settanta. Helios 1 e Helios 2 sono state le prime missioni ad avvicinarsi al Sole, studiando la sua atmosfera e il vento solare. Queste sonde hanno fornito importanti informazioni sulle condizioni del vento solare, sulla struttura della corona solare e su altri aspetti dell'ambiente solare. Helios 2 detiene ancora il record come veicolo spaziale che ha raggiunto la distanza più vicina dal Sole.» Accavalla le gambe, e incrocia le braccia.
«Non è sorprendente da cosa deriva il mio nome?»

𝑺𝑯𝑨𝑻𝑻𝑬(𝑹𝑬𝑫) -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora